Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Marika Guerrini nasce a Pozzuoli. Scrittrice, indologa, storica dell'Afghanistan, studiosa di antropologia culturale e pedagogica e del pensiero filosofico di Rudolf Steiner. Ideatore del "Sakura Arte Roma" da tempo ha rivolto la sua attenzione alla geopolitica internazionale con particolare attenzione alla regione centro asiatica meridionale India inclusa. Ha vissuto in Afghanistan e Iran. Vive e lavora a Roma. Autrice di "Grigiarancio" Asefi Terziaria 2000 ( seconda ediz. ampliata, Amazon 2011, Smashwords Edition 2011, lulu book 2011); "Massoud l'Afghano il tulipano dell'Hindhu Kush" Venexia 2005; "Afghanistan Profilo Storico di una Cultura" Jouvence 2006; saggi e articoli in volumi collettivi tra cui "Tripartizione Umana ed Educazione" Graus 2007; "L'orientalista guerriero" Il Cerchio 2011. Il suo blog http://occiriente.blogspot.com
l 25 settembre il viceministro Lapo Pistelli in una dichiarazione a Il Mondo, a proposito del processo indiano sul caso Marò, circa la posizione italiana, si è espresso: " ... scelta di una giurisdizione speciale, condivisa; regole da utilizzare in processo, condivise." Parole che sul web hanno scatenato una serie di critiche, a dir poco, secondo cui non si può condividere una giurisdizione che contempli, a monte, la pena di morte eccetera eccetera.
Ora, che la pena di morte in India non contempli casi di questo tipo, è risaputo, così come è ovvio che all'origine della critica ci sia la presunzione, in senso etimologico, circa l'innocenza di Latorre e Girone, meno ovvio, ma possibile, è un fattore d'orgoglio nazionale.
Quel che interessa, dopo aver trattato la vicenda sin dai suoi primi attimi, in pagine frutto di accurata analisi anche in linea diretta con Cochin in Kerala, luogo del misfatto, è, non solo la dichiarazione dell'Italia all'assunzione d'una responsabilità condivisa, ma ancor più la risposta del Ministro agli Esteri Emma Bonino alle critiche:" Non è accertata la colpevolezza e non è accertata l'innocenza, i processi servono a questo." Se prima erano critiche ora sono state tempeste sul web.
Invece, finalmente, sì, finalmente un gesto di obiettiva considerazione della vicenda. Finalmente un atteggiamento corretto e responsabile rispetto a qualsivoglia verità emerga dal processo. Finalmente un comportamento di equanimità circa l'accaduto. Non può che mettere in risalto dignità di Stato, un tale comportamento, serietà, rispetto per la giustizia qualunque sia la bandiera, in luogo di quel precedente, degradante nazionalismo senza senso né verità a cui si è costretto un intero paese per mesi, mesi e mesi.
Nel momento italiano che si sta attraversando, momento in cui valori quali correttezza, dignità, senso di responsabilità, senso dello Stato, la lista sarebbe lunga, sembrano votati alla latitanza, accogliamo ben volentieri e con stima l'equanimità del Ministro agli Esteri Bonino. Che ben venga la tempesta sul web per corretti comportamenti contro corrente.
Inserito da Gianpellix il 04/10/2013 09:54:19
Gentile Signora Marika, nella foga ho dimenticato di inserire il link alla pagina FB. Eccola, tra l'altro già aggiornata con la nuova segnalazione. https://www.facebook.com/nuovarappresentanza/posts/516713981756348?comment_id=3076695¬if_t=like Col. Gianfranco Pelliciari
Inserito da Gianpellix il 04/10/2013 09:45:08
Gentile Signora Marika, a titolo di collaborazione le segnalo come dal mio precedente post sia stranamente "sparita" una frase - critica contro l'operato del nostro governo - che io reputo invece molto importante. Visto che ho l'abitudine di conservare sempre l'originale di ciò che scrivo e la copia di ciò che firmo, mi pregio di riportare di seguito il post nella sua forma integrale che, tra l'altro, ho avuto l'accortezza di postare subito dopo anche sulla pagina FB di un gruppo a cui sono iscritto. "Gentile Signora Marika, lei sarà pure una esperta indologa, una storica dell'Afghanistan e una studiosa di antropologia culturale, avrà pure studiato approfonditamente il caso dei nostri due Marò - e di questo mi permetto di dubitare - ma non mi pare altrettanto ferrata in Diritto Internazionale. A quanto pare, come molti di noi sono - a suo dire - così pervicacemente nazionalisti (e qui cortesemente mi indichi perchè questo sia un difetto) tali da considerare un oltraggio l'atteggiamento del governo indiano nei confronti di due Servitori del nostro Stato e assolutamente succube, imbelle, ignavo il nostro governo, al contrario lei appare abbarbicata altrettanto pervicacemente all'altra sponda visto che pare disconoscere le profonde contraddizioni che inficiano alla base il procedimento giudiziario a carico dei nostri due militari e che lei ha accuratamente omesso nel suo scritto. Questo la colloca sulla scia di coloro percui noi militari si sia tutti dei Rambo scriteriati, dal grilletto facile e colpevoli a priori o, peggio ancora, della semplice carne da cannone sempre pronta ad essere sacrificata per la ragion di stato (noti la minuscola). Si informi, pertanto, su tutta la intera faccenda, acquisisca tutte le informazioni - non solo quelle provenienti dalla sua amata India - e ne tragga le relative conclusioni e corregga il tiro poiché tutto ciò che ha scritto e, soprattutto, ciò che ha omesso non le fa certo onore (d'altronde l'Onore - quello con la "O" maiuscola, non è certo per tutti). Tanto le dovevo – Col. Gianfranco Pelliciari" Sempre per completezza e spirito di collaborazione, la frase "incriminata è la seguente: "... e assolutamente succube, imbelle, ignavo il nostro governo,...". Sicuro che ciò sia stato causato solo da un problema informatico - lungi da me il solo sospetto che sia opera di censura - le riporgo i miei più distinti saluti. Col. Gianfranco Pelliciari P.S.: naturalmente anche questo post andrà ad aggiungersi al mio archivio per poi essere subito dopo pubblicato sulla solita pagina FB (di cui le allego il link, giusto pe completezza... D'altronde, come soleva dire la buon'anima di Andreotti, "A pensar male si fa peccato ma ci si azzecca...").
Inserito da Massimo Rispetto il 02/10/2013 17:41:01
Gentile Signora Marika, esultare per la frase avventata del membro dello staff che gestisce la pagina FB di un ministro della repubblica, come se fosse espressione equanime della Bonino significa: - aver compreso poco della vicenda di cui diserta; - aver compreso poco della linea ufficiale sulla vicenda tenuta e voluta dal governo di cui il ministro fa parte; - aver ignorato un diritto basilare non derogabile del reo, chiunque esso sia: essere giudicato dal SUO GIUDICE NATURALE naturale, non dal primo tribunale a disposizione. Da cio ne consegue che: - la Bonino sostiene in linea col governo che la giurisdizione è italiana; - un anonimo membro del suo staff dice il contrario; - lei esulta. Tragga da sola le dovute conclusioni. Massimo (Roma)
Inserito da Gianpellix il 02/10/2013 14:20:16
Gentile Signora Marika, lei sarà pure una esperta indologa, storica dell'Afghanistan e studiosa di antropologia culturale, avrà pure studiato approfonditamente il caso dei nostri due Marò - e di questo mi permetto di dubitare - ma non mi pare altrettanto ferrata in Diritto Internazionale. A quanto pare, come molti di noi sono - a suo dire - così pervicacemente nazionalisti (e qui cortesemente mi indichi perchè questo sia un difetto) tali da considerare un oltraggio l'atteggiamento del Governo Indiano nei confronti di due Servitori del nostro Stato, al contrario lei appare abbarbicata all'altra sponda visto che disconosce le profonde contraddizioni su cui si basa il procedimento giudiziario a carico dei nostri due militari talchè, nonostante ciò e come si può vedere, tutto ciò è stato da lei accuratamente omesso nel suo scritto. Questo la colloca sulla scia di coloro percui noi militari si sia tutti dei Rambo scriteriati e dal grilletto facile, oppure della semplice carne da cannone pronta ad essere sacrificata per la ragion di stato (noti la minuscola). Si informi, pertanto, su tutta la intera faccenda, acquisisca tutte le informazioni - non solo quelle provenienti dalla sua amata India - e ne tragga le relative conclusioni, altrimenti tutto ciò che ha scritto non le fa certo onore (d'altronde l'Onore - quello con la "O" maiuscola, non è certo di tutti). Tanto le dovevo - Col. Gianfranco Pelliciari
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