Dalla carta igienica alla carta... rosa

La Gazzetta dello Sport elegge Dante a giudice delle squadre di serie A: articolo ridicolo

Il Sommo Poeta è una figura troppo d'intralcio, difficilissima da trattare se non con scoraggianti risultati

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Dante è molto popolare in Italia e anche all’estero, ma è soprattutto nel nostro Paese che ne viene sfruttata tale fama per accostarla inopportunamente in ottiche diverse, in modo scorretto e fuori luogo.

Basta pensare alle innumerevoli e vergognose tiritere pubblicitarie in cui il sommo viene ingloriosamente affiancato a una carta igienica, ad alcuni surgelati e via dicendo.

L’unica verità che emerge da quanto sopra è che l'incolta concessione promozionale, evidenzia che Dante è una figura troppo d'intralcio, difficilissima da trattare se non con scoraggianti risultati.

E’ di stamane un altro blasfemo tentativo da parte della Gazzetta dello Sport di utilizzare in forma ridottissima, estremamente semplifica quasi a livello demenziale, la figura dell’Alighieri, avventurandosi in un articolo che indica il nome del Sommo quale giudice della serie A di calcio, che riserva il Paradiso a tot squadre, il Purgatorio ad altre e l’Inferno a sette compagini tra cui Inter e Milan.

Il giornalista, che si è esposto in siffatto ridicolo pezzo, sicuramente conosce solo il Dante della pubblicità della carta igienica, altrimenti mai avrebbe eletto il poeta a colui che decide la sorte degli umani per risultati anziché per valori morali.

E, a tal punto, mai avrebbe segregato l’Inter -a causa dei dannosi torti subiti dall’inizio del campionato sino all’ultima partita con il Chievo- all’Inferno; al massimo, per la mancanza di veemente difesa da parte della dirigenza nerazzurra, l’avrebbe relegata in Purgatorio.

Insomma, basta con la carta igienica, olio, telefonini e quotidiani sportivi; giù le mani, una volta per tutte, da Dante.