Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Ormai è diventata una regola utilizzata da molti politici, e non, durante i talk show: appena se ne presenta l’occasione, nel bel mezzo di una discussione televisiva, è di nodale importanza
dire ripetutamente “Mi lasci terminare, mi lasci finire; per favore, io non l’ho interrotta, quindi…!”
Quando, poi, si è arrivati al desiato silenzio sarebbe obbligatorio completare il proprio discorso… e qui sta il problema: di idee – ahinoi! - non ce ne sono più, solo slogan, ripetutti ossessivamente.
Insomma, un astuto metodo, per distinguersi durante una controversia politica, con le telecamere a pochi metri.
C’è chi invece punta al mutismo, restandosene zitto, zitto il più a lungo possibile, facendo delle espressioni sarcastiche e per poi esplodere, quando è interpellato dal conduttore “ Interessante dibattito, stavo aspettando il mio turno!”.
Altra metodologia dei partecipanti ai talk show per eccellere in una disputa è optare per una parola ridetta insistentemente, e ulularla sino allo stordimento, raggiungendo livelli da stadio di San Siro, così da abbuiare del tutto l'oppositore.
Esempio classico è il “Vergogna, Vergogna, Vergogna”, alternato a “Capra! Capra! Capra!” di Vittorio Sgarbi, ripetuto fino al momento della pubblicità, con gli spettatori e i partecipanti svenuti sulle proprie sedie, con i timpani a pezzi.
D’altronde se uno non ha litigato offendendo, o è arrivato ad una vera e propria rissa televisiva, non si sentirà mai una persona importante, un vero personaggio televisivo da ricordare.
E come non parlare del conduttore, del primo della classe, che aspetta con ansia tale bailamme per dimostrare a tutti il suo polso, e dopo un po’, quasi a rispettare il copione di un film visto e rivisto, comincia a minacciare: “ Per cortesia, togliamo l’audio al microfono del dott. Caio, al Senatore Sempronio…” per poi proseguire con totale indifferenza, rivolgendosi ai telespettatori ed esibendo distacco nei confronti dei rumori di fondo degli starnazzanti ospiti.
Si dice che siamo arrivati al punto di non ritorno, che la gente non ne possa più dei dibattiti e delle zuffe televisive e, infatti, anche lo share, in merito ai talk show andati in onda, dimostra la riluttanza dei telespettatori a fermarsi su programmi sempre eguali e sempre con la stessa sceneggiatura.
Penso, però, che molti di loro, i telespettatori intendo, un po’ si dispiacciano che quel ridottissimo livello d’istruzione superiore blocchi le parti avverse nel lasciarsi andare, senza freni inibitori, a dei liberatori vaffanculo, che pur si avvertono incombere sotto le nitide sintassi.
Che nostalgia di Tribuna Politica!
Ecco i deludenti share dei talk show:
Virus, Nicola Porro, RAI2 - 2,3% - una noia mortale
Piazzapulita, Corrado Formigli, La7 - 4,4% - rissa media con conduttore arrogante
Quinta colonna, Paolo Del Debbio, Rete4 – 3,5% - noioso, come l’accento esageratamente toscano del conduttore
Matrix, Luca Telese, Canale5 – 7% - le piccole invenzioni da show non sollevano il talk ampiamente sotto la media della rete
Linea gialla, Salvo Sottile, La7 – noioso con effetti speciali
La gabbia, G. Luigi Paragone, La7 – rissa allo stato puro sollecitata dal conduttore in veste di rockettaro mancato
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