Diritto meno cinico, ma...

Il Caso Ligresti- Cancellieri - Berlusconi e la non coerenza della legge in Italia

Il problema, che suddetto caso fa emergere, è quello di migliaia di carcerati italiani che non posseggono simili amicizie, che non reggendo la vita di reclusi finiscono con l’ammalarsi o il suicidarsi

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Il Caso Ligresti- Cancellieri - Berlusconi e la non coerenza della legge in Italia

Cancellieri-Ligresti-Berlusconi

La legge in Italia è uguale per i soliti noti.

Il Ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri ha alzato la cornetta del telefono e ha chiamato un ispettore del ministero per prendere le parti della sig.ra Giulia Ligresti, in carcere a Torino, persona che la Cancellieri conosce da molto tempo essendo amica della famiglia, famiglia che, guarda caso, sta dando un lavoro al figlio, sì al figlio del ministro della Giustizia.

Conflitto d’interessi dite voi? Macchè, può sembrare, ci si può avvicinare, ma poi se ci pensiamo i conflitti d’interessi sono altri!

Torniamo alla notizia: nel giro di qualche giorno la Ligresti viene liberata e, ieri, ma pensa te, la Procura di Torino di sua spontanea volontà sparge la voce che ogni cosa è avvenuta nel massimo rispetto delle regole, arrivando, addirittura, a dire che ci saranno diffide se qualcuno oserà pensare ad una correlazione tra pressione politica et scarcerazione.

Il tutto è stato fatto nell’unico intendimento possibile, quello umanitario, dal momento che la signora Ligresti erano mesi che stava male fisicamente e psicologicamente.

E questo fatto rende, effettivamente, più umano anche il cinico mondo della politica: un esponente del Parlamento, un ministro e per di più della giustizia, che chiede un aiuto affinché una sua amica esca dallo scomodo Grand Hotel Carceri d’Italia; c’è solo da battere le mani.

Il problema, che suddetto caso fa emergere, è quello di migliaia di carcerati italiani che non posseggono simili amicizie, che non reggendo la vita di reclusi finiscono con l’ammalarsi o il suicidarsi, molti dei quali pur essendo innocenti.

Poi, è inutile far finta di niente, sebbene la vera, grande parzialità sia nella fattispecie appena sopra esposta, come non paragonare il caso Giulia Ligresti a quello di Silvio Berlusconi del rinomato affaire Ruby?

Anche qui c’era un importante esponente del governo che telefonava ad alcuni funzionari della Questura di Milano, anche qui veniva chiesto soccorso per spalleggiare la custodia, secondo giurisprudenza, di una giovane sua conoscente posta in stato di fermo dalla polizia.

Or dunque i due fatti possono essere paragonati? Ci sono delle grosse similitudini?

Sì, risponderanno le persone non affette da totale leucotomia cerebrale; c’è però un’ unica differenza, che il Cav. si è poi beccato 7 anni.

A questo punto se di reato si tratta, l’avrebbero commesso sia il Ministro della Giustizia sia l’ex Premier, con l’unica variante fondamentale che la donna è sempre stata a fianco della magistratura e l’altro un pochettino, ma solo un pochettino meno…

Fatto sta che ancora una volta la legge in Italia viene interpretata a favore, sempre e comunque dei soliti noti…

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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da la povera vedova il 01/11/2013 14:59:54

    Mio Dio, ditemi se è ancora valida la famosa massima latina "EXCUSATIO NON PETITA ACCUSATIO MANIFESTA" e poi lasciatemi alle preghiere in memoria della buonanima che in vita si è nutrito di pane e latino.

  • Inserito da sabyda il 01/11/2013 11:41:16

    Detto bene, il signor Massimo Melani, con la frase che ultima l'articolo in questione. Quello che noi conosciamo di vero se la paragoniamo ad un grafico a torta, è solo la fessura di una percentuale minima di tutto cio' che c'è da sapere e soprattutto della verita'. Viene messo in dubbio tutto lo stato giuridico e la giustizia che risale agli antichi... ma cosa ci vogliamo siamo lo stivale che affonda invece di tenersi a galla.....

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