Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Simone Cristicchi
La guerra ideologica civile in Italia continua incessantemente il suo percorso senza mai arrestarsi un attimo.
Basta, infatti, soffermarsi sulla querelle Cristicchi, dove un cantante che realizza scenicamente una puntigliosa «verità storica» sull’esodo istriano, dalmata e giuliano causa di fame, malessere e morti terribili per molte migliaia di italiani, crea nuovamente, pedissequamente, la solita spaccatura storica, dimostrando ancora una volta di essere lontani anni luce dalla cosiddetta storia in comune o condivisa.
Simone Cristicchi, con il suo spettacolo «Magazzino 18» andato in scena a Trieste, ha riportato la verità statuita dai documenti storici.
La realtà non di uomini del fascio, ma solo quella di uomini, in fuga dalle persecuzioni di Tito, oppressioni anti-italiane e i massacri delle foibe definiti da certuni storici “vera e propria pulizia etnica nelle regioni a ridosso del confine italo-jugoslavo”.
Una verità, ci rendiamo conto, che per una certa ideologia sinistroide più progressista può essere narrata solo dopo un’accurata e precauzionale revisione del «testo» da parte degli unici «custodi e difensori» della autenticità.
Siamo arrivati addirittura, anzi sono arrivati, quelli della Onlus Cnj (Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia) a intimare a Cristicchi di riconsegnare la tessera onoraria dell’associazione partigiani (ANPI).
Ora ci domandiamo perché mai gli sia stata assegnata in
precedenza; forse perché si era apertamente schierato verso una verità gradita
dai compagni Partigiani?
E, appena, ha sgarrato un attimo, parlando di foibe ed esodo istriano non in
maniera corretta, sempre per certuni partigiani rossi, n’è stata richiesto la restituzione?
Comunque è anche giusto scrivere che non tutti i delegati dei partigiani hanno visto, nello show del cantante, una verità deliberatamente pilotata.
Infatti, fortunatamente, le posizioni dell’ANPI non sono tutte uguali, ma variano a seconda del proprio intendimento ideologico.
Persone molto vicine alla Resistenza, con parenti deportati nei vari campi di concentramento, gente che ha lottato duramente per la Liberazione, non ha trovato nulla di sconveniente nel racconto messo in scena, e hanno tenuto a ribadire che si sta creando ancora la solita, antistorica polemica concettuale.
Cristicchi, non ha fatto che il proprio dovere: ha evidenziato un’altra forma di violenza e accanimento dell’uomo sull’uomo ora, però, lambendo il Sancta Sanctorum degli unici depositari della verità: i comunisti partigiani.
Purtroppo, questi fatti, deprecabili e ignominiosi sono parte della storia ed è giusto riportarli alla luce, sempre rispettando le linee guida dell’autenticità senza entrare in vergognose guerre civili culturali.
Quando entra in funzione la memoria è giusto allora, rammentarsi di tutto, non solo di cosa vogliono gli altri.
Ormai quasi tutti sanno che chi sfuggiva dal tiranno Tito non erano solo i fascisti, ma bensì tutti quegli italiani che cercavano di ritrovare la libertà.
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