Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
L’ennesima tragedia si è perpetrata in India verso il sesso femminile: una sedicenne è stata stuprata e bruciata viva e, tutto questo, a un anno dalla morte della ragazza violentata dal branco su un autobus a New Delhi.
Come possiamo togliere i due marò dalle sgrinfie malefiche di un Paese che nella realtà delle cose si basa ancora su una cultura che argina e inibisce ogni forma di sessualità ed innalza la figura dell’uomo, del marito, a vera e propria autorità a cui deve sottostare la donna?!
Come mai potranno essere giudicati equamente questi due militari in un luogo rimasto ancora alle forme in uso nel Paleolitico inferiore?
Molti giornali stamane hanno riportato che l’India è sotto shock; ma per favore, come può esserlo se ogni giorno le cronache raccontano di stupri, uccisioni, violenze sempre e comunque a carico di giovani ragazze o donne più mature.
In piazza si riversano, sì è vero, migliaia di donne e giovani per manifestare contro questa condizione, ma se non vengono prese misure radicali e immediate dal Governo con leggi appropriate e durissime, ma soprattutto dando maggiore importanza al cosmo donna, non arriveranno mai a niente.
L’India tutta è una Ciudad Juarez in larga scala, dove la vera fortuna è quella di non nascere femmina.
Una studentessa di appena 16anni è stata brutalizzata per due volte nel mese di ottobre a Kolkata, la vecchia Calcutta, e non contenti i suoi stupratori, angosciati dalla più che possibile denuncia della giovane, l’hanno orrendamente bruciata viva, sperando di cavarsela facendo apparire l'episodio come un suicidio.
Ma l’autopsia effettuata il 31 dicembre ha svelato che al momento del decesso la minorenne era incinta di un mese ed il feto prelevato per ulteriori esami potrebbe essere fondamentale per le indagini.
La ragazzina è stata stuprata due volte: il primo abuso sessuale viene compiuto il 26 ottobre quando un certo Chhotu Talukdar, pescivendolo, propone alla 16enne una passeggiata, accompagnandola invece in una casa abbandonata dove lo aspettavano cinque amici.
I genitori la ritroveranno il mattino dopo in un campo svenuta.
Dopo qualche ora i tre si presentano al commissariato di polizia per denunciare l’accaduto, ma il branco capeggiato da Chhotu, avendo notizia della petizione, la cattura nuovamente il giorno dopo, seviziandola per ore in un taxi.
Ancora una volta il padre e la madre la ritrovano, completamente stordita, nei pressi di una stazione ferroviaria.
A questo punto i genitori impauriti e ben consci dei rischi che corre la figlia, cambiano abitazione.
Niente da fare, le minacce continuano irrefrenabili sino a che la famiglia è obbligata a ritirare la denuncia di stupro.
Ma il peggio deve ancora arrivare.
Il 23 dicembre la giovane studentessa viene ricoverata d’urgenza in ospedale con ustioni gravissime su quasi tutto il corpo e, all’inizio, i medici optano per il suicidio, supposizione accolta, guarda un po’, anche dalla polizia.
La ragazzina agonizzerà per ben 7 giorni, ma in un momento di piena lucidità, esattamente il 29 dicembre, agli agenti che la piantonavano, farà nomi e cognomi di due degli schifosi seviziatori (Minta Sil e Ratan Sil) che, racconterà, essere gli esecutori materiali del gesto.
Due giorni dopo, la studentessa muore.
Fortissima, da giorni, la polemica nei riguardi delle forze dell’ordine, accusate di non aver dato carattere di massima importanza al caso, cercando invece di chiudere la vicenda quanto prima.
Un fatto di cronaca, non nera, ma marcia, putrida che ci spiega una volta di più perché i nostri due ragazzi sono ancora in India… E che ci evidenzia ancora maggiormente la pochezza decisionale degli alti dirigenti della Comunità Europea, troppo impelagati in affari economici con questo Paese di assassini e stupratori.
Inserito da luisa il 03/01/2014 17:22:54
Una storia malefica di violenza di branco e di sevizie fisiche e psicologiche. Nascere donna è terrificante in paesi come questo, ma anche essere uomo, quando si posseggono dignità, cuore e rispetto. La storia dei nostri Marò rappresenta la piccolezza del nostro paese, privo di ogni forma di autorevolezza e arreso alla più mortificante arrendevolezza. Qualunque altro stato avrebbe fatto ben altro, e avrebbe saputo incutere quel rispetto a cui il nostro ha abdicato da tempo.
Inserito da bea il 03/01/2014 12:24:42
Non mi piace di niente, e non c''è niente da aggiungere, hai detto tutto. Molto importante menzionare il caso dei due maró. Questa India, ove vive il Dalai Lama e ove regne la crudeltlà... le due facce contradittorie.
Inserito da carolus il 03/01/2014 12:01:04
Signora Bonino, radical chic con poltroncina da Ministro, cosa aspetta ad andare a prendere e riportarci a casa i nostri marò? Aspetta forse una equa sentenza in quel Paese che cancella l'acquisto dei nostri elicotteri , che ci ha spedito in Italia 150.000 indiani, che se ne frega delle leggi internazionali ? Spetta di farci considerare un Paese di buffoni !
Inserito da silvana il 03/01/2014 11:57:34
purtroppo questa è l'India depravata e ho ragione di credere che i nostri militari li spediranno in Italia ormai giustiziati e nelle bare. mi auguro vivamente che questo scempio non accada, ma è un popolo vendicativo e i recenti fatti lo dimostrano
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