Un' ideona della riforma Fornero

Per l'INPS donare il sangue è solo un giorno perso

Non saranno più calcolate nel computo pensionistico le giornate in cui i dipendenti hanno lasciato il lavoro per donare il sangue

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Sentite questa: “ Donare il sangue è una grande cosa, ma per l’Inps è solo un giorno perso”.

Lo riporta il Corriere della Sera e la notizia deve veramente far riflettere.

Andiamo per ordine però, senza farci prendere da attacchi dalicantropo imbufalito!

Dopo la geniale riforma della Fornero, che Dio la tenga in salute ma lontana dalla Res Publica, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale non calcola più nel computo pensionistico le giornate in cui i dipendenti hanno lasciato il posto di lavoro perché impegnati nella donazione del loro sangue.

I lavoratori donatori, dunque, dovranno a questo punto decidere se andare in pensione con qualche mese di ritardo, pur avendo ottenuto regolare permesso dal datore, o rinunciare a una quota della retta pensionistica.

Tutto questo, grazie all’ex ministro che con tale provvedimento apre ad una profonda riflessione sul sistema sanitario, per il quale la raccolta di sangue ha un valore importante, se non fondamentale.

Con questa azione, lo sa anche il Cercothipecus Talapòin, si salvano innumerevoli vite e la donazione è una condizione necessaria per il normale prosieguo operativo di Ospedali e Centri Medici.  

A certe persone tale onorevole e nobile gesto conta relativamente poco, atto che termina, per loro, la propria funzione subito dopo il prelievo; stop, poi a casa e zitti!

Ma, chi dona il sangue sa nel suo intimo che un simile gesto ha un importantissimo impatto sociale, perché riesce a migliorare la propria esistenza di essere umano.

Insomma quando siamo lì con l’ago nella vena ci sentiamo tutti migliori, siamo in accordo con la nostra coscienza.

Purtroppo tutte queste bellissime sensazioni vengono, in seguito, ridicolizzate da certe scelte astruse, che trasformano questo eroico gesto in un business dello sconforto.