Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Con la Pasqua, l'Ascensione, la Pentecoste ed il Natale, quella dell'Epifania costituisce una delle più importanti ricorrenze religiose che la Chiesa ricorda.
Nel III secolo i cristiani iniziarono a celebrare, con il termine Epifania, le manifestazioni divine (i miracoli, i segni) di Gesù. In particolare, tra queste celebrazioni vanno evidenziate l'adorazione dei Re Magi, il battesimo di Gesù ed il primo miracolo avvenuto a Cana.
Oggi con questo termine si intende, invece, la prima manifestazione pubblica di Dio, con la visita dei Magi. Nel mondo ortodosso, alcuni usano il termine Epifania per indicare la festa che cade sempre il 6 gennaio (o tredici giorni più tardi nelle Chiese che seguono il calendario giuliano) e viene più correntemente chiamata Teofania. In questo giorno viene celebrato il battesimo di Gesù nel Giordano, mentre la visita dei Magi, commemorata dai Cattolici di rito latino e da altre Chiese occidentali in una festa a sé, nelle chiese di rito bizantino viene celebrata il giorno stesso del Natale.
Ai Magi sono stati attribuiti loro i nomi di Melchiorre (semitico), Gaspare (camitico) e Baldassarre (giapetico).
Secondo il Vangelo di Matteo (2,2) i Magi (non precisati nel numero), guidati in Giudea da una stella portano in dono a Gesù bambino, riconosciuto come "re dei Giudei" oro (omaggio alla sua regalità), incenso (omaggio alla sua divinità) e mirra (anticipazione della sua futura sofferenza redentrice) e lo adorano.
La Stella dei Re Magi
Con l'Epifania si celebra la prima manifestazione della divinità di Gesù all'intera umanità, con la visita solenne, l'offerta di doni altamente significativi e l'adorazione dei magi, autorevoli esponenti di un popolo totalmente estraneo al mondo ebraico e mediterraneo.
Nelle chiese cristiane ortodosse, il 7 gennaio si celebra la Nascita di Gesù, a causa di una differenza di tredici giorni fra calendario gregoriano, in uso in occidente dal 1582, e il calendario giuliano precedente, ancora in uso in certe chiese ortodosse.
Adesso vi propongo come viene festeggiata l'Epifania in alcuni Paesi del mondo.
Le popolazioni, come leggerete, sono solite accostarvi anche tradizioni diverse dalle nostre.
In Francia si usa preparare un dolce speciale, all'interno del quale viene nascosta una fava. Chi la trova diventa per quel giorno il re o la regina della festa.
Dolce francese
In Islanda il 6 gennaio viene chiamato il tredicesimo, come detto sopra, in quanto da Natale fino a questa data trascorrono tredici dì. Questo è l'ultimo giorno del periodo festivo nel quale si dice addio al Natale. S’inizia con una fiaccolata, alla quale partecipano anche il re e la regina degli elfi. A metà strada arriva anche l'ultimo dei Babbo Natale, il tredicesimo ( il primo Babbo Natale arriva l'11 dicembre e poi ne arriva uno ogni giorno fino a Natale, poi dal 25 dicembre in poi ne va via uno al giorno). La fiaccolata finisce con un falò e con dei fuochi d'artificio.
In Spagna per l’Epifania tutti i bimbi si svegliano presto e corrono a vedere i regali che i Re Magi hanno loro lasciato. Il giorno precedente mettono davanti alla porta un bicchiere d'acqua per i cammelli assetati e anche qualcosa da mangiare e una scarpa. In molte città si tiene il corteo dei Re Magi, in cui essi sfilano per le vie cittadine su carri suggestivamente decorati.
Corteo dei Magi in Spagna
In Germania frequentemente i preti e i chierichetti vanno nelle case per chiedere delle donazioni e recitano solitamente anche qualche Verso o intonano una canzone sacra. Le persone di religione cattolica si recano a messa, ma per i teutonici il 6 gennaio non è un giorno festivo, si lavora come al solito e i bambini vanno a scuola.
In Romania tale festa rappresenta la venuta dei Re Magi. Ancora oggi in alcuni paesi i giovani vanno lungo le strade e bussano alle porte per chiedere se possono entrare per raccontare delle storie. Di solito come compenso ricevono qualche spicciolo, dolci o frutta secca. Anche i sacerdoti vanno di casa in casa per benedirle.
Re Magi, in Romania
In Ungheria i bambini si vestono da Re Magi e poi vanno nelle abitazioni, portandosi dietro un presepe, e in cambio ricevono qualche soldo.
In Russia la chiesa ortodossa celebra il Natale il 6 gennaio. Qui, secondo la leggenda, i regali vengono portati da Padre Gelo (Babbo Natale) accompagnato da Babuschka, una simpatica vecchietta.
BabuschkaBabbo Gelo
In Messico questa tradizionale festa viene celebrata con La Rosca de Reyes, un dolce tipico delle popolazioni ispaniche e deve essere mangiato tassativamente il giorno 6, se non si vuole incorrere nella maledizione della bruja maléfica (strega).
Rosca de Reyes
Per noi italiani, il 6 gennaio, è il tradizionale giorno
della Befana “che vien di notte con le scarpe tutte rotte…” e come ormai
risaputo è una figura che si stacca completamente dagli altri personaggi e
simboli tipici delle festività natalizie.
Scavando nella storia, scopriamo che per gli antichi greci, l’Epifania era
l’azione di una potente divinità che, non visibile all’occhio
umano, manifestava la sua presenza attraverso un segnale, o una visione, o
un miracolo. Si pensava addirittura che la nascita di un bimbo in questa
data portasse a tutta la famiglia salute e benessere per tutta la vita.
Il termine epifania infatti letteralmente tradotto vuol dire “apparizione, manifestazione”.
L’Epifania nel IV secolo coincideva con la festa per la nascita di Cristo
che si festeggiava il giorno 6 gennaio. Ma a seguito della decisione
dell’ Imperatore Costantino di anticipare la festa cristiana del 6 e di farla
coincidere con la festa del Natale del Sole pagano del 25 dicembre, si creò una
difformità di rituali.
La Chiesa Cattolica allora “riempì” la festa del 6 gennaio con l’arrivo dei Magi, e
la chiamò festa dell’Epifania. Secondo alcuni studiosi la parola Epifania nel
corso del tempo, in particolare in Toscana, è stata modificata dalla
lingua locale in Befania e poi Befana. A Firenze nel 1400 si usava
festeggiare l’Epifania rievocando l’ultima tappa del viaggio dei Magi
con cortei e processioni spettacolari, ma con ridotta valenza
religiosa.
Ma come nasce la figura della vecchietta? La leggenda racconta che la
Befana nel periodo della nascita di Cristo rifiutò di uscire di notte con i
pastori per andare a trovare il bambino appena nato nella grotta. Ci si
recò il mattino successivo, provvista di doni, ma quando arrivò non trovò
nessuno. Nel tornare alla propria abitazione un angelo di Dio, per la sua
mancanza verso il Bambin Gesù, la obbligò a vagare, da quel giorno, di porta in
porta alla ricerca di Gesù.
C’è inoltre da notare come la Befana conservi anche un tratto ambiguo, quasi da
strega.
Si suppone che essa possa avere qualche sorta di legame con la “vecchia”
che si brucia in piazza per festeggiare la fine dell’anno: un simbolo
della ciclicità del tempo che continuamente finisce e ricomincia .
Ma la tradizione della bruciatura di fantocci si perde nella notte dei tempi, e
discende da tradizioni magiche precristiane, prima di fondersi con elementi
folcloristici e cristiani.
E’ infatti una tradizione dei popoli celtici, che erano insediati in
tutta la pianura padana e su parte delle Alpi.
I Celti celebravano strani riti (officiati da maghi-sacerdoti chiamati druidi)
durante i quali grandi fantocci di vimini venivano dati alle fiamme per onorare
divinità misteriose.
Divinità prevalentemente maligne, poiché si usava legare insieme ai fantocci
vittime sacrificali, animali e prigionieri di guerra.
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