Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
uale rimpasto! Qui o si cambia o si muore, ma niente voto, ovviamente, non subito. Quindi, al solito, navigazione a vista in un’Italia in ogni senso sempre più prosciugata.
Niente crisi al buio, come si dice. Non solo perché sua Maestà non vuole, ma senza una legge elettorale che accontenti i maggiori partiti, e senza una pur minima parvenza di riforme da dare in pasto all’Europa e al popolo che ancora spera e vota, non si può. Renzi lo sa e sa anche che continuare a fare il pungolo di un corpo morto, alla fine diventa un esercizio sterile di pura propaganda, un boomerang. Partecipare con suoi fedelissimi a un ipotetico esecutivo Letta-bis, poi, sarebbe un suicidio, un’omologazione alla vetusta e passata prassi politica, per nulla premiante per il suo futuro.
Il giovane Letta politicamente è oramai un vecchio arnese. Un uomo intristito dagli eventi che attende e si muove solo per reazione. Quanto potrà campare come presidente del Consiglio seppure troverà nomi giusti, degli aspiranti al martirio, per sostituire i dimissionari Di Girolamo, Fassina e Archi?
Più crudele del corvo e del gabbiano che si sono avventati sulle colombe di papa Francesco, il sindaco di Firenze sa che il tempo stringe e che Alfano è oramai compromesso con il sempre meno gestibile caso Kazakistan, che la Bonino rischia (anche se non è stata lei la causa) una figuraccia colossale nel proseguo della trattativa con il governo indiano per la liberazione dei due marò, che la Cancellieri è un ministro dimezzato e che al ministero dell’economia il clima è da guerra aperta, per non parlare dello Sviluppo economico, ricordando che solo pochi giorni fa la renziana Debora Serracchiani ha chiesto le dimissioni del ministro Zanonato.
L’unica strada percorribile per Renzi è un governo di scopo da lui presieduto con pochi punti realizzabili (guai a essere troppo ambizioso, con il rischio di fallire) e appoggiato da quello strepitoso animale politico che è Silvio Berlusconi, diventato in queste ore il nuovo “grande vecchio”. E sostenuto inoltre, da chi ci starà - Nuovo Centro Destra e pezzettini di ex-montiani, destinati alla fondazione di un unico soggetto - con la promessa di continuare a sopravvivere magari un altro anno ancora.
Pochi ministri, scelti con cura magari fuori dalla politica, poi si va a elezioni sull’onda di due o tre cose fatte a puntino. Un’ipoteca per la vittoria, una garanzia di successo, ma anche di possibile sostanziale cambiamento della scena politica complessiva: assetto dei partiti, alleanze e chissà quanto ancora. Cambiamento quanto autentico, va da sé, tutto da verificare. O si cambia o si muore l’abbiamo detto: ma nonostante tutti vogliano andare in Paradiso, nessuno vuole morire. Meglio un limbo qui in Terra, a quanto pare.
Inserito da Fabio S. P. Iacono il 30/01/2014 18:30:33
L'introduzione di Italo Bocchino unitamente a quella di Giuseppe Tatarella, in merito al prossimo convegno intorno al Centro Destra, a Roma, e la nuova presenza interna alla Fondazione Alleanza Nazionale dello stesso Bocchino, può essere spiegata solo per mezzo delle ceneri fatte cospargere da chi di dovere, e quindi ora garantisce per lui, dopo la carnevalata di Gianfranco Fini e del Popolo delle Libertà. E' facile rammentare, non ricordare, che Bocchino ed il suo capo hanno illuso e deluso milioni di italiani e di italiane, dal M.S.I. ad A.N. per l'appunto in quistione. Auspico che non gli sia concessa una seconda occasione revival in tal senso. Solo con Fratelli d'Italia -Alleanza Nazionale ed il Movimento per Alleanza Nazionale: La Destra, Io Sud, La Fiamma Tricolore e Futuro e FLI di Menia, Nania si farà Centro a "Destra" in Italia e nel resto del nostro continente. Dal carnevale alle ceneri: III Repubblica.
Inserito da panux il 27/01/2014 17:44:26
Sono d'accordo sul risultato dell'auspicio. Ma se Renzi formasse un governo, per giunta di larghe intese, in costanza di legislatura e non sull'onda di una vittoria elettorale, temo (per lui) che non riuscirebbe a restare immune dal logoramento toccato dopo circa sei mesi a Monti e dopo circa sei giorni a Letta, del quale è subito apparso chiaro l'immobilismo. Meglio per lui sarebbe un matrimonio d'interesse con Letta: tu continui a far finta di governare un altro po', io investo tutto sulla realizzazione delle indispensabili riforme costituzionali ed elettorali. Poi si torna a votare e basta col dualismo fra capo del maggior partito e capo del governo (ma non s'era già detto "mai più!" ai tempi del primo e del secondo governo Prodi?). Naturalmente l'Apparato e le Correnti del fu Pci e della fu Sinistra Dc sono in grado di far naufragare questo e ben altri piani. Per cui più che di proposte, si tratta di auspici.
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