Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Domenico Quirico, giornalista de La Stampa, scomparso il 9 aprile in Siria è stato liberato e da ieri sera è a Roma. Queste le sue prime parole : “Trattato non bene, ho avuto paura". "Non è più la rivoluzione laica dell'inizio, è cambiata, è diventata una cosa pericolosa”
Un incubo durato cinque mesi e dall’esito veramente impensabile se analizziamo il gruppo –sicuramente- terroristico, con forti affinità con Al Qaeda, che lo teneva prigioniero.
Solo il giorno 29 aprile, grazie a un comunicato del sito web LaStampa.it, si è appreso che l’inviato italiano era stato sequestrato, e l’immensa paura ben presto si è trasformata in angosciosa attesa di fronte all’esasperante silenzio interrotto solo il 6 giugno quando Quirico è riuscito a chiamare la moglie per assicurarla in merito alla sua salute.
Da subito si è capito che non erano soldati ribelli della Coalizione nazionale siriana, ma semplici criminali ordinari, assassini e rapitori senza scrupolo alcuno, vicini al gruppo dei Fratelli Musulmani e ancor più a quello di Al Qaeda.
Solo un intreccio di situazioni, di cui ancora non sappiamo i dettagli precisi, ha permesso agli uomini dell’Intelligence di chiudere positivamente questa complicata vicenda.
La guerra civile siriana, come già spiegato in altre pagine della rivista, vede opposte le forze governative di Assad e quelle dell'opposizione, riunite nella Coalizione nazionale siriana e che assume la connotazione chiara della Primavera Araba.
Le ostilità iniziate il 15 marzo 2011 con manifestazioni, raduni e comizi pubblici, si sono poi andate allargando in vere e proprie sommosse a livello nazionale, per poi trasformarsi a 360° in guerra civile nel 2012.
Se l’inizio del conflitto vedeva un solo malvagio da abbattere, Bashar al-Assad , a causa della sua “spocchiosa tirannia”, e molte delle proteste dei manifestanti, avevano l'obiettivo di costringere il presidente siriano ad attuare, finalmente, le riforme utili a dare una caratteristica democratica allo stato, in seguito il mondo intiero si è accorto che dietro a questi ribelli c’era una mente occulta che si prodigava alla creazione di uno Stato islamico radicale, dal momento che nel Consiglio nazionale siriano vi era la presenza dei Fratelli musulmani e Al Qaeda.
Insomma, un gran bel caos, intricatissimo e complicatissimo per i suoi continui sconvolgimenti sociali.
Obama punta alla distruzione del Governo di Assad, ma dopo?
Non è che sarà chiamato a combattere di nuovo, contro terroristi e Islamismo radicale?
La situazione evolve di settimana in settimana senza ormai più capire chi è il cattivo o il…meno cattivo.
Inserito da bea il 09/09/2013 17:48:32
Analisi perfetta, condivido in pieno, sono contro l'intervento perché in questo caos ci sono troppe incertezze - come l'hai scritto - chi è il più o meno cattivo... Obama ha detto che non vuole eliminare Assad, "solo distruggere" il suo governo. Come farlo, con le Drone? E poi? Continuare per distruggere "i terroristi" anche se nessuno sa dove e chi sono? NO. In troppi saranno uccisi quelli innocenti, ci saranno i cosi-detti "danni collaterali", un termine disumano già per sè... In questo caos, chi con chi, chi contro chi... E' solo un orrore.
Inserito da ghorio il 09/09/2013 17:14:56
La cosiddetta "Primavera araba", non solo riferita alla Siria, si è dimostrata un' illusione di libertà contro le tirannie. Le solite scelte dell'Occidente che invece , per anni, di battersi per il rispetto delle regole democratiche, con i governi amici, appena il popolo scende in piazza rinnegano questi governi e "sposano" i nuovi arrivati. Purtroppo, però, la realtà è ben diversa vedi Egitto, Tunisia, Libia e anche Siria. Lungi da me di prendere le difese di Assad e aspettiamo che Quirico racconti quello che ha visto, ma, a volte, la realtà è molto diversa di come l'immaginiamo.
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