Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
rançois Hollande non ha niente (almeno apparentemente) per piacere. Fisicamente è un disastro di banalità scontata e priva di charme. Non ha il dono dell’eleganza, e neppure quello della simpatia, per quanto si possa verificare nelle occasioni istituzionali. Nel suo sguardo non sembra brillare alcuna scintilla di arguzia seducente o almeno fascinosa, il sorriso ricorda quello stereotipato delle statue arcaiche, nessuna empatia sembra possibile.
Lo conoscemmo come marito un po’ scialbo di Ségolène Royale, alla quale ogni donna non più giovanissima ha invidiato la splendida forma e l’eleganza. La Royale perse le elezioni per la presidenza della Francia contro Sarkozy, ma ne uscì con l’onore dovuto alla prima donna che avesse provato a espugnare l’Eliseo.
Sconfitta, Ségolène si fece da parte e François evidentemente ritenne fosse venuto il proprio momento per tentare di riuscire dell’impresa dove la madre dei suoi 4 figli (non si sono mai sposati, ma si sa la sinistra non bada a queste formalità borghesi e retrograde) aveva fallito.
Lei, fedele compagna di vita e di partito lo sostenne. Al momento della insperata vittoria però accanto a lui non c’era più Ségolène, ma Valèrie, una giornalista ben introdotta, ambiziosa, poco diplomatica, molto gelosa del passato sentimentale di François al punto da rendersi protagonista di non poche gaffe nei riguardi della ex di Hollande. Anche Valérie non brilla per simpatia, e anzi spesso induceva a guardare al povero presidente francese con quel tanto di commiserazione dovuto agli uomini che appaiono deboli nelle mani di femmine “arpieggianti”.
Poi improvvisamente veniamo a scoprire che niente è come sembra.
Il boudin(nonostante l’assonanza, non vuol dire budino come tutti traducono, ma si tratta di una specie di salsicciotto alsaziano a base di sangue di maiale, molto simile al toscano “biroldo”) François viene “beccato” da un fotografo mentre in scooter si reca in una casa che non è la sua con croissant e cappuccino. Nella casa si scopre esserci una bella attrice quarantenne sua sostenitrice durante la campagna elettorale, e assai impegnata in politica (al punto da essere appena stata scelta per le nomine dell’istituto di cultura Francese a Villa Medici a Roma). Ovviamente nessuno crede che il presidente della Repubblica francese sia lì, a quell’ora, con croissant e cappuccino e tanto di casco in testa per far visita caritatevole ad un’amica malata cui portare pochi generi di conforto.
Julie Gayet è indubbiamente l’amante di monsieur le president!
La non simpatica Valèrie finisce in ospedale per la rabbia e la delusione: ben gli sta, lei ha rubato il marito a Ségolène, e Julie (più giovane e charmante) lo ha rubato a lei. Pari e patta!
Fin qui sarebbe una tranquilla, per quanto vistosa dati i ruoli dei protagonisti, storia di corna e di infedeltà, di abbandoni e tradimenti come tanti ce ne sono e riempiono le pagine dei rotocalchi scandalistici.
Quel che provoca un femminile sussulto di indignazione è la reazione del Presidente. Per colmo di sfortuna lo scoop di «Closer», settimanale francese di proprietà Mondadori (chissà come ha goduto Berlusconi che si è trovato inaspettatamente vendicato- per quanto solo nella figura istituzionale e non personale– dei sorrisini al suo indirizzo fra la Merkel e Sarkozy), arriva pochi giorni prima l’annunciata conferenza stampa di Hollande che avrebbe dovuto fare il punto sulla politica economica francese.
Ovviamente la questione sentimentale prevarica su tutto e i 600 giornalisti accreditati non si lasceranno sfuggire l’occasione di avere una dichiarazione in proposito dal diretto interessato.
E infatti.
Peccato che Hollande, dopo aver elegantemente glissato invocando la privatezza di affari che è giusto trattare in privato, scivoli malamente, ma volontariamente, quando gli chiedono di Valèrie: tutti sanno che è in ospedale, segno di un non brillantissimo stato di salute, e lui risponde secco: «Si riposa!».
Quindi quando qualcun altro gli chiede chi sia ora la première dame, replica che in Francia il ruolo di prima signora non esiste per statuto, niente regola la sua posizione ufficiale e di conseguenza i suoi compiti, doveri e diritti.
Ultima dichiarazione: farà sapere chi è la sua compagna in carica prima del 11 febbraio (data della visita ufficiale in America).
Se a questo si aggiunge che tale gentiluomo è andato a trovare quella poveretta di Valèrie in ospedale solo oggi dopo diversi giorni dal suo ricovero, ce n’è abbastanza per indignarsi.
Come si permette questo signore di umiliare pubblicamente la donna che lui stesso ha voluto al suo fianco ufficialmente pur non essendo sua moglie? Avrebbe potuto tranquillamente gestire il rapporto affettivo senza che la signora Valeria partecipasse alle occasioni ufficiali nel ruolo solitamente riservato alle mogli. Mogli le quali per mollarle ci vuole ovviamente un po’ più di prudenza di quella che Hollande sta mostrando, visto quel minimo di tutele che ancora hanno.
Una compagna finisce di essere tale nel momento stesso in cui il compagno ha un’altra (e viceversa) e lo dichiara o non lo nega. Non ha diritto a nessun riguardo, neppure agli 8 giorni che si danno alla domestica, perché in effetti formalmente non esiste.
Se due persone decidono di condividere la vita senza formalizzare istituzionalmente questa condivisione sanno che non solo non esistono tutele, ma neppure un minimo di “ammortizzatore emotivo”.
Lui (o lei) un giorno dice: –Non ti amo più– e l’altro non può far altro che prenderne atto e togliersi dai piedi (o far togliere dai piedi, dipende dalle situazioni).
Certo direte voi, rimane il savoir faire, rimane l’impegno preso fra due persone che comunque richiederebbe, pretenderebbe, un po’ di coscienza. Non sono le carte bollate che fanno un matrimonio.
È vero, ma spesso le carte bollate rendendo più complicato l’iter possono indurre a maggiore riflessione e minore superficialità. E soprattutto rendono l’umiliazione del tradito meno volgare e rozza.
Certamente maggior prudenza avrebbe dimostrato Hòllande se Valèrie fosse stata sua moglie, così come almeno formalmente la doveva dimostrare Kennedy a Jacqueline.
Per una donna o per un uomo ritrovarsi a fare i conti con un rivale che l’’ha soppiantato” nel cuore dell’amato è ben duro, ma patire anche l’umiliazione priva di alcun riguardo in nome del matrimonio mai celebrato, è segno di una vigliaccheria morale, di una superficialità intellettuale, di una statura etica talmente ridotta che boudindiventa un vezzeggiativo onorifico per monsieur le president.
Inserito da ghorio il 17/01/2014 21:10:48
Personalmente sono rimasto e sono scandalizzato degli spazi immensi dedicati alla vicenda Hollande. D'accordo tutto ma mi sembra davvero che le paginate confermino la decadenza della stampa italiana. Posso capire quella anglosassone che spesso si alimenta di questi scandali. Salto la questione della bellezza riferita ai protagonisti, compreso Hollande, che spesso è soggettiva, anche se per i rotocalchi e certa stampa l'attestazione della bellezza va a persone che tali poi non sono. Se debbo essere sincero delle tre donne riferite ad Hollande preferisco la Valerie con il suo mezzo sorriso accattivante. E? chiaro che nella vicenda Hollande non è che si sia comportato bene, però, condivido la sua risposta, riferita la fatto privato. C'è la questione della sicurezza, ma interssa semmai la FRancia , non l'Italia. COntenti loro, e mi riferisco ai giornali seri francesi. Noi invece discettiamo sulla première dame, figura che non esiste nelle istituzioni francesi, avendo fatto a suo tempo l'enfasi della Carla Bruni, di origine italiane. NOn mi risulta che le mogli di De Gaulle o di Chirac abbiano fatto passerella i si siano messe in mostra. Negli stessi Usa, a parte la vicenda Jacquiline con Kennedy e poi negli ultimi anni la Clinton che ha scoperto la politica non mi pare che le mogli dei presidenti americani sia siano sempre affannate di essere la fianco del marito, all'indomani dall'elezione. Finisco pertanto con una considerazione: Hollande nella vicenda non ci fa una bella figura ma noi italiani gli abbiamo dato troppa importanza.
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