La solita malagiustizia

Premi agli assassini e rigore durissimo verso gli evasori fiscali

In questi giorni, in cui bisogna essere più buoni, la magistratura ha preso alla lettera la tradizione liberando un pluriomicida di 55anni, tal Bartolomeo Gagliano, che negli anni ’80 fece fuori tre persone, ferendone una gravemente

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Premi agli assassini e rigore durissimo verso gli evasori fiscali

Bartolomeo Gagliano, l'assassino che si è meritato il permesso premio

I nostri grandi, immensi politici -e ministri di Governo- stanno litigando sulle riforme, per conservarsi la loro importantissima poltrona, mentre la trasformazione e il riordino più importante riguardo alla giustizia lo sfiorano appena, sapendo che una mossa del genere vorrebbe dire schierarsi contro un potere troppo forte per tutti.

In questi giorni, in cui bisogna essere più buoni, la magistratura ha preso alla lettera la tradizione liberando un pluriomicida di 55anni, tal Bartolomeo Gagliano, che negli anni ’80 fece fuori tre persone, ferendone una gravemente.

Questo signore è in fuga da martedì, non prima però di aver sequestrato un commerciante a Savona, minacciandolo con un revolver per rubargli la macchina.

Era nientemeno che in permesso premio e lui si è sentito così premiato da non ritornare nel carcere di Genova, ove era stato rinchiuso nel 2006 per scontare una pena a sette anni per estorsione e rapina.

La detenzione sarebbe terminata nell’aprile del 2015.

La cosa più sconcertante, comunque, è la dichiarazione rilasciata dal direttore del penitenziario Salvatore Mazzeo: “Spero non succeda niente di grave. La terapia a cui era sottoposto era terminata e aveva richiesto un permesso perché la madre stava male. Sapevamo dei suoi precedenti che però non erano nel fascicolo, così per noi era solo un rapinatore a fine condanna”.

Erano omicidi di trent’anni fa”, si è invece giustificata la dott. Daniela Verrina, giudice di sorveglianza.

Bene, in altro Paese, una notizia del genere avrebbe fatto saltare immediatamente i vertici del sistema giuridico e carcerario o, come minimo, avrebbe creato i presupposti per un radicale sconvolgimento delle linee guida della giustizia.

Qui da noi è una cosa normale liberare gli assassini, gli stupratori, i giudici pedofili, magari accampando la scusa che hanno battuto la testa tre anni prima, e si mettono in gattabuia persone di cui ancora deve essere verificata la benché minima colpevolezza del reato.

A un certo signore, un giudice, ha negato il permesso di lasciare per 12ore l’Italia per partecipare al congresso del PPE; mentre la sua colta e imparziale collega ha concesso la libera uscita a un serial killer, oltre che estorsore e rapinatore il quale, anziché ripresentarsi alla polizia penitenziaria ha emesso un acuto Cu-Cù e ha tagliato la corda sequestrando un uomo.

Perché non ci stupiamo più?

Semplice, perché se rileggiamo attentamente la cronaca di mesi, anni, decenni passati vediamo che la storia tragicamente si ripete, che a rimetterci spesso è l’innocente mentre l’omicida o il seviziatore dopo un po’ è fuori.

Attenzione però, l’evaso ha sulla sua fedina penale il massacro di una prostituta alla quale ebbe a sfondare il cranio con un masso, dopodiché uccise un trans e un travestito; specifico non nello stesso giorno però; forse questa sarà stata l’attenuante che ha fatto emettere il permesso.

E in questa sua brillante carriera all’ Hannibal Lecter non si era fatto mancare assolutamente nulla: come una precedente evasione dall’ospedale psichiatrico di Montelupo Fiorentino, spaccio di droga, furto.

Pertanto, una persona con un simile curriculum in Italia si premia con un bel permesso, che poi l’assassino penserà personalmente ad allungarsi...

Che dire di più! Solo che queste vicende fanno emergere ogni volta maggiormente la  sconfitta senza appello di tutto l’apparato giudiziale, con l’ ulteriore riprova che ognuno di noi, passeggiando tranquillamente per le strade della nostra città, può incrociare un sadico assassino o uno spietato stupratore.

A parte tutto, sembra davvero di vivere in una nazione capovolta, ove il buonsenso sta diventando ogni giorno di più una lontanissima chimera e, ciò, grazie ai rappresentanti della giustizia, che stravolgono ogni dettame stabilito a nome della loro bizzarra trovata definita certezza della pena.

Sapevano che il sig. assassino Gagliano, aveva sulla groppa ben tre morti violente, una sequela infinita di reati, fughe e scarcerazioni, nonostante ciò ora è libero pronto a sterminare altri innocenti.

Eppure sappiamo già il finale: lo troveranno, o si costituirà come affermato da quel genio di scienze giuridiche d’un direttore di carcere, ma poi lo rimetteranno fuori.

E la storia si ripeterà senza variazione sul tema.

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    5 commenti per questo articolo

  • Inserito da Loredana il 20/12/2013 12:01:44

    Certo, siamo tutti più buoni, è giusto che anche un povero assassino come lui vada dalla mammina malata. Si sarà solo dimenticato di dire dove andava, no? Così piegato dalla preoccupazione, non si sarà soffermato sulle piccolezze burocratiche come rientrare in carcere alla fine del suo meritatissimo premio. Massì, in fondo sono omicidi di trent'anni fa, ha ragione da vendere il giudice di sorveglianza. Certo, se fosse stata la madre dello stesso giudice di sorveglianza a cadere sotto i colpi di costui, sarebbe stato lo stesso, vero? Avrebbe sentito lo stesso encomiabile empito di compassione verso il reo che si è macchiato di colpa, e gli avrebbe anche aperto le porte di casa sua. Siamo proprio la Repubblica delle Banane (Marce).

  • Inserito da piccolo da Chioggia il 19/12/2013 11:35:54

    il rigore durissimo contro gli evasori fiscali se è per me lo applicherei alla lettera. vieppiù proprio dopo quest'episodio. è evidente che a fronte di ricchezze troppo facili e veloci anche se apparentemente oneste perchè non implicate in una rapina "discriminata" ovvero la cui mèta è ben precisa ma in una rapina "indiscriminata" ovvero la cui mèta è appunto collettiva ovvero altamente imprecisa (rubando a tutti non rubo a nessuno...) vi siano individui il cui risentimento si accompagni ad un fisico esuberante in cui patire la supposta ingiustizia porta alla rapina e alla delinquenza. è stato dato loro un esempio in piatto d'argento. l'evasore per strozzarti usa delle armi invisibili e delicate. e in ultima analisi può sempre accampare di dire che la sua intenzione non è affatto quella di accopparti ma anzi di darti lavoro. il rapinatore e assassino non ha queste armi mentali ed è veloce e diretto. ma questo secondo alla lunga discende deduttivamente dal primo che ha creato l'invisibile esempio... immaginiamo una bella regione colma di evasori fiscali con ville e auto di lusso,yacht etc il cui effetto sulla società circostante è di abbattere drasticamente le possibilità per i più modesti etc. salta alla fine fuori quello che dice: queste regole del gioco non mi vanno più e io le ribalto. non m'importano più i mezzi. appunto badate bene: non m'importano più i mezzi. ho un esempio svizzero davvero interessante da proporre ai bravi lettori di Totalità: la anziana contadina che mi alloggiava nella sua casetta di legno aveva un figlio bravissimo imprenditore che aveva fondato una società di costruzioni elettroniche. premetto che in Svizzera l'evasione fiscale è molto difficile e porta a chi la esegue il disprezzo sociale. la ditta del signore si era espansa con continuo successo ma ad un certo punto il fondatore aveva deciso di arrestarne la crescita. io avevo chiesto alla brava donna il come mai di questa strana decisione. la donna mi disse che in una società perchè si vada avanti anche gli altri ed i concorrenti devono poter lavorare... ho capito il senso profondo di queste semplici parole vedendo come funzionavano i servizi burocratici etc in quel cantone... beninteso, per concludere, vi sono tanti casi di delinquenza per i quali non è possibile alcuna sociologia collettiva ma in una critica dura alla giustizia associare all'esagerato rigore per gli evasori fiscali il lasso permissivismo sugli assassini è argomento che prova assolutamente nulla ed è sbagliato alla base. il crimine diffuso sociale, appunto l'evasione fiscale dei grossi ed impuniti, in certe situazioni di degrado economico (al sud ma pure qui al nord) genera con precisione cronometrica il crimine discriminato -ovvero con obiettivo preciso- individuale. questo almeno mi pare.

  • Inserito da MARIA il 19/12/2013 10:50:17

    Mi piace mettere in risalto questo passaggio dell'articolo: "Qui da noi è una cosa normale liberare gli assassini, gli stupratori, i giudici pedofili, magari accampando la scusa che hanno battuto la testa tre anni prima, e si mettono in gattabuia persone di cui ancora deve essere verificata la benché minima colpevolezza del reato. A un certo signore, un giudice, ha negato il permesso di lasciare per 12 ore l’Italia per partecipare al congresso del PPE; mentre la sua colta e imparziale collega ha concesso la libera uscita a un serial killer..."

  • Inserito da mariarosetta il 19/12/2013 10:46:56

    L'ho detto altre volte...Mi sembra di vivere come Alice...in un mondo alla rovescia! Ma dai e dai...finiremo col rovesciarlo, questo mondo italiano, per raddrizzarlo!

  • Inserito da ANTONIO il 19/12/2013 10:44:46

    Ieri sera una giornalista di La7 criticava la norma che esclude il carcere per gli ultra 75enni,gia esistente in tutta europa,perche è favorevole a Berlusconi.In italia non è imp che si tratti di una buona o cattiva legge,la sola cosa che conta è che sia pro o contro B.Così siamo ridotti.....cosi vogliono fare le riforme....

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