Episodi occorsi ieri, oggi, ora, fanno disperare

"All'Italia" un melanconico sguardo

Non il: chiudete le saracinesche, dato il motivo di rivolta, ma il: bruciate i libri

di Marika Guerrini

Nulla v'è d'imprevisto, non v'è stupore meraviglia sorpresa. Pagine d'ogni tipo d'allerta sono state segnate da tempo. Ma nulla. E non v'è nulla che si possa dire, ora, nulla che non sia stato detto, che non sia stantio, nulla. Resta la poesia dei suoi figli. E non si sa per quanto ancora. Episodi occorsi ieri, oggi, ora, fanno disperare. 

Episodi come in Sicilia, lì dove liceali hanno fatto irruzione, arrabbiati, in uno di questi supermercati del libro, questi che vanno di moda, questi in cui, sostituito da ogni tipo d'orpello da mercato, l'odore della carta della polvere dell'inchiostro è sparito con il silenzio. Hanno fatto irruzione urlando: bruciate i libri e chiudete le saracinesche! 

Non il: chiudete le saracinesche, dato il motivo di rivolta, ma il: bruciate i libri. Questo fa male. Questa logica conseguenza della nostra protratta ignoranza che negli anni altro non ha partorito, e continua a partorire, se non ignoranza o pseudo intellettualismi sotto spoglie di pseudo cultura, ché di conoscenza non v'è ombra. Questo fa male.

..." O patria mia, vedo le mura e gli archi 

e i simulacri e l'erme 

torri degli avi nostri,

ma la gloria non vedo,

non vedo il lauro e il ferro ond'eran carchi

i nostri padri antichi. Or fatta inerme, 

nuda la fronte e nudo il petto mostri.

Oimè quante ferite,

che lividor, che sangue! oh qual ti veggio,

formosissima donna! Io chiedo al cielo

e al mondo: dite dite;

chi la ridusse a tale? E questo è peggio,

che di catene ha carche ambo le braccia;

sì che sparte le chiome e senza velo

siede in terra negletta e sconsolata,

nascondendo la faccia

tra le ginocchia, e piange.

Piangi, che ben hai donde, Italia mia,

le genti a vincer nata

e nella fausta sorte e nella ria.

    Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive, mai non potrebbe il pianto

adeguarsi al tuo danno ed allo scorno;

che fosti donna, or sei povera ancella.

Chi di te parla o scrive,

che, rimembrando il tuo passato vanto,

non dica: già fu grande, or non è quella?

Perché, perché? dov'è la forza antica,

dove l'armi e il valore e la costanza?

chi ti discinse il brando?

chi ti tradì? qual'arte o qual fatica

o qual tanta possanza

valse a spogliarti il manto e l'auree bende?

Come cadesti o quando

da tanta altezza in così basso loco?

nessun pugna per te? non ti difende

nessun de' tuoi? L'armi, qua l'armi: io solo

combatterò, procomberò sol io.

Dammi, o ciel, che sia foco

agl' italici petti il sangue mio.

    Dove sono i tuoi figli? Odo suon d'armi

e di carri e di voci e di timballi:

in estranee contrade pugnano i tuoi figliuoli.

Attendi, Italia, attendi. Io veggio, o parmi,

un fluttuar di fanti e di cavalli,

e fumo e polve, e luccicar di spade

come tra nebbia lampi.

Né ti conforti? e i tremebondi lumi

piegar non soffri al dubitoso evento?

A che pugna in quei campi

l'itala gioventude? o numi, o numi:

pugnan per altra terra itali acciari.

Oh misero colui che in guerra è spento,

non per li patrii lidi e per la pia

consorte e i figli cari,

ma da nemici altrui

per altra gente, e non può dir morendo:

Alma terra natia,

la vita che mi desti ecco ti rendo...." Giacomo Leopardi

... altro non v'è da dire.

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    3 commenti per questo articolo

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  • Inserito da sabyda il 12/12/2013 09:26:56

    ..... quale miglior commento ai tempi di oggi di una poesia del pessimismo cosmico Leopardiano? Ha ragione l'autrice del pezzo... fa male tutto cio', sembra quasi pacato nelle nostre menti e stiamo come persone che viviamo la nostra solitudine pur vivendo nella moltitudine,,,, come è possibile cotanto sdegno? Eppure sta succedendo, ormai citiamo solo poeti e scrittori che hanno forgiato le nostre belle menti... ma quelle dei nostri figli ... come saranno, come con lo slogan ... bruciamo i libri?

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