Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
L'istallazione abusiva che per due mesi ha regnato sul Circo Massimo senza che nessuno se ne accorgesse
A Roma al Circo Massimo un giorno appare una istallazione pseudo-monumentale (almeno quanto a grandezza, un paio di tonnellate). Chi passa di lì neppure se ne accorge o, se ne registra la presenza, immagina si tratti di una delle solite “trovate” che si definiscono iper-moderne, ma sono in realtà ormai vecchissime e superate.
La faccenda stravagante è che non se ne accorgono neppure quelli della sovrintendenza, che dovrebbero dare il placet all’utilizzo di siti artisticamente e archeologicamente rilevanti e protetti. Nello stesso modo non se ne accorgono quelli dell’assessorato alla cultura diretto dalla signora Barca. Come evidentemente non se ne accorge l’assessore Barca.
Come è possibile? Come è possibile che un signore in cerca di visibilità possa, una notte di oltre due mesi fa, arrivare al Circo Massimo – che non è esattamente in una periferia negletta della Capitale, ma a poche centinaia di metri dal Colosseo (per chi non conoscesse Roma)– e con mezzi adeguati a metter su un affare di due tonnellate costruisca quel mostro ispirato a Mondrian (?) indisturbato?
Possibile che non sia passata in quel torno di tempo (diverse ore sicuramente non pochi minuti) una pattuglia di vigili, o della polizia o dei carabinieri? E se sono passate, possibile che a nessuno sia venuto in mente di chiedere se chi stava lavorando su un sito protetto aveva le dovute autorizzazioni? Eppure se fate un trasloco arriva subito il vigile a chiedere se avete pagato la tassa di temporanea occupazione del suolo pubblico per i camion con i vostri mobili.
E poi nei giorni successivi, ripetiamo oltre due mesi, è possibile che dal Circo Massimo non sia mai passato qualcuno della sovrintendenza o dell’assessorato di piazza Campitelli e si sia chiesto che ci faceva lì quell’affare?
Si deve dedurre che, nella migliore delle ipotesi, il menefreghismo regni sovrano nelle istituzioni culturali della Roma capitanata da Ignazio Marino, la immensa pletora di consulenti, funzionari, impiegati, dirigenti, del settore cultura della Capitale ignora consapevolmente quel che accade in città.
Quel che è peggio: lo ignora anche la Assessora Barca, che o per due mesi non ha occasione di passare dal Circo Massimo o se ci passa non fa caso alla presenza del clandestino di due tonnellate. Nell’un caso e nell’altro la signora Barca una volta scoperta la faccenda avrebbe dovuto dimettersi immediatamente, invece cosa ha dichiarato? «Roma è una città straordinariamente ricca di arte e cultura: e può capitare di passare di fronte a un’opera senza chiedersi il perché della collocazione. Vorrei cogliere l’aspetto positivo della provocazione, che è in qualche modo una forma di street art. La accoglieremo come capita anche con altre provocazioni, magari più accese»
Ma siamo impazziti, la signora Barca parla come una cittadina qualunque alla quale può capitare di non sapere perché una certa opera sia in un certo posto.
Qualcuno ha spiegato all’assessore alla cultura della Capitale, al momento della nomina, che lei è l’unica persona che DEVE tassativamente sapere quali opere vengono autorizzate, perché questo è uno dei suoi compiti?
E se nessuno glielo ha spiegato non avrebbe dovuto intuirlo da sé?
È come se un poliziotto non sapesse che deve arrestare un rapinatore, e si giustifichi dicendo che ci sono così tanti delitti che può capitare di assistere ad una rapina e non intervenire ritenendo sia una cosa normale!
Cercando poi una giustificazione la Barca ha aggiunto che la provocazione dell’istallatore abusivo sarà considerata un utile suggerimento per le linee guida della politica culturale del comune. Che bello la street art! da ora in poi tutti a istallare le proprie opere nel Colosseo, in piazza del Campidoglio, dove si potrebbe togliere quel vecchio monumento equestre a Marco Aurelio (che ingombra) per far largo a chi voglia approfittare dello spazio espositivo secondo il proprio gusto. Anche le fontane di piazza Navona, vetuste e superate potrebbero essere tolte per mettere a disposizione la piazza agli istallatori ignoti.
E che dire dei Fori imperiali (nome odiosamente retrivo)? Luogo ideale per coniugare antico e moderno.
Cari istallatori, da ora in poi non avrete più bisogno di autorizzazioni, mettete le vostre opere dove volete, tanto la Barca è contenta!
Per l’assessora Barca le dimissioni doverose, dunque non ci saranno, figuriamoci, la sinistra è brava a chiedere le dimissioni degli altri, mai a presentare le proprie!
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