Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Ciao babbino adorato, ti scrivo perché ormai da tanti anni parlarti non è più fattibile.
E’ uno dei tanti modi per averti sempre accanto, anche quando son parecchio giù, come oggi.
Da quando te ne sei ito, come avrebbe detto la nonna Milta, m’è davvero successo di tutto, sia nel bene che nel male.
Ecco, ora sono in questa seconda fase, e non passa dì che non pensi al momento meraviglioso nel quale potrò riabbracciarti.
Tu sei volato via, lasciando una voragine nel mio cuore, ma dovevo pur andare avanti, me lo dicevi sempre te.
Non abbiamo trascorso tantissimi momenti assieme, ma sempre molto intensi, come due persone che si amano davvero, senza tanti fronzoli.
Babbino, sono tanto giù, e mi mancano quelle tue brevi ma calde frasi che sapevano rincuorarmi e rendermi nuovamente sereno.
Nonostante siano passati parecchi anni da quando non ci sei più, non transita giorno che non ti pensi o rammenti con qualcuno; ricordo come fosse ieri, macché dieci minuti fa, i nostri momenti più belli e, anche, quelli meno positivi.
Non esisterà mai più un uomo par tuo, che abbia saputo donarmi quel grande rispetto per la vita di cui ti nutrivi.
Caro babbino mio, adesso scommetto che stai correndo a braccetto col tempo, questo signore che è stato molto avaro con te.
Io corro con te nei sogni, perché ho il tuo sangue, perché ricordo i tuoi bellissimi occhi, e i tuoi lisci capelli neri, mentre sulle spalle trasporto il peso di una vita che si fa sempre più affannosa e cupa.
Ogni giorno è un giorno ove mi manchi di più, e più penso a
te più vorrei raggiungerti; la tua assenza è impossibile da colmare.
Di una cosa sola son contento, babbino caro, che da lassù mi regali il sentore
della tua presenza, sollevandomi d’incanto dal mio disperato torpore
malinconico di figlio.
E questo non è un piccolo conforto, anzi, è immensamente consolante il saperti su una stella a contemplarmi con la tua solita elegante serenità.
Perdonami, adorato babbino, se la malinconia oggi è così
devastante da togliermi il respiro, se nel guardare avanti, non mi sovvien più
la voglia di lottare.
Sai, sarà solo un attimo, la disperazione di un istante, perché poi penserò a
tutto quello che m’hai insegnato a osservare al di là di questa realtà e,
credimi, sto imparando a farlo per benino.
Ora, babbino caro, ti saluto!
Sto già meglio, soprattutto perché mi piace pensare che un
giorno potremo
di nuovo incontrarci, lassù, da qualche parte...nei pressi di una stella.
Inserito da bea.wengel il 30/10/2013 16:57:34
Sono sconvolta di queste parole, di questa lettera. Quanto amore profondo ed eterno per il padre che non c'è più che il figlio ha la visione essere vicino a lui. Quanto forte la sensazione e pure la delusione per il vuoto che ha lasciato a suo figlio. Quanto forte la coscienza che il padre, lassù, gli sempre è vicino. Quanto forti furono le parole del padre che il figlio sente ancora oggi comprensione ed non perde la speranza, trova la forza di andare avanti, ciononostante le difficoltà in cui vive. Sono tanto commossa e triste che ci sono le persone bravissime, amate che se ne vanno troppo presto.
Inserito da sabyda il 30/10/2013 15:06:18
LE persone perché sono SAgge... ci sara' un perché, eccolo spiegato con emozioni e sentimenti di un figlio nei confronti di un adorato babbo, nn solo perché porta il sangue delle sue vene, ma perché con molta saggezza ha saputo insegnare nel poco tempo passato e trascorso insieme, tutto cio' che è necessario nel corredo della vita, il male e il bene e soprattutto nei giorni di infelicita' e di oscurita',,, che tutti noi.... tutti noi passiamo, ad osservare al di la' della realta' come dice lo scrittore e la frase molto significativa " STO IMPARANDO A FARLO PER BENINO", mi ha colpito in maniera spaventosa. Lettera travolgente.
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