Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Matteo Renzi
Chi s’intende di politica afferma che Renzi sia il primo segretario PD, o ex PCI, di pura fede democristiana. Personalmente non riesco a catalogarlo o avvicinarlo a nessun politico, se non a lui stesso.
Un discreto affabulatore, molto portato a propagandarsi dietro la maschera di un partito, di destra o sinistra che sia. Ha vinto con estrema facilità le primarie con due mediocri avversari proprio perché non esiste attualmente in Italia niente di meglio o, è più corretto dire, di meno peggio e, quindi, anche un Renzi qualsiasi può dire la sua in un Paese privo di spessore ideologico.
Quando, anni fa, giocavamo a calcio a livello parrocchiale e, per un caso o un altro, venivano a mancare i fuoriclasse della situazione tipo il Jeckke, tipo il Bobby, il Prucchio, Fulvino o chi per loro, allora si facevano avanti le seconde linee che solitamente erano cosparse di nebbia dai ben più bravi giocatori di cui sopra.
Ecco, così ha fatto il Sindaco di Firenze: ha approfittato del niente assoluto che sta ammantando il Bel Paese e nel giro di una decina d’anni si è portato alla testa del partito più votato in Italia.
Lo paragonano all’anestetizzante Prodi, salvo poi farlo fuori dalla corsa al Quirinale. Dicono sia un appassionato sostenitore del pensiero di La Pira, con la differenza di appoggiare idee lontane kilometri da quelle del terziario domenicano come per esempio le unioni gay.
Forse, se volessimo avvicinarlo a qualcuno, questi potrebbe essere Silvio Berlusconi, per la presenza scenica, per la facilità di rendersi simpatico alle platee televisive, per la battuta sempre pronta e sferzante, per le tante comparsate televisive e per mostrarsi al pubblico quale politico sui generis e lontano dall’enfasi del politichese.
Adesso l’arrivista Renzi punterà deciso Enrico Letta, perché è risaputo che il Sindaco mai e poi mai attenderà la fine del mandato di questo approssimativo Governucolo e, sebbene, la Consulta gli abbia pi che stravolto i piani lui sulla scia del successo di ieri premerà ancora più deciso verso il voto anticipato.
Certo per arrivarci dovrebbe concordare con il Cavaliere e qui la vecchia nomenclatura gli rifarebbe ascoltare con il mangianastri Geloso le ultime dichiarazioni appena dopo l’insediamento di Letta: “Mai, con Berlusconi, Mai”.
Ma ormai, da tempo abbiamo intuito che per Matteino ciò che conta è il fine, sui i mezzi cercherà una delle sue depistanti giustificazioni a chi nonostante lo abbia votato e si senta ancora profondamente di sinistra.
Il Fine -è proprio il caso di dire- giustifica il Renzi.
Inserito da bea il 09/12/2013 14:05:34
Di nuovo un'analisi precisa e facilmente comprensibile della nuova situazione - grazie! Non mi aspettavo una tale vittoria... Ma forsé è questo il fascino di Matteino di non poterlo catalogare? Sue posizioni ideologiche, un po' di destra, un po' di sinistra, una miscella di tutto... è variabile il vincitore! Quo vadis, Matteo?
Inserito da ghorio il 09/12/2013 12:48:22
La decadenza dell'Italia politica e giornalistica si nota con gli spazi enormi che i giornaloni hanno dedicato alle primarie del Pd. Per la stampa italica infatti non si trattava di primarie di un partito, sia pure il più votato alle ultime elezioni, ma dell'evento mondiale, come se si fosse trattato dell'elezione del presidente Usa. Non so se la strategia di Matteino punti all'applicazione pratica del "Principe" di Machiavelli, ma è evidente che il suo passaggio nelle trasmissioni televisive dimostra come i giornalisti alla moda per lui applicano la regola di incensare i "potenti" del momento, alla maniera del tappeto rosso per Gorbaciov, in visita allora in Italia. Certo il cambio generazionale in politica fa effetto e lo condivido ma a dirlo non è solo Renzi ma milioni e milioni d'italiani, come del resto lo scandalo dei privilegi dei politici, il numeri scandaloso di parlamentare, etc. La sensazione è poi sempre quella di annunciare che"tutto cambia purchè tutto rimanga come prima", di gattopardesca memoria.
AMMINISTRATIVE 2019, IPOTESI PATTO PER FIRENZE? Se ne parla sottovoce, ma in molti ci sperano.
En Bien! La Francia alle urne... ma per andare dove?
L'Italia senza Renzi è un po' più seria ma molto più imbambolata, meglio che torni magari in dosi meno esagerate
Subito elezioni? Forse meglio di no. Spiegalo al centrodestra.
Intellettuali snob, sondaggisti, cantanti pseudo-colti, giornali: tutti gli sconfitti insieme alla Clinton