Cruciani e Parenzo bocciati!

A Radio Belva l'Oscar quale trasmissione più trash del suolo terracqueo

Un talk show in cui si è parlato a vanvera per circa tre ore del nulla, senza la minima notizia di rilievo, né informazione interessante

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Prima di scrivere questo breve pezzo sulla chiusura di Radio Belva, da parte della dirigenza di RETE4, mi sono voluto rivedere il programma perché in molti mi hanno parlato di totale TV spazzatura e che trash così di trasmissioni non ne verranno realizzate più.

Sospeso, dopo la prima puntata, il programma di Giuseppe Cruciani e David Parenzo ha deluso negli ascolti e disgustato le persone con una minima capacità di intendere e di volere.

I telespettatori nauseati che hanno assistito a tale scempio sono stati 670.000, per uno share del 2,8%, arrivando a fare peggio di Linea Gialla, la trasmissione di Salvo Sottile, l’unico presentatore che riesce a sostituire il Tavor prima di dormire .

Radio Belva è, era, un talk show in cui si è parlato a vanvera per circa tre ore del nulla, senza la minima notizia di rilievo, né informazione interessante.

Però, in compenso, se i numeri non sono stati dalla parte del duo Cruciani-Parenzo, di lordura come parolacce, offese, minacce, grida e improperi, ce n’è stata tantissima.

L’immancabile Sgarbi è sembrato quasi teleguidato, a tal punto che ogni suo gesto, ingiuria, insolenza, parevano già studiati su un copione teatrale.

Riprovevole, infatti, nella sua mal riuscita interpretazione, la rissa con Cruciani, che ha fatto capire perché quest’ultimo è un appassionato fan di Gianfranco Funari.

Per non parlare del “sei una troia” inviato dal cortese Vittorio all’indirizzo della Parietti.

Insomma ecco perchè, Radio Belva, fortunatamente, è stata bloccata.

Da Cruciani e Parenzo non poteva nascere che uno sgorbio di creatura, che ha tentato di fare qualche claudicante passo, ma che poi è miseramente caduta mostrando tutta la sua fragile impalcatura.

Sono state fatte vedere e sentire, in prima serata, cose che non si possono vedere né sentire in onda, e che un’emittente televisiva non deve assolutamente permettersi di trasmettere.

Se questi sono i nuovi volti e i nuovi programmi che segneranno il futuro della televisione c’è, allora, da rimpiangere i Vespa, i Costanzo, i Santoro e via dicendo; in sostanza vale il detto “andava meglio quando andava peggio!”

Tutti sappiamo che la via della sperimentazione è colma di agguati, qui almeno chi di dovere si sarà reso conto che certi archetipi devono essere banditi e combattuti con altre forme e modi di televisione che non prevedano più simile sciatteria umana.