Editoriale

Se questa è arte

Ogni giorno una nuova testimonianza del degrado di un paese senza più dignità culturale

rmai non ci stupiamo più di nulla – ed è un male – ma mentre in Parlamento volano manrovesci e manovre occulte per farsi gli italiani senza calargli almeno le brache ed un bacetto, l’arte contemporanea, quella che piace tanto ad Achille Bonito Oliva, alla sinistra intellettuale ma anche ad una certa Destra che adesso l’ha scoperta, prosegue le sue “boutade”.

L’ultima è di qualche giorno fa - e mentre al Pecci si rifiuta Sgarbi in quanto “non garantirebbe la presenza”, ma in realtà perché gli sta sui cosiddetti, avendo da sempre prediletto l’Arte con la maiuscola, quella “antica” per intenderci alle brutture contemporanee – e riguarda l’esposizione di una “scultura” raffigurante una bambina crocifissa realizzata dall’artista Fatima Messana, nell’ambito del progetto "Sculpture Relay…al Cassero!",  nel Comune di Montevarchi. Ora che si persegua ancora il tristo utilizzo del voler sconvolgere il pubblico ad ogni costo è l’evidente riprova di quanto ormai i sedicenti artisti contemporanei non abbiano più nulla da dire. Basta, del resto, una ridicola “affiche” scambiata per un murale, attaccata ad un muro di Borgo Pio e raffigurante SuperPapaFrancesco per mobilitare il Vaticano improvvisamente riscopertosi attento all’immagine artistica multimediale. Che nei palazzi apostolici di Arte se ne comprenda ben poco ormai è manifesto da un pezzo, basti vedere cos’hanno fatto da anni nell’appartamento Borgia sotto le stanze affrescate dal Pinturicchio. Non gli importa di costruire vere chiese ma soltanto “spazi liturgici”, figuriamoci se capiscono cosa sia l’Arte.

Intanto al Circo Massimo installano abusivamente un’”installazione” ( se è un’installazione si installa non vi pare? ) senza che la Soprintendenza e l’Assessore alla Cultura se ne accorgano se non dopo mesi ed in seguito a segnalazioni. E li pagano pure! Adesso dunque arriva la proposta “shock” di quest’ultima Fatima ben poco profetica, quanto piuttosto banale, noiosa, volgare e già vista.

Quando non si sa scolpire nè modellare allora si fanno le opere “a stampo” in colate di vetroresina, non serve aver studiato i bronzi del Sansovino.

Quando non sanno dipingere sgocciolano i colori sulle tele o imbrattano i muri chiamandoli “street art”.

Quando non sanno edificare tirano su prefabbricati di cemento destinato a collassare dopo pochi anni. Quando non sanno scrivere pagano. Quando non sanno suonare vanno ad X Factor.

Questa è l’arte oggi in Italia, intanto Fatima Messana, pagata ma non paga di tanto, provocatoriamente espone anche l’altra sua opera – ché chiamarla scultura non mi riesce, perdonatemi ma sono un po’ retrò “Testiculos qui non habet Papa esse non posset”: una figura femminile in abiti pontificali che è da “intendere come  riflessione critica dell’artista” al riguardo della preclusione per le donne all’accesso di incarichi ancora riservati al genere maschile. Insomma non è che si possa parlare sempre dei Bungabunga di Silvio o di chi si farebbe, e cosa le farebbe, alla Boldrini no?

Di quest’”opera d’arte” esposta a Montevarchi adesso tutti, purtroppo, ne parlano dando ancora una volta ragione al vecchio Andy Warhol. Anche io.

Purtroppo anche io, ma tre euro per vedere simili cose, vi garantisco, non li spendo né ora né mai.