Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Francamente trovo incomprensibile la strenua difesa della Cancellieri, e di una parte del mondo della politica in merito alla sua immacolata, per lei, intercessione nel caso Giulia Ligresti.
Il ministro e un gruppo di parlamentari si stanno chiudendo in un’ostinata tutela del suo operato, nonostante, le polemiche piovano da qualunque parte ci si volga.
Impassibili del fatto che in un equivalente e addirittura meno grave episodio in cui fu implicato il ministro dello sport Josefa Idem, ne pretesero senza tanti scrupoli, e con molta fretta, le dimissioni.
Quanto scritto, non per denunciare un reato, ma semplicemente per evidenziare la totale assenza di forma.
Già più volte da queste nostre pagine abbiamo argomentato in merito alla classe e allo stile, affermando che oramai si tratta di un sentimento smarrito e antiquato, una peculiarità che in Italia, il Paese più invischiato nei casi di conflitti di interesse d’Europa, il tutto prende la forma di una fantasma, invisibile e impalpabile, una condotta magniloquente di tanti e tanti anni addietro.
Inoltre, sta sparendo nella società di oggi, tra i cosiddetti politicanti, un altro impulso che è quello dell’imbarazzo, del disagio, quella sensazione di negligenza o di deprimente vergogna che si avverte dopo aver compiuto determinati atti.
Insomma, nell’intervenire mediante telefono a favore di un recluso conosciuto e potente, e in primis, giustificando tale azione, il Ministro della Giustizia si è rivelato nella circostanza individuo mancante di stile.
Lo scorso giugno la Idem, ministro per le Pari opportunità, lo Sport e le Politiche Giovanili, è stata obbligata a rimettere le dimissioni per non avere pagato l’Ici per la sua palestra.
In aggiunta, l’ex campionessa olimpica, la sua irregolarità l’aveva compiuta prima di diventare ministro, mentre la Cancellieri l’ha fatta in veste di ministro.
Ma, nessuno ne vuol tenere conto.
Infatti, nessuno del Governo possiede ciò che si chiama classe, ha il dono dello stile e della forma, ma solo ed esclusivamente la virtù inquietante del compromesso.
Inserito da saldigua il 05/11/2013 19:53:09
il problema di fondo è che nessuno pensa, da Berlusconi alla Cancellieri (ed a tutti gli altri politicanti), che in quanto soggetto politico deve vivere in una casa di vetro ove ciascuno di noi ha il diritto di guardare e la giusta aspettativa di vedervi un comportamento assolutamente corretto: "adamantino". Mancando questa coscienza, non possiamo aspettarci nulla. D'altronde quello che sta succedendo negli scranni più alti è la copia di quello che succede in quelli più bassi: vedi i vari consiglieri regionali che tutti fanno la cresta sulla spesa; vedi la sfida a coltellate fra Renzi e Cuperlo (coscienti entrambi che chi vince domani sarà il padrone delle ferriere per almeno un decennio in italia). E' da rifondare la classe politica, ma per fare questo è da rifondare la ns. cultura, riappropriandoci della ns. storia e dei valori che ormai, da mezzo secolo ad oggi, sono stati dolosamente cancellati da alcuni, con colpevole indifferenza di tutti.
Inserito da ghorio il 05/11/2013 12:54:46
Le considerazioni di Massimo Melani sono di una correttezza esemplare. Ma, diciamolo francamente, lo stile non è di casa in Italia. Se si guardasse allo stile, molti dei nostri politici e tecnici dovrebbero stare a casa. Quanto alla Cancellieri non mi pare che il suo atto sia da "fucilazione". Poi è chiaro che ognuno possa avere opinioni diverse.
Inserito da bea il 05/11/2013 11:42:28
Nel Governo i vizi regnano sulle virtù. Stile? Classe? Forme? Sembrano parole straniere. Peccato ma vero.
Inserito da sax il 05/11/2013 11:34:03
Ottimo articolo, complimenti, anche se non ha puntualizzato che il caso è ancora peggio di quello del Cavaliere; molto peggio!
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