Servizio pubblico nella bufera

L'Ordine dei Giornalisti contro Santoro: Non si tutelino solo i diritti delle amiche

Paolo Pirovano, segretario nazionale dell'OdG ha annunciato di aver inviato un informativa all'ordine regionale di competenza

di  Totalità

L'Ordine dei Giornalisti contro Santoro: Non si tutelino solo i diritti delle amiche

Anche l’Ordine dei Giornalisti ha preso una posizione assai dura nei confronti della puntata di ieri di Servizio pubblico condotta da Michele Santoro nella quale, come abbiamo scritto, l’informazione giornalistica è stata sacrificata sull’altare di certo moralismo pettegolo sposato con il sensazionalismo di chi spia dal buco della serratura l’intimità privata e i dati sensibili di una persona-

Giornalismo assai poco etico che ha oltretutto indotto Francesca Pascale, accusata anche di essere lesbica (come se fosse una colpa o un torto di cui rispondere pubblicamente) ad annunciare una  querela con la richiesta di risarcimento di 10 milioni di euro.

Si apprende dall'AdnKronos che a proposito della trasmissione di giovedì sera, il segretario nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Paolo Pirovano, in una nota ha dichiarato: «Guardando la puntata di Servizio pubblico andata in onda ieri sera su La7, ho capito che per Santoro esistono donne di Serie A e donne di Serie B. Probabilmente, secondo lui e secondo coloro i quali amano spiare dal buco della serratura, i diritti da tutelare, per quanto riguarda i dati sensibili, valgono solo per le loro amiche».

Così a proposito dell’intervista a Michelle Bonev: «Ricordo a Santoro che fin quando esiste l'Ordine, le regole vanno rispettate e sono uguali per tutti. Per questo ho già chiesto agli uffici di inviare una informativa all'Ordine regionale competente»

Resta da sapere se Anna Paola Concia, che dei diritti delle lesbiche ha fatto una bandiera, si esprimerà in qualche modo, visto che ieri sera l’omosessualità femminile è stata trattata come un marchio da rinfacciare e una colpa di cui vergognarsi. Oppure se i diritti omosessuali, e il diritto alla riservatezza dei dati sensibili, da difendere sono solo quelli delle persone di sinistra o comunque politicamente accettabili e amiche

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