Due grandi amici

Fridolph il lupo e Pluffy la pecorella

Tenera e delicata fiaba natalizia

di Il Raccontafavole

Fridolph il lupo e Pluffy la pecorella

Ormai il Natale era davvero alle porte e il lupo Fridolph e la pecorella Pluffy zampettavano serenamente per le vie anguste del bosco.

Dopo un po’ arrivarono nei pressi del Paese e la pecorella d’istinto chiese al lupo perché ci fosse così tanta gente per la strada.

Fridolph rispose che il Natale era vicino e che tutti stavano ultimando le compere dei regali per metterli sotto l’albero.

Il lupo, curioso, domandò a Pluffy con chi avrebbe festeggiato il 25 dicembre.
"Purtroppo io non ho amici con cui festeggiare, tutte le altre pecore non mi sono più amiche come una volta da quando ti frequento: hanno una paura folle di te!”, rispose Pluffy.

Ma no, ormai grazie a te di pecore e agnelli non ne mangerò mai più. Che ne diresti allora di festeggiare il Natale insieme?”.

La pecorella fu entusiasta di quella magnifica idea, sebbene rimanesse il problema di dove festeggiare.

Il lupo dopo averci pensato un po’ espose la sua idea di celebrare il Natale in una vecchia cascina abbandonata, non lontana dal grande lago.

Pluffy accettò ben volentieri la proposta e i due si diressero verso il vecchio casale felici e sereni.

Durante il percorso, che li avrebbe condotti alla meta prefissata, Fridolph si fermò a raccogliere erba, entrò in una cantina a prendere del mais, della lattuga e cicoria; era il pranzo di Natale dedicato all’amica Pluffy, la quale molto sorpresa disse al compagno d’avventura che non aveva pensato a sua volta al regalo, anche perché non avrebbe saputo cosa donare.

Fridolph rispose che il più bel regalo era la loro amicizia e questo era ciò che più di ogni altra cosa contava per lui.

Giunti alla cascina i due attesero la mezzanotte parlando del più e del meno, raccontandosi storie, mangiando per quanto riguarda la pecorella e bevendo per quanto attenne al lupo.

Allo scoccare della mezzanotte i due si abbracciarono e festeggiarono l’arrivo del Bambin Gesù, e fu allora che Pluffy disse a Fridolph che sarebbe stata ancor più felice se anch’esso avesse potuto mangiare, in quanto a pancia piena i festeggiamenti vengono sempre molto meglio.

Il lupo, non perse tempo e rispose alla pecorella: “ Cara Pluffy, io ho preferito mangiassi tu, così da riempirti ben bene, fatto ciò ora mangio io”.

E la pecorella Pluffy non ebbe il tempo di riflettere che già fu tra le fauci del buon amico Fridolph, il lupo. 

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    5 commenti per questo articolo

  • Inserito da piccolo da Chioggia il 16/12/2013 23:29:30

    rifletto a quest'ora che inoltra nella notte. le favole di Raccontafavole le leggo sempre. mi torna in mente quello che ha scritto Eliade: i popoli mai finiranno di raccontare storie. è vero. dalle storie che rapidamente divengono favole una volta che la memoria le ha disinfettate del contingente impariamo sempre. diveniamo più profondi e comprensivi. intravediamo le sfumature e le ombre continue che la favola proietta pur senza essere filologi o filosofi. forse diveniamo con le dovute fatiche e la rispettosa distanza anche noi una sorta di filosofi "pratici" di cui l'antica Ellade e poi Roma e poi Assisi hanno dato lungimiranti esempi... ora poi volo senza aereo ma con altre ali nella turbinante Berlino della seconda metà dell'ottocento: in qualche parte d'una residenza militaresca il cancelliere di ferro medita nella quiete notturna. la sua testa calva brilla alla flebile luce delle candele posate sullo scrittoio. su questo un calamaio colle penne d'oca e carta da lettera e buste e sigilli. ma Bismarck non scrive in questo istante. riflette guardando verso le finestre oltre le quali la notte ha già steso lo spesso mantello dell'oscurità. oltre unsecolo e mezzo dopo noi leggiamo in una sua lettera: "imparo dalle esperienze altrui". e cosa sono le esperienze di altri se raccontate con sincerità se non favole anch'esse? poscritto: leggo non solo le favole del nostro Raccontavole ma pure tutti i commenti. anch'essi raccontano. e a volte sono molto belli. mi sento in buona compagnia.

  • Inserito da beatrice il 16/12/2013 14:58:13

    Il finale lo prevedevo, purtroppo. Avrei voluto leggerla con gli occhi di un bambino, sognanti, ingenui, pieni di speranze. Avrei avuto un sorriso sorretto dall'illusione che l'amore vince sempre. Che quando due persone si vogliono bene, non ha importanza quanto sono diverse, si vogliono bene e basta. E gustandomela con gli occhi di un bambino, non avrei potuto prevedere il finale, non sapendo che nel mondo vige la legge del più forte, e che lo spirito di sopravvivenza, e la ricerca del benessere personale, fanno fare cose di cui dovremmo vergognarci. Avrei voluto stupirmi per il brutto finale. La cosa triste è che non mi stupisco più.

  • Inserito da piccolo da Chioggia il 16/12/2013 14:57:15

    nel commento sotto ho obliato un "non": "ha deciso una volta per sempre di non sbocconcellare più alcun tipo di carne"...

  • Inserito da piccolo da Chioggia il 16/12/2013 14:53:50

    a proposito: sulla biografia internet del coraggioso Enzo Majorca, il subacqueo immersosi di oltre 100 metri in apnea, vi è un suo interessante racconto sul perchè ha deciso una volta per sempre di sbocconcellare più alcun tipo di carne. la lettura ci mostra il tetragono sportivo sotto un aspetto che non immagineremmo. salutone a tutti. anche al lupo feroce e alla pecora scema.

  • Inserito da bea il 16/12/2013 14:11:30

    Jaja, false amicizie, promesse... un cenone natalizio perfettamente preparato! Sono i più deboli che credono e i più forti ne usufruiscono. Molto frequente e attualissima, questa favola!

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