Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Matteo Renzi re di Twitter.
Ieri si è piazzato davanti al PC e ha cominciato la sua campagna elettorale, rispondendo alle varie domande sulla moglie pizzicata in corsia preferenziale, sulle prefetture, su Berlusconi, su Crozza, su Letta e su Firenze.
Il Sindaco ha dimostrato di saperci fare, probabilmente imbeccato dai suoi collaboratori, perché in verità Matteino alle prese con il Tablet e congegni elettronici di ultima generazione non ce lo vediamo proprio.
Lui è da comparsate in questo o quel programma, è godibile alla Leopolda mentre espone il suo non-programma, è abbastanza credibile quando col muso a topino afferma che il potere della soprintendenza lo imbarazza non poco, insomma quando ha la possibilità di enunciare il suo mutevole manifesto politico.
Non ce lo vediamo a perder tempo su internet, lui è un personaggio che ama stare tra la gente, che adora dire la sua guardando negli occhi il diretto interessato, preferisce essere davanti alle telecamere della Rai, Mediaset o La7 per farsi dare dell'icompetente politico, che star rinchiuso a Palazzo Vecchio a digitare sulla tastiera.
Un po’, insomma, come Berlusconi; ambedue sono a proprio agio tra la folla e la fortuna in questo caso ha dato una bella mano a Renzi, poiché se il Cavaliere non fosse incappato nelle sgrinfie della legge italica, sai che tritata si sarebbe fatto del buon sindaco fiorentino.
Il programma studiato per filo e per segno del Cavaliere, magari mai portato a compimento ma esistente, contro il nulla assoluto di Matteino.
Sarebbe stato come la pubblicità “ti piace vincere facile, eh?
E allora sì che il rottamattore si sarebbe dato all’informatica, magari con un corso intensivo di “Come fare politica nel XXI secolo".
Inserito da Fabio S. P. Iacono il 13/11/2013 16:11:22
Nella geografia politica ed economica occidentale il sindaco di Firenze rappresenta il deciso tentativo di innestare nella tradizione socialista e socialdemocratica continentale la piantina donata all'Italia da Tony Blair e Bill Clinton ovvero una sinistra post ideologica, quasi post ideale estremamente pragmatica. A farne le spese dovrebbe essere la stragrande maggioranza della base e dei quadri dirigenti del PD, esistenzialmente ancora legati al socialismo europeo. A Cuperlo Renzi risultà idealmente vuoto, magari anche buono ad amministrare una città d'arte e importante come Firenze ma niente di più. Tanto rumore per nulla? Matteo Renzi in realtà è un liberale-riformista che sia con il socialismo, sia con il PPE ha ben poco da spartire. Risulta in evidenza solo per le fibrillazioni di un PD, partito mai nato Cacciari docet. Allontanata dal PD la "Margherita",il partito si rivelerà in tutta la sua maggioranza tra socialismo e socialdemocrazia europea.
Inserito da pattypas il 13/11/2013 12:26:16
Condivido pienamente quanto letto, Renzino non mi sembra di sinistra anzi.......però si andava meglio quando si andava peggio.....quindi credo tutto sommato il Berlusca, scheletri a parte....sia ancora la persona giusta!!
Inserito da ghorio il 13/11/2013 10:14:57
Sinceramente non ho capito le paginate dedicate a Renzi dalla carta stampata per i suoi pensieri espressi su Twitter. Niente di nuovo sotto il sole nelle sue affermazioni anche con l'utilizzo dei 140 caratteri. Fa specie poi sentire affermazioni tipo che gli 8 mila e oltre comuni non sono un problema. E' un esempio ma dimostra come Renzi non sia poi quell'innovatore che ci viene propagandato, anche da un certo elettorato di centrodestra che si prepara a votarlo il prossimo 8 dicembre. Potrei continuare sulla questione della legge elettorale. Renzi parla di sindaco d'Italia, come Mario Segni, ma il doppio turno alla francese, non ha niente a che vedere, a mio parere, con il sindaco d'Italia. Semmai bisognerebbe poi pensare alla Repubblica semipresidenziale. Non parliamo poi dei problemi più imbellenti: siamo solo alle chiacchiere e basta.
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