Berlusconi a sorpresa

È crisi di governo: si dimettono i ministri del Pdl

Per non sottoscrivere l'aumento dell'Iva l'accelerazione alla crisi. Napolitano non farà votare a novembre il cavaliere decadrà e verrà comunque arrestato

di  Totalità

È crisi di governo: si dimettono i ministri del Pdl

«Ho invitato la delegazione del Popolo della Libertà al governo a valutare l'opportunità di presentare immediatamente le proprie dimissioni per non rendersi complici, e per non rendere complice il Popolo della libertà, di una ulteriore odiosa vessazione imposta dalla sinistra agli italiani»

Con queste parole rilasciate alle agenzie da Silvio Berlusconi, poco dopo le 18 di sabato 28 settembre si scatena la bufera sul governo Letta.

Dopo pochi minuti Angelino Alfano - tramite la sua portavoce -, dicendo di parlare a nome di tutta la delegazione del Popolo della Libertà dichiara e conferma:

«I ministri del Pdl rassegnano le proprie dimissioni».

Se c’erano dubbi che ci fosse stato uno dei tanti fraintendimenti che riguardano Berlusconi, il segretario nonché ministro dell’interni e vice premier Angelino Alfano ha fugato ogni dubbio.

La crisi è ufficialmente aperta. L’Iva da primo ottobre aumenterà senza se e senza ma, cosa che avrebbe fatto comunque visto che Letta tornando dal suo giro americano aveva reagito alle ventilate e paventate dimissioni in massa dei parlamentari del Pdl imprimendo un’accelerazione (che sapeva tanto, troppo evidentemente, di sfida al partito di Berlusconi) alla decisione dello scatto di aggravio dell’aliquota.

Una partita a poker dove i giocatori hanno forse tentato il bluf (dimissioni di massa) e hanno ottenuto un vedo con tanto di reazione minacciosa; risultato: il banco è saltato, anzi la partita è andata a ramengo carte buttate via, gioco annullato.

Diciamoci la verità è un disastro!

In queste ore immediatamente seguenti al fulmine a ciel sereno che Berlusconi ha lanciato, le bocche sono più o meno cucite, al massimo un mugugno.

In primis da parte del Pdl . Quagliarello, una delle colombe che avevano dichiarato pessima l’idea di dimissioni in massa dei parlamentari, ha detto che pur dimettendosi parlerà dopo una notte di riflessione.

La figlia di Berlusconi Marina, intercettata davanti al teatro La Scala dove stava recandosi ad ascoltare un concerto, ha detto di non sapere nulla della faccenda.

Da sinistra accusano il Cavaliere di fare i propri interessi a spese dell’Italia, da destra si accusa Letta di aver messo in campo una ripicca (l’aumento dell’Iva) che è costata la crisi di governo.

Se qualcuno si stupisce è un ingenuo.

Se qualcuno pensa davvero che la colpa sia esclusivamente di una delle due parti è in malafede.

No signori, la colpa è di entrambi gli schieramenti, nessuno dei quali ha mostrato in questi mesi e segnatamente in questi ultimi tempi alcuna considerazione (non dico interesse) per il bene del paese.

Nessun vero piano finanziario, il parlamento si è guardato bene dal rinunciare al finanziamento pubblico ai partiti (come pure Letta aveva promesso) tenendosi stretti i soldi per gli apparati e preferendo mettere ancora le mani nelle tasche degli italiani in forma di tasse (iva, tares, e tutte le sigle che vi vengono in mente e soprattutto che ci tolgono soldi).

Non abbiamo letto o ascoltato di una sola proposta che mostrasse la ricerca di una strada per risanare il paese senza che a pagare fossero i soliti noti, quel povero ceto medio che ormai è ridotto a poche sparute unità in via di estinzione. I poveri lo sono sempre di più e non hanno più niente da dare. I pensionati devono mantenere le famiglie dei figli rimasti senza lavoro.

I piccoli imprenditori che non hanno ceduto alla disperazione della responsabilità di non poter più pagare gli stipendi, suicidandosi, ogni giorno che passa fanno un passo avanti nella disperazione.

Il mercato immobiliare è paralizzato (tranne che per le case di lusso) che significa che il solito ceto medio non può neppure pensare di vendere la propria casa per sopravvivere, nessuno ha i soldi per comperarla, fino a quando non si aprirà la speculazione e, a prezzi stracciati, qualche squalo farà affari investendo sulla disperazione di oggi per guadagnare domani.

In compenso, ci dicono che i ricchi sono sempre più ricchi.

Cosa accadrà adesso? Niente di buono, questo è certo.

Quel che non è chiaro, anzi che è nebulosissimo è il cui prodest, a chi giova la crisi di governo? Si dirà che giova a Berlusconi che ha mandato a monte la partita, ma come è possibile? cosa guadagna il cavaliere? Impossibile pensare che egli creda nelle elezioni a novembre che gli eviterebbero il voto di decadenza dal parlamento previsto a metà ottobre, e di conseguenza gli eviterebbero lo scatto delle manette, già pronte da una delle procure che aspettano fameliche di dichiararlo finalmente in arresto (altro che servizi sociali!).

È ovvio che Napolitano non concederà mai le elezioni così a breve, e se si va a primavera Berlusconi sarebbe comunque già agli arresti da qualche mese in attesa di un ulteriore chiusura di indagini con conseguente rinvio a giudizio; infatti prima dell’eventuale scioglimento delle Camere  la giunta per le elezioni e poi il Parlamento a questo punto voterebbero per la sua decadenza.

Da destra diranno che conviene alla sinistra e a Letta che così esce come una vittima della scelleratezza ed egoismo berlusconiano, la sinistra potrà dire, come già sta facendo, che il cavaliere e il suo partito hanno pensato ai problemi giudiziari di uno solo contro gli interessi alla sopravvivenza della maggioranza degli italiani.

Letta da parte sua può accreditarsi come un valoroso civil servant che ha tentato il tutto e per tutto uscendo sconfitto di fronte alla protervia del centrodestra, potrà così presentarsi eroicamente alla guida del Pd, e potrà altresì presentare la propria candidatura alla premiership nelle prossime elezioni, surclassando Renzi, che non a caso in questo frangente sta tacendo (strano per uno che dichiara sempre su tutto con tempi da eiaculazione precoce).

È anche vero però che in ogni caso la sinistra e Letta si porteranno sulle spalle il fardello del non fatto, di un debito pubblico che ha continuato a lievitare, e dell’aumento delle tasse. Quindi niente di buono.

E così andiamo avanti. Niente di tutto questo conviene all’Italia, come non conveniva il governo Letta, come non era convenuto il governo Monti.

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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da ghorio il 30/09/2013 09:41:50

    L'articolo fotografa,in modo esemplare, la situazione politica caotica che si registra in Italia, dove i politici di destra, centro e sinistra pensano ai loro interessi. E' chiaro che nella vicenda non si capisce la fretta del Cavaliere, considerato che non potrà sfuggire alla sua situazione giudiziaria. C'è da sperare che prevalga in buon senso, anche se il Pd, per il vero, pensa al suo congresso e si guarda bene di governare con decisione, visto che Letta appartiene a questo partito. Fare il temporeggiatore non sta giovando a Letta e anche nelle piccole decisioni sembra tentennare. Per esempio il decreto sul blocco dell'Iva andava adottato molto prima. E' Scandaloso aspettare l'ultimo momento. Non parliamo poi di provvedimenti che non trovano poi sbocchi concreti, vedi decreto per il lavoro. IN questi giorni abbiamo la novità dei permessi Avis ,a i fini previdenziali. Un governo serio avrebbe subito fatto un decreto per abolire una norma assurda, mentre su tutto, dopo il clamore, è calato il silenzio. Una cosa è certa : non si può andare ad elezioni con questa legge "schifosa" e con l'Italia che arranca.

  • Inserito da wavettore il 29/09/2013 05:20:51

    Comunismo e di recente anche il Capitalismo sono entrambi falliti per via della stessa malattia apparentemente inguaribile: la corruzione. In una nuova e duratura forma di governo, la Fiducia non potra' piu’ essere una dei suoi componenti. Ogni sforzo dovrebbe essere intrapreso per formare un nuovo tipo di governo, con nuovi meccanismi, che non richiedera’ piu' l’elemento della Fiducia o la promessa di un politico per garantire che la volonta’ della maggioranza sia sempre riflessa nelle leggi di quel governo. Questo sara’ un sistema che potra' migliorare nel tempo la possibilita' gia' esistente di un tale governo strutturato oggi tramite l'uso dell' Internet. Comutalismo e' un nuovo concetto di Democrazia senza politici che e' organizzato tramite Internet e che bilancia i bisogni dell'Individuo con il Rispetto per l'Uguaglianza. Nel Comutalismo, i cittadini voteranno direttamente le leggi della societa' e non piu' i politici. Invece di votare il politico nella speranza che questo rispetti la fiducia del cittadino ed elegga le leggi da questo desiderate, nel Comutalismo sara' il cittadino a votare direttamente le leggi semplicemente cliccando su di una tastiera. Un sistema di governo cosi’ regolato renderebbe responsabile e coscente il cittadino delle scelte della societa' eliminando il costo pubblico dei politici ed anche soprattutto il costo della loro corruzione. http://it.wikiversity.org/wiki/Commutalism http://www.wavevolution.org/it/humanwaves.html#Comutalismo

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