Re Giorgio frega anche Renzi

Macché staffetta questa è una resa dei conti: ne rimarrà uno solo, e non sarà Letta

Improvvisa accelerazione verso la crisi di governo. Il premier non ci sta e reagisce ma il sindaco di Firenze gioca sull'atmosfera di consenso che lo avvolge

di Simonetta  Bartolini

Macché staffetta questa è una resa dei conti: ne rimarrà uno solo, e non sarà Letta

Letta messo alle corde non ci sta a cedere il passo senza combattere, Renzi dopo avergli dato i venti giorni (vi ricordate l'ultimatum intimatogli alla fine di gennaio con scadenza il 20 febbraio?)  ci ha improvvisamente ripensato e ha stretto i tempi, e il mercoledì dichiara che la questione deve essere risolta entro la fine della settimana. In altre parole, risolvere la situazione vuol dire o te ne vai da solo o il tuo stesso partito ti sfiducia e al tuo posto vengo io Renzi Matteo, segretario appunto di quel partito.

Chi si fosse distratto per un paio di giorni dalla cronaca politica, non leggendo i giornali e non guardando i notiziari tv, leggendo quanto sopra potrebbe pensare ad un delirio del cronista.

Ma come è possibile? Renzi ha sempre affermato che sarebbe diventato premier solo vincendo le elezioni e quindi legittimato dal voto degli italiani!

Renzi fino a 48 ore fa diceva che sostituirsi a Letta con questa maggioranza era una follia che non aveva intenzione di subire per non bruciarsi come successe a D'Alema con il governo Prodi. Sconfessava le larghe intese promettendo in governo della sinistra che, senza gli infingimenti della mediazione di un esecutivo di grande coalizione, potesse procedere ad un programma politico di riforme. 

E aveva ragione. Renzi rappresenta nell'immaginario degli elettori, e non solo di quelli di sinistra, un'affidabilità conferitagli dall'essere un nuovo rimasto fino ad oggi ai margini dei giochi della politica dei palazzi romani. A differenza di tutti gli altri oltre ad un programma si è impegnato anche nelle scadenze per la realizzazione dello stesso (il famoso cronoprogramma) tanto da promettere la legge elettorale entro la fine di gennaio... E infatti al 13 di febbraio ancora in Parlamento non si è neppure cominciato a discuterne! E il povero Renzi ha cominciato a capire che neppure un titanismo volontaristico di tipo alfieriano sconfigge il pantano parlamentare uscito dalle urne dello scorso anno. Questo gli ha ben chiarito che con le forze di cui può disporre per governare, i suoi propositi sono destinati a infrangersi nel muro di gomma della politica romana come la abbiamo disprezzata fino ad ora. La stessa che sulla quale si è andato a frantumare anche Berlusconi nonostante le migliori intenzioni e in alcuni casi i numeri eccellenti.

Donde le ripetute dichiarazioni anti rimpasto, la sua ostilità ad entrare nel governo con ministri di sua diretta espressione, e la riluttanza a proporsi premier al posto di Letta.

Cosa è accaduto? A beneficio del nostro cittadino distratto proponiamo un rapido riassunto delle ultime 48 ore che in parte spiega la situazione surreale venutasi a creare con un ribaltamento di fronte che ricorda il solito 8 settembre ormai connaturato (in varie declinazioni e non solo di natura infingarda) al carattere italiano più di quanto sarebbe auspicabile

Tutto comincia con il finto scoop del Corriere della Sera che anticipa un capitolo del libro di Friedman nel quale si denuncia il complotto contro Berlusconi ordito da Napolitano, che, già nel luglio del 2011, intraprende una serie di consultazoni ufficiose per preparare un governo alternativo a quello del Cav. che a quell'epoca però è ancora saldamente in sella. Non solo, non è neppure travolto dal ciclone spread, ma è già malvisto, da tempo, dalle cancellierie europee per il tentativo di fare una politica che protegga l'Italia (al punto da cominciare a minacciare di rinegoziare l'euro). Politica che lo porta a cercare l'appoggio di Putin (che, guarda caso, diventa nelle pagine di tutti i giornali un orrendo dittatore che solo un altro personaggio altrettanto criticabile come il Cav può definire amico) che però gli aliena anche la già scarsa simpatia dei neo vincitori democrat americani, e nella fattispecie di Barak Obama.

Dunque Napolitano, su imput delle cancellierie europee, che già ridacchiavano in pubblico se interrogati su Berlusconi, prepara la successione proponendo a Monti il posto di premier previa nomina a senatore a vita. E già, perché Monti non ci va gratis a fare il premier tecnico vuole non solo lo stipendio da senatore, ma lo vuole per tutta la vita (così anche lui diventerà un ricco collezionatore di pensioni d'oro). E infatti a novembre...

Nel frattempo Monti si consulta con i suoi amici di sempre (Prodi e De Benedetti), nonché  nemici di sempre di Berlusconi.

Friedman però, oltre a rivelarci quel che in molti degli addetti ai lavori già sapevano, e che altri semplicemente intuivano, non si limita a scrivere la sua ricostruzione, ma la documenta con inoppugnabili interviste televisive ai protagonisti Monti, Prodi e De Benedetti che confermano esplicitamente.

Oh perbacco! Monti è dunque completamente impazzito? Perché rivela quello che dovrebbe rimanere riservato (anche a norma di legge)?

Semplice, Monti vuole vendicarsi di Napolitano che non lo ha sostenuto nella scelta di scendere in politica, e soprattutto non ha difeso il disastro combinato a tutti i livelli dal suo governo.

Per quanto la maggioranza delle forze politiche si schieri compatta in difesa di Napolitano il colpo è arrivato a destinazione. Ed è anche tornato indietro come un boomerang seppellendo definitivamente le esagerate e velleitaristiche ambizioni del professore.

Nel frattempo come per magia la Fama comincia la sua opera: si diffonde la voce che diventa sempre più insistente e altrettanto immotivata che vuole Renzi del ruolo di prossimo, nel senso di immediato, premier al posto di Letta. La voce diventa una certezza quando il sindaco di Firenze passa due ore a desinare con Napolitano al posto di Letta.

Cosa si dicono i due? Si può solo ipotizzare alla luce della successiva dichiarazione (mercoledì dal Portogallo) del Presidente Napolitano: «Elezioni? Non diciamo sciocchezze» che gela ogni ambizione di Renzi di diventare premier con tutti i crismi e i carismi.

Se vuole fare il premier al posto dell'amato Letta, fa capire Napolitano,  dovrà farlo depotenziato e alle sue condizioni.

Perché Napolitano non vuole le elezioni che Renzi potrebbe vincere? Semplice. Primo perché le vittorie per quanto augurabili e ipotizzabili non sono mai sicure quando in campo c'è Berlusconi.

Secondo. Nuove elezioni significherebbe anche doversi dimettere da Presidente. Con la nuova legge elettorale finirebbe l'emergenza che gli ha dato il secondo mandato e Napolitano dovrebbe dimettersi ancora sull'onda delle dichiarazioni di Monti, quindi per la storia le dimissioni finirebbero per essere ascritte allo scandalo sollevato dal falso scoop. Figuriamoci se Napolitano vuol darla vinta a Monti!

Senza le elezioni e con Renzi al posto di Letta Napolitano potrà decidere i tempi delle sue dimissioni e magari far ringollare a Monti lo scherzetto certo poco graito.

Non solo ma in questo modo Renzi sarà comunque un'anatra zoppa perché l'opposizione gli rimprovererà di governare senza neppure essere passato da un'elezione in Parlamento, il Parlamento con cui dovrà governare sarà la solita palude pronta a soffocare ogni tentativo di vero rinnovamento, nel frattempo gli italiani non staranno meglio, ma sempre peggio anche se ci diranno che la crisi è alle spalle.

E Renzi verrà logorato dovendosi assumere la responsabilità di governo senza le mani libere per governare come ha promesso e come gli italiani che lo guardano con simpatia si attendono. Potrà esercitare il potere, fare nomine utili, ma sarà ancora un elemento di progressiva assimilazione a quella politica che il ragazzo fiorentino voleva rottamare.

Governerà, forse, fino al 2018, a questo punto è quel che spera, ma ci riuscirà con grillini e Forza Italia che faranno un'opposizione non amichevole?

Questo non è dato saperlo quel che è certo è che Renzi avrà una finta e dolorosa vittoria, gli italiani una sconfitta , ma Re Giorgio continuerà a regnare incontrastato e alle proprie condizioni.


Piaciuto questo Articolo? Condividilo...

    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da ghorio il 13/02/2014 09:53:56

    L'analisi del direttore Simonetta Bartolini si può condividere ma, per quanto mi riguarda, rimangono molte perplessità. In particolare, sul ruolo di Napolitano, sorge il dubbio in considerazione che a rieleggerlo ha provveduto un schieramento da destra a sinistra, come se fosse "il nuovo uomo della Provvidenza". Del resto la maggioranza del parlamento era per una scelta di una persona dell'area di centrosinistra e quindi è stata una lotta interna di quest'area. Sullo scoop del Corriere e del libro di Friedman non c'è niente di nuovo sotto il sole. Semmai il centrodestra deve cospargersi il capo di cenere avendo a suo tempo scelto Monti come Commissario europeo, guarda caso l'ha fatto Berlusconi, e poi, anche durante il governo Monti, il Cavaliere gli ha offerto la guida del centrodestra, mentre Monti si consultava con De Benedetti e Prodi, non certo "amici" di Berlusconi. Quanto a Letta-Renzi, quest'ultimo dimostra la sua boria "di spaccare il mondo", anche se non mi pare, come sindaco di Firenze, che abbia risolto i problemi della città. Quanto alla sua popolarità, siamo ai soliti sondaggi, più o meno fasulli, anche se ci sono responsabilità nell'area di centrodestra con tanti cittadini che sono andati a votare per Matteuccio. In ogni caso ad andarci di mezzo siamo noi italiani e la lista dei ministri che ha in tasca Renzi non pare che sia composta da personaggi eccelsi. Addirittura per l'economia siamo alla scelta di una persona che sta facendo commenti economici su un giornale. Quanto alle riforme, per il Senato, che io abolirei del tutto, Renzi scopre i sindaci dei comuni capoluogo, dimenticando che con l'abolizione delle province, come è giusto, costoro, non rappresentano niente, se non per la città per la quale hanno la carica di sindaco e potrei continuare con altre considerazioni. Naturalmente per i 630 parlamentari (Camera) continuerebbe il loro numero elevato, le loro prebende scandalose e così per i consiglieri regionali e le varie caste di questa nostra nazione.

Inserisci un Commento

Nickname (richiesto)
Email (non pubblicata, richiesta) *
Website (non pubblicato, facoltativo)
Capc

inserisci il codice

Inserendo il commento dichiaro di aver letto l'informativa privacy di questo sito ed averne accettate le condizioni.