Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
a possibile che nessuno se ne accorga? In questi ultimi giorni ci sono stati e tali “prove tecniche di dittatura” che persino un popolo beota come quello italico avrebbe dovuto quantomeno drizzare le orecchie, se non la testa (che per molti è ormai un optional). Il problema è che molti pensano alla dittatura come a un qualcosa in uniforme, con un grande fratello, zio o suocero che impartisce ordini gracchiando in un microfono , manganelli in libertà e gulag a volontà.
Roba da museo, buona per la carogna di Lenin che ancora ammorba (speriamo non per molto) le mura del Cremlino. Naturalmente, per la gioia degli pterodattili nostrani, ci sono ancora Corea del Nord e Cuba (per non parlare della Cina, dove abbiamo però il …. compagno capitale che non piace ai trinariciuti nostrani, nostalgici forse di Mao e dei libretti rossi) ma in Occidente almeno regimi del genere sono spariti da un pezzo.
Questo non significa che il manganello e il gulag non siano ancora perfettamente operanti: hanno cambiato fisionomia ma sono in mezzo a noi, pronti a stroncare e a colpire chiunque non si adegui alla musica del politicamente corretto (o meglio corrotto) ,di quella che si vuole imporre come mentalità dominante; tra la complicità e l’assordante silenzio di tutti, compresa quella Chiesa Cattolica che sotto l’attuale pontificato ha rinunciato alla difesa a spada tratta dei “valori non negoziabili” limitandosi se mai a perseguitare (con ferocia degna delle leggende nere e fasulle su Inquisizione e dintorni) chi, come i Francescani dell’Immacolata, si macchia di colpe imperdonabili persino alla “pastorale” della tenerezza e della misericordia : coerenza, fedeltà al Magistero e alla tradizione della Chiesa. Peccati imperdonabili per i figli del postconcilio, che del Padreterno ha fatto, al massimo, un’insegna pubblicitaria stile Benetton.
Ci sono, in questi giorni, inquietanti segnali di arroganza del potere, ma anche di totale spregio di quella che è la tradizione civile e culturale del popolo italiano, semplicemente da rabbrividire. Si vuole imporre governi che la gente non ha voluto né votato, si strilla al golpe da parte di chi non solo avrebbe potuto e dovuto impedirlo, ma addirittura è stato determinante nel rieleggere alla massima carica dello stato il presunto responsabile; un ministro della repubblica si permette di definire la famiglia qualcosa del tipo “una istituzione sorpassata e un po’ fascista”; a Firenze, culla dell’umanesimo e del Rinascimento un segnale allucinante di … rimbambimento o meglio di follia sessantottarda: via i termini padre e madre dai moduli delle scuole comunali per sostituirli con il più asettico e politicamente corretto “genitore”.
Eppure, a parte qualche sussulto sul web, la sensazione è che tutto questo – e neppure sempre – serva solo a fare qualche titolone sui giornali. Le dichiarazioni del ministro Carrozza,[1]già nota per aver esortato gli studenti a “ribellarsi” ( a chi, poi? Se all’autorità costituita allora a lei, e magari lo facessero, “okkupandole” le stanze del potere e riducendogliele a uno stabbio; ma sarebbero debitamente e democraticamente fermati e manganellati prima di poter muovere un dito); questa signora che da quando ha “okkupato” la sua poltrone non ha fatto assolutamente nulla di positivo per l’istruzione o per la ricerca, sosterrebbe, partendo dalla scoperta dell’acqua calda che la famiglia ideale “non esiste e forse non è mai esistita” (ma togliamolo pure, il forse) l’assoluta intercambiabilità del ruolo dei genitori e il decadimento a “stereotipo invecchiato” dell’istituzione familiare.
A parte il fatto che si può senz’altro convenire che entrambi i genitori possono cambiare un pannolino, ma perfino un ministro attuale della pubblica istruzione dovrebbe sapere che è un po’ difficile che un uomo possa procedere all’allattamento naturale (sicuramente, anche questa, pratica sorpassata e un po’ fascista) certo che la famiglia ideale non esiste: esiste quella reale, formata da persone di sesso opposto che completandosi a vicenda in un rapporto di amore reciproco procreano come Dio ha stabilito ( scusi il passatismo, signora ministra, ma se al posto del Principale che certo lei e i suoi pari rifiutano di riconoscere avendo da un pezzo deificato se stessi e la loro miseria umana, ci mettiamo la natura i risultati non cambiano)e educano i figli nella completezza della reciproca, diversa personalità.
Forse per lei, da femminista quale mostra di essere, maschio e femmina sarà una categoria puramente “sessuale”, ma se lei avesse conservato un minimo di femminilità (e di umanità) saprebbe che la dolcezza di una madre e il senso di sicurezza della figura paterna sono insostituibili. Questo non significa che famiglie e padri e madri siano sempre buoni e all’altezza della situazione, come del resto non lo sono i ministri (quelli poi ….).
Se non esiste la famiglia ideale di sicuro non esiste neppure il ministro ideale, e si lasci pure dire che quelli reali fanno venire una gran voglia di abolire la categoria al gran completo. Non così si può dire della famiglia, a cui tra l’altro il Fascismo, comunque poi lo si voglia giudicare, fece molto più bene delle chiacchiere a sproposito sue e di tanti suoi predecessori.
Su provvedimenti come quello fiorentino, a cui si può aggiungere la disgustosa idea del sindaco di Venezia di distribuire favolette gay contro l’omofobia, tutto quello che si può dire che rientra nella strisciante strategia del “fatto compiuto”; infischiandosene del fatto che la famiglia è tutelata dalla costituzione, si cerca di assassinarla per via burocratica: si comincia a eliminare i nomi di madre e di padre dai documenti sperando di cancellarli dalla coscienza e dalla memoria collettiva. Un’azione davvero degna di quei “figli di nessuno” che dimostrano di essere spesso e volentieri certi “sinistri”.
Ovviamente per chi non si piega a tutto questo sono pronte a scattare le gogne mediatiche, il linciaggio morale e civile in cui la sinistra è maestra, grazie anche al silenzio e all’ignavia dell’altra parte, paga di lerci inciuci di tipo veterodemocristiano (ma c’è da dire che se non altro i vecchi DC avevano un briciolo di dignità e senso della stato in più dell’attuale ciurmaglia.)
Che non ci sia nessuno che abbia il coraggio di denunciare con forza tutto questo, di contestare con forza il ragazzotto demagogo di Rignano che si appresta con un solo boccone a ingoiarsi lo stato e a spartirlo con i suoi amichetti del muretto, sostituendo tra l’altro un tizio neppure lui scelto dal popolo “sovrano” (ah, la democrazia!); che non ci sia un leader che senza essere un qualsiasi grillo sputazzante abbia il coraggio di chiamare la gente a raccolta per appendere alle forche (metaforicamente e mediaticamente parlando, s’intende!) la “onorevole” plebaglia che sta trasformando il nostro paese non solo in un servo di Bruxelles, ma pure in un sudicio letamaio è veramente incredibile. Mi piacerebbe poter chiudere con i celebri versi del Petrarca :
Vertú contra furore | prenderà l'arme, et fia 'l combatter corto: | ché l'antiquo valore | ne gli italici cor' non è ancor morto.
Ma il valore italico, ormai, non lo si trova più nemmeno nelle tasche degli italiani, da quando ci hanno scippato la sovranità monetaria!
[1]http://www.secoloditalia.it/2014/02/la-famiglia-una-stupidata-mamma-e-papa-roba-vecchia-parola-di-ministra/
Inserito da Saverio Gpallav il 26/10/2016 08:17:59
Purtroppo la tiepidezza di molti pastori di anime, tramutatisi in sociologi piacioni che hanno abdicato al dovere di tutelare la famiglia, unita alla pavidità di una opposizione inesistente o complice hanno portato allo scenpio delle leggi contro la famiglia in spregio alla stessa costituzione, già vilipesa in altre sue parti da chi ne doveva essere il custode. Assodato che la compiacente magistratura non incriminerà mai per alto tradimento e attentato alla Costituzione questi abusivi che hanno occupato lo Stato agli italiani non resta che seppellirli sotto un gigantesco NO al referendum. Se non saremo neppure capaci di esprimere il dissenso nelle poche occasioni di voto rimaste vuol dire che accettiamo il golpe permanente e il governo di occupazione che sta distruggendo l'Italia
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