Tiri di schioppo

Gli aforismi bigami di Marcello Veneziani

Superuomo, il Novecento, la televisione, gli intellettuali.

di Marcello Veneziani

Gli aforismi bigami di Marcello Veneziani

Nietzsche notava l’avvento dell’ultimo uomo e sognava l’avvento del superuomo. Non aveva previsto che si sarebbe realizzata la terza via, l’avvento del super-ometto, ovvero l’ultimo uomo con pretese da superuomo.

Ogni sregolatezza cerca un genio per darsi un blasone.

Il Novecento è il secolo in cui il futuro divorò il passato e fu a sua volta divorato dal presente. Le fedi, secolarizzate in ideologie, volsero in nichilismo.

L’intellettuale organico fu un frutto maldestro del Novecento. Ma l’eredità peggiore che ci ha lasciato è il suo figliastro, l’intellettuale inorganico, essere non vivente ma seccante, appartenente ad un mondo culturale inanimato che si confonde con il regno minerale.

Delle vecchie idee e ideologie sono rimaste solo le bucce. Ma in assenza di idee nuove, basta una buccia per mandarti a terra.

Il telecomando è l’ultimo scettro rimasto nelle mani del popolo sovrano come il cellulare è l’estrema forma di socialità concessa ad una massa di solitari. La tv è l’unica evasione per detenuti in celia d’isolamento.

La tv è quell’elettrodomestico che prende ascolti da destra e confeziona programmi di sinistra.

La forza della tv è dare a tutti la percezione di partecipare ad un Evento ove la microimbecillità di ciascuno si rispecchia nella macroimbecillità dell’epoca. Un fenomeno di socializzazione delle stupidità private che dà l’impressione di partecipare allo Zeitgeist, lo Spirito del Tempo. E invece è solo l’organizzazione industriale della demenza.


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