Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
on desta particolare stupore la notizia che la Svizzera abbia bocciato il referendum dei socialisti nel quale si proponeva un tetto massimo, pari a 12 volte lo stipendio di un operaio, dei manager pubblici.
Non desta stupore perché la Svizzera non è l'Italia, nello stato dei cantoni, dove pure a quanto pare l'idea di calmierare gli stipendi esagerati è venuta, un manager che lavori male, che non raggiunga gli obbiettivi prefissati, va a casa senza tanti complimenti.
Non solo ma, come in ogni altro paese civile il manager che abbia un curriculum fallimentare cambia lavoro perché nessuno gli affida la guida di un'azienda, tanto più se pubblica.
E infatti in Svizzera le cose, come tutti sanno, vanno meglio che in Italia.
Da noi, lo abbiamo detto e scritto fino alla noia, il manager pubblico appartiene ad una casta autotutelata e soprattutto chiusa, prende stipendi stratosferici a prescindere dal risultato, e se proprio combina disastri viene liquidato con buonuscite mirabolanti con le quali non si ritira in una tranquilla (per quanto immeritata) pensione, ma comincia piuttosto a ri-prendere i giusti contatti politici che lo avvieranno ad altro incarico, super retribuito, magari più del precedente.
E così il nostro manager potrà far danni in qualche altra azienda pubblica a spese del popolo italiano. Che, certo, bofonchierà un po', ma alla fine non potendo prendere d'assalto i palazzi del potere si rassegnerà a subire, tutt'al più riducendo la propria partecipazione alle urne.
Intendiamoci, la vita del manager pubblico non è tutta rose e fiori. Per esempio, da qualche tempo deve stare attento a quale partito lo ha messo nel posto che occupa. Ultimamente i manager di nomina di centrodestra sono assai meno liberi di fare intrallazzi poco chiari, di distribuire incarichi di riconoscenza a parenti e amici del proprio padrino politico, perché la magistratura, sempre attenta alla moralità pubblica apre inchieste con estrema facilità. Va un po' meglio a chi debba il proprio remuneratissimo incarico al centrosinistra, perché in questo caso i magistrati sono un pochino più distratti, d'altra parte hanno così tanto lavoro nel perseguire il malaffare di centrodestra che non gli si può chiedere di essere ovunque.
In ogni caso il manager non può comunque stare tranquillo perché non sempre le nomine sono direttamente riferibili ad un padrino politico di una certa area, più spesso le larghe intese (peraltro assai diffuse in ambito di nomine pubbliche prima che andassero di moda in Parlamento) potrebbero comunque portarlo nel mirino di qualche magistrato che partendo da destra si trova suo malgrado ad indagare anche a sinistra.
E a quel punto, si può sperare in qualche rallentamento, anzi molti, si può contare sul silenzio della stampa e di tutti gli organi di informazione, ma insomma, sono grane...!
Quindi il manager pubblico sarà costretto a esercitare con molta oculatezza e attenzione il proprio potere: poche ruberie, limitarsi con le carte di credito perché c'è sempre quello che magari va a controllare e eccepisce che le spese di un mese del "povero manager", essendo 10 volte lo stipendio di un operaio, non siano giustificate a fronte di uno stipendio che è almeno trecento volte quello base del lavoratore senza santi in paradiso.
Ora aspettiamo che Renzi, che si dichiara di sinistra, che anzi rivendica con orgoglio il suo essere di sinistra, lo dimostri: inserisca nel suo programma di governo la riduzione del tetto degli stipendi dei manager pubblici, magari a 20 volte quelli di un operaio italiano (visto che l'operaio italiano è peggio pagato si quello svizzero) .
Inserisca la proposta nel suo programma e una volta arrivato al governo (ma anche solo da segretario del partito) si batta perché in questa Italia delle diseguaglianze ormai intollerabili perché non agganciate al merito -dove i ricchi sono sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri, e la classe media sta scomparendo fagocitata dalla povertà- si dia un segnale di moralizzazione.
Quella vera, non quella finta moralista e bacchettona dei vari processi Ruby.
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