Editoriale

Enrico Letta e il suo «Cupio Dissolvi», ovverosia che c'entra il cavolo a merenda?

E tutto, come sempre, a causa di Berlusconi, che con la possibilità della sua decadenza da senatore ha fatto dire al Premier queste perle di saggezza

erché quel fraticello di Letta ha usato l’espressione “Cupio Dissolvi”, e perché da domenica, infausto giorno del pronunciamento, i giornali e il web non fanno che ripeterla continuamente?

In Italia appena uno menziona una frase o una parola in latino, il gregge di pecore belanti si organizza e gli va dietro imbottendo, da quel momento, ogni frase con tale terminologia o parola.

E’ venuto di moda il vocabolo vulnus e tutti, come zombi replicanti, a infarcire i loro discorsi, soprattutto quelli di oggetto giuridico, con questa parolina.

E’ stata la volta di Facta non verba, utilizzata dai nostri esimi politicanti e via la processione dei ribadenti a scrivere o imbrattarsi la bocca con siffatto modo di dire.

E potremmo andare avanti un giorno intiero nell’elenco dei detti latini impiegati per render più forbito lo scritto o la frase stessa.

Come mai Enrico Letta ha usufruito di detto “Cupio Dissolvi”, letteralmente “desidero impetuosamente essere sciolto(dal corpo)”, in poche parole… morire.

E tutto, come sempre, a causa di Berlusconi, che con la possibilità della sua decadenza da senatore ha fatto proferire al buon Enrichetto quanto segue “continuo a non vedere quali alternative serie per il paese ci siano intorno al cupio dissolvi: non porta a nulla».

A parte il fatto che appena pronunciata la frase c’è stato un fuggi fuggi generale per andare a recuperare un vocabolario di latino, a parte il fatto che detto più stonato non poteva trovarlo; a parte tutto, insomma, anche lui si è lasciato tentare dal parlar lezioso e per non utilizzare il termine autolesionista ha tirato fuori questa “chicca” fatta risalire alla lettera di San Paolo di Tarso ai Filippesi, un libro del Nuovo Testamento.

E come riporta la rivista Post : “ Nella lettera, San Paolo scrive che nel corso della sua vita si è trovato di fronte alla scelta di «vivere nel corpo e lavorare con frutto» oppure di «essere sciolto dal corpo per essere con Cristo», cioè morire e raggiungere anzitempo Gesù Cristo nel cosiddetto “regno dei cieli” cristiano, secondo una divisione molto netta fra anima e corpo tipica della tradizione filosofica greca. Nel Medioevo la frase è stata molto dibattuta dai teologi cristiani, riguardo al complicato tema della giustificazione del suicidio: col tempo il significato più diffuso è stato il desiderio di uno stile di vita ascetico, distaccato dalla materialità del mondo, e poi l’annullamento volontario della propria persona.”

Quindi, caro Letta, si rilegga il vero senso del “Cupio Dissolvi” e la prossima volta invece di riempirsi la boccona con un detto trovato sul dizionario di latino, ripensi alla favola esopica del corvo “ Aliens me coloribus adornare”, ove il volatile per sembrare più bello e pavoneggiarsi, ruba le piume agli altri uccelli. Non si arroghi sapienza non sua.