Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
A Genova è andato in scena il terzo VaffaDay. La liturgia è quella ormai nota: apertura con la solita Grillo-invettiva; il succedersi degli ospiti che direttamente o con video registrati affrontano i problemi cari al M5S (acqua, finanza della felicità ecc); rivendicazione di populismo di Casaleggio: «Io sono un populista»; intemerata di Dario Fo sulla morte della cultura in Italia (ha ragione nel merito, ma quanto al metodo dovrebbe pensare ai danni di cui è responsabile insieme a quella Francaaaaa il cui nome ha teatralmente ululato per scatenare la mozione degli affetti).
Piazza gremita nonostante il freddo (i numeri dei partecipanti come al solito sono impazziti: dai 40.000 accreditati dal Corsera, ai 100- 150.000 stimati da Mentana, ai 3000 ironicamente contati da Grillo), diretta de La7 con l’immarcescibile Mentana che celebra l’evento alternando gli interventi in tempo reale e interviste a rappresentanti di M5S a chiosare quanto detto da Grillo.
Già ma cosa ha detto Grillo? Ha presentato 7 punti, ma soprattutto ha lanciato due “bombe”: l’impeachment per Napolitano e il referendum sull’Euro. Ovvero guerra dichiarata al presidente della Repubblica e all’Euro, cioè all’Europa.
Lasciamo da parte la questione Napolitano che peraltro ha ovviamente scatenato (e continuerà a scatenare nelle prossime ore) le reazioni “indignate” delle anime belle della sinistra. «Folli i toni, folli i contenuti – ha detto Danilo Leva responsabile giustizia del Pd–, populismo becero e rancoroso, inaccettabile attacco a Napolitano. Il suo obbiettivo è incendiare il paese», mentre Nicola Zingaretti ha orgogliosamente rivendicato: «Sto con Napolitano», e Cuperlo sulla richiesta di impeachment: « Questa affermazione è irricevibile», per finire con Zanda che ha definito l’attacco di Grillo al Presidente un chiaro segno di debolezza.
In realtà il dato più interessante del discorso di Grillo è stato l’affondo all’Europa portato attraverso la citazione del caso del presidente dell’Ecuador che ha dichiarato in Parlamento che non avendo la possibilità di pagare il debito contratto con l’estero… semplicemente…. non lo avrebbe pagato. Di fronte alla reazione del Fondo monetario internazionale che ha tagliato ogni aiuto e rapporto finanziario con l’Ecuador , i paesi vicini, Argentina, Brasile, Colombia hanno ingaggiato una gara di solidarietà con lo stato cugino fornendogli supporto economico.
Dunque il Vaffa… di quest’oggi era chiaramente indirizzato alla politica di austerità che l’Europa ci impone, agli obblighi come il pareggio di bilancio, sciaguratamente messo fra gli obblighi costituzionali dal governo Berlusconi, e via euro-accusando.
Potrebbe sembrare la solita provocazione grillina, se la questione permanenza nell’Euro, e rapporto con l’Europa germano-guidata non fosse, com’è, un problema ormai all’ordine del giorno – e lo dimostrano i recenti sondaggi che vedono il 30-40% degli italiani stufi della moneta unica e disposti a rischiare tornando alla valuta nazionale.
Un problema con il quale le forze politiche in campo per le prossime elezioni europee dovranno fare i conti.
Francamente non sappiamo, perché ancora una volta la questione viene affrontata anche dagli economisti in maniera ideologica e non scientifica e obbiettiva, cosa potrebbe significare l’uscita dell’Italia dall’euro.
Più o meno tutti sono d’accordo che ci troveremmo ad affrontare una svalutazione (chi parla del 30% chi del 40%) abbastanza pesante, che significherebbe vedere i nostri risparmi ridotti drasticamente. Quello che però nessuno ci spiega è come e quanto la possibilità di tornare a battere moneta potrebbe compensare la svalutazione, così come accadeva prima dell’Euro, come accadde quando, per un certo periodo, uscimmo dallo Sme, uscita che non comportò l’impoverimento che invece ci affligge oggi e del quale non vediamo la fine.
Altri dicono che il ritorno alla moneta nazionale della sola Italia o magari anche di Spagna e Grecia, ci ridurrebbe come l’Unione sovietica quando il rublo era la moneta interna, quasi priva di valore, mentre i dollari erano la moneta degli affari e dell’economia internazionale, risultato i sovietici se la passavano assai male. Questo è vero, ma è anche vero che se la passavano male perché c’era il comunismo e un sistema pensato per impoverire orizzontalmente tutti in nome di una eguaglianza che negava la proprietà privata, il libero mercato, la libertà d’impresa ecc. ecc.
Sia come sia, la faccenda dell’Euro ormai non va giù ad un numero sempre crescente di italiani che non hanno più alcuna voglia di sacrificare sull’altare dell’Europa, che dà solo fregature e dalla quale non ci sta arrivando alcun beneficio percettibile, non solo e non tanto il proprio benessere, ormai sulla via della dimenticanza, ma addirittura la propria possibilità di sopravvivenza e un futuro che ogni giorno appare più nero, incerto e gravido di pessimi presagi.
Dunque Grillo ha messo il fatidico dito nella piaga, ha dichiarato che il re è nudo, ha rotto gli indugi su un tema spinoso che nessuno vuole affrontare veramente preferendo fingere di ignorarlo in quanto apparentemente insormontabile, ideologicamente indiscutibile, o peggio, tanto pericoloso da far rischiare, a chi ci metta le mani seriamente, la sopravvivenza politica. Ormai lo sappiamo, anche se la notizia rimane nascosta, Berlusconi ha pagato con l’estromissione dal governo imposta da Napolitano, che ha ubbidito all’Europa, il tentativo di rinegoziare la presenza dell’Italia in area euro (leggetevi l’articolo del «Giornale» di qualche giorno fa che abbiamo riportato nella rubrica Parla Valentuomo, dove di riferisce di quanto scritto in proposito da Aznar, non da Bondi! http://www.totalita.it/articolo.asp?articolo=4308&categoria=6&sezione=3&rubrica=).
A questo punto è chiaro che la partita politica italiana, sia a livello interno che a livello di elezioni europee (a giugno), si giocherà sulla contrapposizione fra euro-contrari e euro-favorevoli, sperando che la difesa dei veri interessi dei cittadini non sia lasciata al solo M5S!
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