Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
"Essere o non essere, questo è il problema" ("To be or not to be, that is the question “).
Questa è probabilmente la
frase più famosa nella storia del teatro. La pronuncia Amleto, principe di
Danimarca, nel suo monologo nella prima scena del terzo atto della tragedia
scritta da William Shakespeare.
Laurence Olivier, uno dei più grandi attori della storia, nelle vesti di Amleto
"Il mio regno per un cavallo" (Riccardo III)
Nella quarta scena dell’ atto V, re Riccardo III è impegnato in una battaglia campale a Bosworth ed è senza cavallo. Disperato, e nel fragore della lotta, piange inconsolabile: "Un cavallo, un cavallo, il mio regno per un cavallo" ("A horse, a horse, my kingdom for a horse"). Negli ultimi anni del XVI secolo, si crede che William Shakespeare abbia scritto "Vita e morte di Riccardo III", l'ultimo parte della tetralogia sulla storia d'Inghilterra. Dopo Amleto è l’opera più grande di Shakespeare. K.Speacy neI panni di Riccardo III“Se ci pungete, non sanguiniamo?…” ( Il mercante di Venezia)
William Shakespeare è unanimemente considerato il più grande drammaturgo della storia.
Le sue opere sono vere e proprie radiografie della condizione umana, il tutto con l’utilizzo di una bella poesia scritta.
Ne "Il Mercante di Venezia", un lavoro pubblicato nel 1600, il protagonista è Shylock, un vecchio commerciante ebreo e usuraio, un uomo amaro e crudele che non esita ad accettare carne umana per pareggiare un debito.
Il monologo di Shylock, è il pezzo più famoso dell’opera:
" Se
ci pungete non sanguiniamo? E se ci fate il solletico, non ridiamo? Se ci
avvelenate, non moriamo? E se ci fate torto, non ci vendicheremo?
Al Pacino interpreta Shylock
“Che cos'è la vita? Un'illusione " ( La vita è un sogno)
Pedro Calderon de la Barca inaugurò nel 1635 "La vita è un sogno", uno dei più grandi monumenti del teatro mondiale. La libertà del singolo contro il destino imposto è l'ispirazione per il racconto, in cui il principe Sigismondo è rinchiuso in una torre, quando è ancora bambino, dal padre, timoroso di un vaticinio che gli ha predetto che suo figlio sarebbe diventato un re tiranno. Nel suo confino, Sigismondo elabora una profonda filosofia in versi, divenuti poi, molto popolari. Soprattutto il monologo che conclude la seconda giornata: " Che è mai la vita? Una frenesia. Che è mai la vita? Un'illusione, un'ombra, una finzione, e il più grande dei beni è poi ben poca cosa, perché tutta la vita è sogno, e gli stessi sogni son sogni!
Una scena dell'opera di Calderon de la Barca