Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
I giornali hanno tenuto a liquidare la morte di Rizzoli dando la colpa alla giustizia, all’insensibilità della legge italiana.
Angelo Rizzoli non è più tra noi perché condannato a morte dagli uomini che interpretano la giustizia, dalla magistratura, con il loro solito, crudele modo di fare, parziale e collerico, privo di umanità e, soprattutto, di animo pietoso per chi è malato da tempo.
Chi ha un minimo, e sottolineo minimo, di moralità deve sentirsi sgomento, distrutto davanti a questa terribile morte, causata dall’aggravarsi della salute dell’uomo a seguito della carcerazione iniqua per un essere umano nelle sue condizioni.
Quel medico, assoldato dalla magistratura, che ha dato la sua approvazione affinché Rizzoli continuasse la sua permanenza in carcere, tanto che le condizioni generali sono improvvisamente peggiorate in merito a questa reiterata e cieca interpretazione, pagherà mai per tale scellerata diagnosi?
Per la magistratura possono essere scarcerati solo i malati terminali?
L’Italia delle toghe mostra nuovamente il suo grugno spietato e il sottosviluppo del sistema giustizia additato da anni da tutta l’Europa e il mondo intiero.
Non è possibile accanirsi così con le persone, cadenzarne la vita con la prepotenza di persone che applicano la giustizia in maniera arbitraria e cattiva, tormentando lo sventurato fino alla fine, anzi dichiarandone la sua morte per logoramento fisico e morale.
Questa condanna a morte per agonia è la forma più crudele di castigo capitale, ancor peggio del braccio della morte o della soppressione per impiccagione o iniezione letale. Lì, forse, l’aver ucciso qualcuno mitiga la durezza della punizione.
Ma questa vicenda non umilia solo la famiglia Rizzoli, ma l’Italia tutta, per una morte dovuta al consueto, ingiustificabile accanimento giudiziario, che solo in pochi in questo corrotto Paese non facciamo passare sotto silenzio.
Angelo Rizzoli era malato di Sclerosi Multipla, una delle patologie più invalidanti che ci siano, i PM e i giudici ne erano perfettamente a conoscenza e lo hanno obbligato nonostante ciò al disonore degli arresti e al distruttivo stress fisico derivante.
Se la Commissione Europea non fa che richiamarci al nostro dovere per colpa della malagiustizia italica un motivo ci sarà; anch’essa si è accorta che una fetta della magistratura ha fatto propria la tortura tramite privazione della libertà personale, anche nei confronti di persone gravemente ammalate, con l’unico scopo di estorcere prove e confessioni sotto oppressione.
Ditemi se questa è la giustizia dal volto umano e dal valore sociale che tutti si auspicano?
Una giustizia che non rispetta minimamente i diritti fondamentali della persona.
La dignitosa morte per pena capitale di Angelo Rizzoli deve suscitare in ogni cittadino italiano un impegno sempre maggiore e significativo perché nel Paese la legge non sia più associata con la sopraffazione e il maltrattamento giudiziario.
Angelo Rizzoli, sicuramente, avrà mancato rispetto alla giustizia, avrà commesso dei reati, ma con il comportamento agghiacciante e inumano dei magistrati è stato trasformato in un vero martire di un potere cieco di fronte alla sofferenza fisica e morale.
Mi dite un po’ a cosa sono serviti i moniti di Napolitano, le innumerevoli inchieste giornalistiche, i siti come Errorigiudiziari.com, le minacce europee se poi il Governo e gran parte del Parlamento decidono vigliaccamente di rimandare a tempo indeterminato il gravissimo problema della giustizia e del sistema carcerario?
Quanti Rizzoli ancora devono fregiarsi del titolo di martire per il rifiuto di una riforma ormai indispensabile come l’aria?
E quante persone che non si chiamano Rizzoli, Berlusconi, Tortora e via dicendo stanno subendo le torture del regime giudiziario italiano in attesa della pena di morte?
P:S: Per chi si chiedesse quel è il gusto di certi magistrati nell’esercitare un siffatto potere, ricordiamo una frase di George Orwell nel capolavoro 1984 (uno dei libri più citati e meno letti):
"Il potere è infliggere dolore e umiliazione"
Inserito da Gerard il 19/12/2013 09:45:14
Come si fa a mettere sullo stesso piano Tortora,Rizzoli e Berlusconi? i primi due sono morti in carcere o in seguito alla detenzione, Berlusconi non c'è mai andato, sarà un avvertimento per qulche giudice che potrebbe chiedere l'arresto?
Inserito da Vanessa P. il 13/12/2013 16:03:02
Prima di ogni condanna, di ogni sentenza c'è l'indivuduo..la persona umana e il rispetto della vita. Quando poi l'individuo in questione ha un nome e un volto noto, scatta uno strano meccanismo che va contro ogni etica morale, ogni senso di giustizia giusta... ma quel che suona beffardo e destabilizzante per me che credo nella giustizia, anzi mi correggo spero ancora nella giustizia, è che ad azionare questo meccanismo è proprio chi pretende e obbliga la popolazione al rispetto della legge. Esercitare il proprio potere in tal senso è da comparsa, non da protagonista...chi invece ha realizzato..creato...fondato..e dato da lavorare con il proprio potere, sicuramente non ha distrutto, non ha annientato, non ha portato alla morte nessuno, ma altrettanto sicuramente ha attirato a sè invidia, rabbia e tanta AMARA INGIUSTIZIA! Caro MELANI dici il vero!!
Inserito da vittorio il 13/12/2013 13:59:47
L'unico imprenditore italiano, dopo Berlusconi.., perseguitato e ucciso dalle Toghe rosse: era del Pdl! Maledetti rossi!
Inserito da bea il 13/12/2013 13:40:14
Condivido pienamente. Mi riccordo fatalmente il caso Cucchi... Non è niente da aggiungere, tutto detto. Mi chiedo solo perché non ci sono proteste in massa con l'unico scopo: contro la magistratura, la malagiustizia, il maltrattamento dei detenuti???
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