Editoriale

Storace prova a unificare la destra, ma quali sono le idee, i progetti, i programmi?

Riunite a Roma le varie "anime" della sedicente destra, ma non è chiaro per fare cosa e per andare dove

Giovanni F.  Accolla

di Giovanni F.  Accolla

i chiamerà Alleanza nazionale? Lo spero. Vogliamo chiamarla in un altro modo? Ne discuteremo. Vogliamo fare le primarie? Certo - ha sottolineato Storace - potremmo, ma quando guardo a quelle del Pd, mi chiedo se quello sia il modo giusto».

Il punto per l'ex ministro di An è che «oggi otto soggetti sono qui per farne uno: dicono che ci sono troppi partiti, noi vogliamo levarne dieci per farne uno a destra. E' unità quella che predichiamo e spero che cessi la guerriglia a destra, non ha senso litigare con chi ha indossato la stessa maglietta. Io voglio che si sia tutti uniti, lo dico anche a chi non è qui».

Il messaggio è chiaro, i destinatari lo sono altrettanto. Francesco Storace, Adriana Poli Bortone leader di Io Sud, Luca Romagnoli della Fiamma Tricolore e Roberto Menia del Fli (ma ancora esiste?), oltre ad alcuni esponenti di alcune associazioni, realtà locali e gruppi di giovani sorti sui social network; sono partiti verso nuovo partito. La destinazione, però, almeno per me, non è ancora abbastanza evidente. 

L’idea di trovarsi in un unico progetto che unisca i tanti soggetti della destra italiana, non può che trovarmi d’accordo – l’ho scritto e sostenuto in più riprese da questa testata -  ma il metodo e quindi il fine, non possono certamente passare in secondo piano. L’obiettivo è la rinascita di An? Sarà mica una questione di contenitori? Anche l’acqua e l’olio li possiamo versare nel medesimo bicchiere! Stare assieme, insomma, non basta. Ci vuole di più, c’è bisogno di una visione e, soprattutto, di donne e uomini nuovi. Perché qualcuno - in tutta la destra - se la dovrà pur prendere qualche responsabilità (soprattutto nel fare un definitivo passo indietro).

Così, francamente, come mi ha lasciato perplesso vedere coagularsi intorno a Giorgia Meloni anche improbabili arnesi della prima e della seconda Repubblica, pronti e buoni soltanto per il riciclo, anche nel nuovo soggetto che ha preso il varo al Parco dei Principi a Roma, vedo poche novità. Tanto che Storace, in fin dei conti, mi sembra il più nuovo. Il meno usato. O meglio, il meno usurato.

E poi le idee? Quali sono le idee della nuova destra che si chiami An o meno? Beppe Grillo «vince perché non c'è una destra seria in questo Paese. Se torna una destra seria quello perde» ha detto Storace, e noi che dobbiamo capire? Che la nuova destra immaginata dai neo-An vuole sottrarre elettorato al Movimento 5 Stelle? Mettersi a rincorrere Grillo è un po’ poco, anche se è vero che su alcuni temi importantissimi e oggi cruciali (appena superficialmente trattati da Grillo), il centro-destra in questi ultimi anni è stato troppo tiepido e per giunta prigioniero del bon ton imposto tanto dal governo Monti che da quello ora presieduto da Enrico Letta. E lo è stato, diciamola tutta, soprattutto per mero spirito di immediata sopravvivenza dei singoli. Ne più, né meno.
Tra i punti fermi del programma di riferimento citato da Storace, il rapporto con l'Europa che direi da sottoscrivere senza dubbi: «Noi - ha detto - vogliamo un’Europa libera, noi non siamo contro l'Europa, anzi noi vogliamo una Europa dei popoli, non vogliamo essere schiavi di una moneta. Ora c'è una moneta che determina la politica degli Stati, noi vogliamo degli Stati che determinano la politica della moneta».

Credo che anche nel partito di Giorgia Meloni, Guido Crosetto e Ignazio La Russa molti sottoscriverebbero queste parole (molti, non tutti), anche se metodologicamente, rispetto a Storace, con Officina per l’Italia il FdI ha iniziato un altro percorso, ovvero quello di allargare non solo semanticamente i confini della destra. Idea a mio avviso politicamente più intelligente, ma anche più rischiosa dal punto di vista della riconoscibilità e, in fin dei conti, dell’identità e, infine della proposta politica.

Se da una parte, quella di Storace, si rischia l’operazione nostalgia e un difficile ricambio generazionale (con poche possibilità elettorali), per i Fratelli d’Italia il pericolo è quello di una destra che soccombe per stratificazione. L’azzardo è quello che, tra un Terzi i Sant’Agata, un Ciocchetti e una spinta neo-liberale, si finisca per indugiare per il minestrone, o per la “puttanesca”. Il risultato sarà tutto nella capacità e nell’efficacia politica di saper far sintesi, magari - anche qui - grazie a qualche faccia nuova.

L’iniziativa di Storace, però, va detto (e sotto-sotto, non solo quella), nasce nel segno della polemica tra gli organizzatori e Franco Mugnai, presidente della Fondazione An, unica proprietaria dello storico simbolo. Mugnai, infatti, ha annunciato - con toni molto avvocateschi - di essere pronto a intraprendere “le iniziative più opportune per tutelare, rispetto a un uso non concordato, il simbolo di An di cui è unica titolare la Fondazione». Il presidente ha ricordato come «nessuno, senza un previo concerto con la Fondazione, sia autorizzato all'utilizzo del simbolo», e ha invitato «quanti intendessero farlo a desistere da tale utilizzo non concordato, evitando iniziative unilaterali che provocano inutili tensioni e divisioni fra quanti, viceversa, hanno unitariamente condiviso il percorso storico di An.» 

Attendendo le carte bollate, una domanda sorge spontanea: la battaglia nella destra è sulle vestigia o sul patrimonio? Mi pare legittimo chiederlo, e - soprattutto - necessario per tutti chiarirlo.

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    8 commenti per questo articolo

  • Inserito da piccolo da Chioggia il 14/11/2013 14:24:05

    gliel'ha cantata bene Del Nero a quello... a quest'ultimo raccomando di non esagerare colla forchetta e far qualche giorno di digiuno purificatore. bacione a tutti da sotto l'orologio del Dondi. a quello: resta là. non ti muovere. lasciaci il mare azzurro di Chioggia senza la tua siluetta.

  • Inserito da gildo il 12/11/2013 16:57:43

    Dopo che la gran parte della classe dirigente missina ha nel corso di un ventennio distrutto il simbolo e la comunità Ideale che componeva il M.S.I. e subito dopo A.N. , sentendo le tante voci che si levavano alla rinascita di una casa politica comune hanno tentato una rifondazione, ovviamente ognuno con i suoi distinguo non si è cercata l’unione intorno a degli ideali condivisi per 30 – 40 anni ma la diversità creata e marcata per delimitare la propria forza il proprio peso nel futuro ipotetico contenitore di destra. E allora si parte con l’idea di riaccendere quella fiamma che nessuno è mai riuscito a spegnere in molti di noi, ma subito vengono fuori i distinguo di che ha fatto della politica una professione una mera gestione del potere e allora si sente: che non si vuole riaccendere quella fiamma ma andare oltre (risentiamo fiuggi???) quella fiamma addirittura diamo credito a tremonti!!!!!!!! C’è chi vuole prendere l’eredità di Alleanza Nazionale ma che non configurarsi solo a destra E poi sono sicuro che altri distinguo usciranno fuori, come al solito pochi professionisti cercano di sfruttare quel legame di molti per un simbolo per un ideale fregandosene di cosa veramente la gente vuole ma pensando solo a ritagliarsi il proprio strapuntino di potere . GLI IDEALI ANDAVANO BENE DA GIOVANI ADESSO VA MOLTO MEGLIO andare alle feste di arcore partecipare a grandi pranzi, galà, trasmissioni TV, avere amicizie che contano, gli Angelucci, i Ligresti ecc ecc

  • Inserito da Crispino il 11/11/2013 19:02:19

    Tutte le iniziative per rifondare al piu' presto una vera autentica forte e unitaria formazione di destra sono non solo benvenute ma strettamente necessarie. Ben venga dunque anche quella di Storace che, per l'occasione, e' giusto riconoscerlo, ha ritrovato accenti e argomenti per nulla peregrini. Il fallimento clamoroso della fusione di AN con il partito di Berlusconi e' un dato oggettivo riconosciuto da tutti e sottolineato anche dal presente ritorno a Forza Italia dei berlusconiani. Sorprendente e' piuttosto l'esitazione che ancora trattiene alcuni. E' verissimo che occorrono di preferenza volti nuovi, che bisogna avere idee chiare e che al momento manca un leader riconosciuto ma non ci si puo' dilungare in troppi dettagli. C' e' un ampio spazio politico a cui rivolgersi, costituito non solo da quanti di destra ancora militano ne PDL ma soprattutto dalla sterminata platea dei delusi , dei nauseati , degli schifati della politica recente. Qualcuno puo' ignorare che tra quanti si astengono dalle votazioni e quanto votano Grillo si arriva a percentuali di oltre il 60% ? Una destra seria e rigorosa, fedele lla tradizione del MSI e di AN puo' legittimante rivolgersi all'esercito dei delusi.

  • Inserito da Fabio S. P. Iacono il 11/11/2013 18:15:57

    Già da qualche anno ho lanciato nel mare della politica europea il personale messaggio interno alla bottiglia politica italiana. L'etichetta era denominata I.N.d.E. (Italia Nazione d'Europa), una formazione idealmente seduta alla destra del Partito Popolare Europeo, comprendente sia il conservatorismo riformista del nostro vecchio continente, sia la destra sociale nazionale. Ebbene al "Parco dei Principi" di Roma sembrerebbe essere stato letto e ben interpretato, nella sua urgenza, il messaggio interno alla suddetta bottiglia. Da giornalista e scrittore auspico anche la convergenza antropologica culturale nel progetto idealmente e politicamente "blu" di cui sopra di Fratelli d'Italia e del seguito di dell'ex sindaco di Roma Alemanno. Fabio S. P. Iacono.

  • Inserito da stefano o il 10/11/2013 15:01:49

    Mi permetto di intervenire anche se non sono un ex elettore MSI o AN, partiti che ho rispettato ma troppo statalisti per i miei gusti. A mio avviso la frammentazione dell'area cosiddetta di "destra" italiana può essere superata soltanto con un mezzo passo indietro di tutti gli interessati, a favore di un'attenzione rivolta unicamente al programma. È solo con il programma concreto che può nascere qualcosa di radicalmente riformatore e che, al contempo, riduca gli effetti nocivi dei personalismi. La gente ormai è disillusa, se proprio non si vuole un ricambio totale dei politici, almeno ci si soffermi umilmente sul programma, mettendo cioè sul "piedistallo" le cose da fare, e non le persone... Entrando brevemente nel merito. Io, pur provenendo da una cultura diversa, guarderei con interesse a un soggetto che sia antitetico alla sinistra anche nei contenuti, e che quindi lasci l'assistenzialismo e l'ipocrisia statalista alla sinistra stessa, cose queste che compromettono le generazioni future, visto l'aumento del debito pubblico correlato a tali politiche dissennate (argomento "altruista" che dovrebbe essere caro a una comunità di destra). Una destra più thatcheriana, ovviamente mantenendo la specificità italiana, potrebbe attirare molti elettori, perennemente vessati dallo Stato. Naturalmente sarei d'accordo su un certo euro-scetticismo che dovrebbe essere proprio di una destra "nazionale" rispettosa delle identità. Il range di questo soggetto politico sarebbe ampio, e si collocherebbe, escludendoli, tra il nostalgismo da una parte e il mieloso politically correct (stile Gianfranco Fini, che non è più destra) dall'altra. Con l'imminente dipartita del Berlusca, se non altro per motivi anagrafici, lo spazio da occupare ci sarebbe...

  • Inserito da domenico del Nero il 10/11/2013 14:47:52

    Caro Storace, non sarete ladri, ma per le capacità politiche,lo spessore culturale,lo spirito di indipendenza che fra tutti avete dimostrato ci vuole la vostra faccia per accreditarvi come soggetti credibili. Non eiste solo l'onestà pecuniaria (senz'altro fondamentale) esiste anche una onestà intellettuale. Dubito che lei e i suoi sodali sappiate di cosa si tratta.

  • Inserito da Storace il 10/11/2013 12:13:05

    Mi spiacciono i dubbi sul patrimonio, perché noi non siamo ladri. Per il resto, leggo anch'io con la curiosità di capire perché se lavoriamo per unire non va bene. Saranno i congressi a scrivere le tesi, e le scriveranno gli aderenti. Così si fa in democrazia

  • Inserito da saldigua il 10/11/2013 11:19:24

    conoscendo i soggetti che operano - tutti buone forchette - l'ultimo dubbio è più che legittimo. Siamo all'ultimo "magna magna" prima della catastrofe?

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