Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Il teatro del Maggio Musicale Fiorentino torna a alzare il sipario, con delusione forse di coloro che avrebbero preferito una marcia funebre a un’altra ouverture. Non c’è dubbio che nodi e problemi restino e vadano comunque sciolti e risolti, soprattutto quelli che riguardano i conti e un uso più oculato delle risorse; senza però dimenticare che il Maggio è una delle poche eccellenze a livello internazionale che siano rimaste a Firenze, e proprio la prima parte della stagione 2013, che si è chiusa quest’estate, lo ha ampiamente dimostrato.
Finale d’autunno dunque di un anno sicuramente difficile dal punto di vista gestionale e amministrativo quanto brillante da un punto di vista artistico. Sul piano dell’opera, tre soli titoli, purtroppo: l’immortale Serva Padrona ( 1733) di Giovanni Battista Pergolesi, vero e proprio cammeo all’origine dell’opera buffa italiana che dette il via, un ventennio dopo la sua prima rappresentazione, a una delle più vivaci e appassionate dispute della storia del melodramma, la celebre Querelle des bouffons che a Parigi vide contrapposti i sostenitori dell’opera francese di Lully e Rameau a quelli della musica italiana, tra i quali figurava anche Rousseau. L’operina sarà in scena al teatro Goldoni da venerdì 8 a sabato 16 novembre, per un totale di sette repliche di cui però ben quattro riservate alle scuole. Scelta sicuramente felice per un verso, anche se, soprattutto considerando le ridotte dimensioni del Goldoni, potrà forse scontentare il pubblico più … maturo. L’opera è affidata alla regia di Raffaele del Savio e alla direzione di Massimiliano Caldi (approfondiremo comunque i singoli spettacoli in occasione delle rappresentazioni).
Da Pergolesi a Donizetti, autore che negli ultimi anni è stato protagonista della scena fiorentina con diversi titoli e di cui va in scena l’Elisir s’amore del 1832. L’opera buffa italiana ha ormai dato il meglio di sé prima con la cosiddetta scuola napoletana e poi con il genio inimitabile di Rossini. Da questo punto di vista dunque le opere del compositore bergamasco appaiono sicuramente meno originali e meno coinvolgenti (soprattutto sul piano dello strumentale) di quelle del cigno di Pesaro, ma non c’è dubbio che Don Pasquale e Elisir d’Amore siano comunque notevolissimi esempi dell’opera comica ottocentesca, (che non è propriamente la stessa cosa dell’opera buffa) tra l’altro assai amati dal pubblico. L’opera andrà in scena dal 15 al 21 novembre (sei rappresentazioni) in un nuovo allestimento del Teatro Comunale di Bologna e Festival di Wexford firmato da Rosetta Cucchi, direzione d’orchestra di Carlo Montanaro. Infine, una sorta di … amarcord rossiniano: Il cappello di Paglia di Firenze (1955) di Nino Rota, meglio noto come il musicista “felliniano” per eccellenza che qui si cimenta in un simpatico divertissement, non particolarmente originale ma divertente. Sei rappresentazioni dal 3 al 10 dicembre, regia di Andrea Cigni e direzione d’orchestra di Andrea Battistoni.
Non sarà tuttavia il melodramma a aprire la scena, ma un evento molto particolare: sabato 21 settembre due recite, alle 10.30 e alle 21.00, al Teatro Comunale, di Don Chisciotte, spettacolo liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Miguel de Cervantes, prodotto in collaborazione con Venti Lucenti, che inaugura le attività per l’anno scolastico 2013/2014; per la prima volta una mise en scène al Teatro Comunale porta in scena ragazzi diversamente abili, per abbattere, attraverso l’arte e la recitazione, barriere di fruizione e interpretazione. Si tratta di un lavoro che coinvolge diverse scuole superiori di Firenze e provincia e segna dunque un passo importante per uno strutto rapporto tra il teatro del Maggio e le giovani generazioni.
Per il balletto, tre appuntamenti “classici” molto amati dal pubblico: Giselle, musica di Adolphe Adam (da sabato 5 a martedì 8 ottobre, 4 recite, di cui una l’otto mattina per le scuole) e lo Schiaccianoci di Cajkovskij, (da sabato 21 a martedì 31 dicembre, 6 recite più venerdì 20 anteprima riservata ai giovani) entrambi con la coreografia, scene e costumi di Giorgio Mancini.
Per i concerti, 12 serate di con grandi interpreti : Zubin Mehta; Dan Zhu; Leonidas Kavakos; Fabio Biondi; Tito Ceccherini; Silvia Chiesa; Alexander Kaimbacher; Kristóf Baráti; Zsolt Hamar; Juraj Valčuha; direttori e solisti che affronteranno un repertorio vario e appassionante. Notevole anche il ruolo del coro del Maggio che affronterà due veri e propri … mostri sacri, in una particolare versione per pianoforte e coro: il Requiem di Mozart ( versione di Carl Kzerny, 7 novembre) e lo Stabat Mater di Rossini ( sempre nella versione di Kzerny, 23 novembre), entrambi eseguiti nella suggestiva e perfetta cornice dell’Auditorium di Santo Stefano al Ponte. Annullato purtroppo, per motivi di salute del maestro, lo speciale evento fuori programma : Claudio Abbado avrebbe dovuto dirigere in Santa Croce la Messa da Requiem di Verdi, al quale peraltro il Maggio dedica un intero pomeriggio e serata di spettacoli, in occasione del suo duecentesimo compleanno (10 ottobre) in vari ambienti del teatro Goldoni.
Il tutto, come sempre, accompagnato da conferenze, presentazioni e incontri di introduzione agli spettacoli: un programma che punta sulla qualità e che ha le sue linee guida nella didattica e formazione del pubblico, in titoli popolari e produzioni collaudate, concerti con programmi ricercati e raffinati (dalla musica barocca a quella contemporanea), grandi direttori e giovani interpreti. Insomma la sfida continua e si spera che Firenze (e non solo!) e il suo pubblico sappiano raccoglierla e sostenerla.
Inserito da sabyda il 10/09/2013 14:09:33
Per fortuna caporedattore abbiamo una persona come te che ancora parla e ci informa su eventi particolari e molto di cultura. Nn sottovalutiamo la nostra bellissima cultura che fa compagnia ad un turismo che può' attirare molto nella favolosa Firenze, e come tutte le programmazioni nn devono essere a livello settoriale per raggiungere gli obiettivi, ma molto interculturale raccogliendo nn solo ambienti letterari ma anche scolastici e turistici.
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