Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Thierry Paulin, il mostro di Montmartre
Il 5 ottobre del 1984 due uomini attaccarono un'anziana signora di 91 anni rubandole tutti i suoi risparmi non prima però di averla legata, imbavagliata e picchiata a sangue.
Una delle vittime
Quando fu ritrovata, a causa del suo stato mentale, fu incapace di proferire parola, ma soprattutto di fornire una benché minima descrizione degli aggressori.
Lo stesso giorno presero di mira un’altra donna di 83 anni, la quale ebbe sorte peggiore della precedente in quanto dopo averla immobilizzata e picchiata la soffocarono con un guanciale; il tutto per rubarle 250 franchi.
Il corpo verrà in seguito rinvenuto vicino a una discarica legato con una corda da tenda. Quattro settimane più tardi sarà la volta di una 89enne, soffocata con un sacchetto di plastica, per rubarle 500 franchi e un orologio del valore di 300 franchi.
Da lì i crimini iniziarono a diventare sempre più violenti e di estrema crudeltà.
Paulin nel night club
La successiva vittima fu un insegnante in pensione di 71 anni, che dopo essere stata imbavagliata e legata con un cavo, venne colpita con tale forza che il suo naso e la mascella divennero praticamente irriconoscibili.
Poi usarono una sciarpa per strangolarla. L'autopsia rivelerà che la maggior parte delle ossa del lato destro del corpo furono distrutte. L'assassinio fruttò circa 10.000 franchi.
Due giorni dopo, venne rinvenuto un nuovo cadavere, una donna 84enne, che fu selvaggiamente colpita da diversi colpi al viso, torturata e infine uccisa.
La sua bocca e la gola furono bruciate con l'acido, dopo che fu costretta a ingerire quel liquido, forse per farla confessare dove teneva i soldi. Si stima che il bottino sia stato di circa 500 franchi.
Altri efferati delitti continuarono nei giorni successivi sino a raggiungere la terribile cifra di otto donne brutalmente picchiate e assassinate in sole cinque settimane.
La polizia riusciva a malapena a fare un controllo ispettivo sulla scena di un crimine che già le veniva notificato un altro caso di omicidio.
Una rivista parla di lui
Il furto di denaro sembrò essere l'unico motivo di quei crimini brutali, ma gli importi erano così ridicoli che la polizia respinse velocemente l'ipotesi.
Quando gli inquirenti cercarono di creare un profilo dell’assassino, la cosa risultò quanto mai difficile, perché i reati non rientravano in alcun modello noto. L'assassino non mostrò mai alcun movente sessuale, nonostante lo sconcertante sadismo e la brutalità dei suoi crimini.
Gli investigatori dedussero subito che doveva trattarsi di una persona senza un lavoro fisso, affascinante e di bella presenza, perché nelle ore in cui venivano perpetrati gli omicidi, il killer non doveva mai forzare una serratura o abbattere un vetro.
Dalle ferite delle vittime, fu anche pensato che fosse una persona giovane e forte, ma tutto ciò non risultò sufficiente a catturare il killer rapidamente.
France Soir e il mostro delle vecchie signore
Gli omicidi di donne anziane divenne, in quel periodo, il principale argomento di conversazione in tutta Parigi e provocò le proteste e le manifestazioni della popolazione contro questi efferati assassinii. A poco a poco il panico iniziò a diffondersi dappertutto e furono prese grandi misure di prevenzione ed emergenza.
Nell'estate del 1986, due anni dopo il suo inizio, l'assassino aveva già ucciso sedici anziane donne.
Gli agenti non poterono certo sospettare che il temutissimo omicida seriale giacesse dietro le sbarre di una prigione per spaccio di cocaina.
Quell’uomo altri non era che Thierry Paulin.
Nato il 28 novembre 1963 sull'isola caraibica della Martinica, venne subito abbandonato dal padre. La madre, di 17 anni, lo affidò, allora, a sua nonna che gestiva un ristorante e non aveva tempo di occuparsi del nipote, il quale trascorse i primi anni di vita privo di ogni affetto familiare, diventando un ragazzo difficile e violento.
Pochi anni dopo la madre tornerà a casa con un altro uomo da cui avrà tre figli, ma lui ben presto si stancherà del carattere di Thierry e lo convincerà a spostarsi in Francia dal vero padre, e lontano dalla famiglia.
Giunto nel nuovo Paese scoprirà che il padre si è risposato e che ha due figli, così per il giovane integrarsi nella nuova famiglia sarà tremendamente difficoltoso.
A 18 anni, mentre sta facendo il servizio militare, entra in un supermercato e dopo aver minacciato il proprietario con un coltello da macellaio scappa con tutti i soldi del registratore di cassa. La proprietaria però riesce a identificarlo e Thierry viene arrestato e passa una settimana in carcere.
Dopo aver completato il servizio militare, si stabilisce a Parigi, integrandosi rapidamente nella comunità degli omosessuali della città. Ottiene un lavoro in un night club specializzato in spettacoli di Drag queen. Lì incontra il suo primo compagno di vita Jean Mathurin.
In quel locale Thierry comincia a esibirsi come travestito e arriverà ad invitare sua madre per vedere un suo spettacolo; che impressionata di ritrovare suo figlio in tali condizioni, uscirà prima della fine, respingendo di fatto la sua omosessualità.
Nel frattempo, lui e il fidanzato decidono di andare a vivere insieme e si trasferiscono in un hotel di lusso.
A quel tempo la coppia vive agiatamente e nel lusso, mangia in ristoranti famosi e partecipa alle feste più alla moda della città.
Ma, i soldi finiranno di lì a breve e, con essi, la bella vita; inizierà una profonda crisi con scene di gelosia e litigate furibonde.
A causa di ciò devono trasferirsi in un alloggio più economico e cercare di limitare i tanti debiti fatti.
Thierry, così, decide di darsi alle piccole truffe, alla droga, spaccio e furto di carte di credito per cercare di saldare almeno in parte quanto deve ai creditori.
A Parigi, durante la notte, lavora in un locale, dove nessuno rimprovera il suo comportamento, così da renderlo libero di uccidere senza destare alcuna curiosità.
La sua predilezione per le donne anziane non sarà mai spiegata.
“Forse la sua infanzia
fu popolata da vecchie signore che non smisero mai di giudicarlo e rimproverarlo,
e così provò a liberare Parigi da queste donne odiose”.
Questa, una delle spiegazioni alle sue azioni, rilasciata da uno psicologo
criminale.
La sua costante preoccupazione era richiamare l'attenzione degli altri, essere sempre circondato di gente ed invitarli alle sue feste, tutto quello cioè che gli garantiva una grande quantità di amici a cui vendere droga, alcoolici e oggetti rubati.
Infatti, una volta in carcere, Thierry si prodigherà a chiedere tutti gli articoli di stampa che riguardano le sue imprese criminali.
Sempre un accanito narcisistica, il suo aspetto fisico rimarrà la sua ossessione.
Prima di essere imprigionato gli vennero prese le impronte digitali, ma a quei tempi i sistemi informatici che disponeva la polizia erano abbastanza limitati, per tale motivo risultò così difficile associarlo ai delitti delle anziane signore.
A peggiorare le cose fu il fatto che Thierry era stato arrestato non a Parigi, ma in un altro quartiere, e le tracce invece erano state salvate in altri schedari. Inoltre, il reato per il quale era stato accusato non richiedeva gli stessi accorgimenti degli imputati con l'accusa di aggressione o omicidio, e, pertanto, nessuna prova poteva incriminarlo, e nessuno poteva immaginare che quell'uomo era l'assassino di sedici donne.
Quando Paulin verrà liberato, dopo aver trascorso dodici mesi di carcere per spaccio di droga, riprenderà le sue vecchie abitudini. Una di esse è continuare a uccidere, mentre la polizia di Parigi sta ancora indagando sui precedenti crimini.
Ma stavolta gli agenti avranno un asso nella manica: la prima vittima di Thierry, la signora di 91 anni, che era stata attaccata per i suoi risparmi, si era ripresa dal trauma e tre anni dopo ha dato agli inquirenti una descrizione dettagliata dell’ aggressore.
Immediatamente l’identikit viene distribuito a tutte le stazioni di Polizia e appeso nei locali di Parigi, cosicché alla fine Thierry viene presto identificato e arrestato.
Dopo aver controllato che le sue impronte digitali corrispondessero a quelle prese sulla scena del crimine, verrà interrogato senza pausa per 43 ore, e finalmente esausto confesserà di essere l’ autore di oltre 20 reati.
Quello che lasciò attoniti i poliziotti, era l'indifferenza con la quale Thierry descriveva i suoi omicidi, assolutamente incapace di comprendere la terribile gravità di quello che aveva fatto.
Le ragioni che hanno portato l’omicida a commettere questi crimini restano tuttora un mistero, e anche gli psichiatri non sono riusciti ad andare più in là nell’affermare che tutto era dipeso, forse, da problemi nel periodo dell’infanzia.
In effetti, il criminale non ha mai avuto nessuno che lo volesse accanto o gli donasse un po’ di affetto.
Prima dell’adolescenza fu dato in custodia alla nonna, poi alla madre e infine al padre, ma tutti, dopo poco, tendevano a rimuoverlo dalle loro vite, facendolo sentire un rifiuto umano.
Inoltre, l'inclinazione omosessuale ebbe a suscitare un disprezzo generale tra i suoi familiari.
Privato di ogni forma di affetto, provò un senso di repulsione per gli anziani.
La totale mancanza di amore nei suoi confronti, lo indurì a tal punto da ignorare qualsiasi tipo di sofferenza, fosse vittima o carnefice di se stesso, diventando un individuo spietato. Lo dimostrano le sue successive dichiarazioni alla polizia: " Io attacco solo le persone deboli."
Infine confessò di aver sempre agito da solo e che il suo amante Jean Mathurin aveva preso parte solo ai primi crimini.
La giuria l’accusò di essere il colpevole di omicidio e rapina in diciotto occasioni.
Mentre stava scontando la sua pena, il 16 aprile 1989 morì nella sua cella, a causa dell’ AIDS, all’età di ventisei anni.
Inserito da sabyda il 09/11/2013 13:01:07
Pena per le anziane vittime, e pena anche per il Mostro che della sua vita ha goduto ben poco. Vittime a suo tempo e anche dopo di una societa' per cui nn cura per niente situazioni border line, al limite della sopravvivenza sia fisica, ma soprattutto psicologica. Prevenire e nn curare, andrebbe fatto nn solo per carie dentarie, ma a livello neuropsichiatrico la' dove le situazioni sono precarie, nn ci sono ruoli genitoriali o addirittura rifiuti continui. Studi hanno scoperto che rifiutando una gravidanza a livello psicologico della madre, il feto subisce un tale stress... e quando sara' un bambino potrebbe avere comportamenti autistici; figuriamoci quando c'è un rifiuto esplicito da parte dei genitori. Troppe cose andrerebbero riviste, ma ognuno se ne sta a coltivare il proprio orticello e nn fa niente per l'altro.
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