Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Molto spesso si sente dire che “solo gli idioti non cambiano idea”.
Detto questo non ci rimane che affermare candidamente che Matteo Renzi è il genio più grande che l’Italia abbia mai avuto.
Qualcuno potrebbe, invece, semplicemente replicare che Matteino è un grande voltagabbana, una banderuola con la patente.
In quest’ultimo periodo, precedente alla crisi di governo “pilotata”, ha costruito in maniera chirurgica una cospirazione talmente appiccicosa e subdola, che il tradimento di Giuda ora può sembrare una ragazzata tra scolari che si fregano le figurine Panini.
E nonostante questa sua manovra poco sotterranea, ha la stampa e mezza Italia ai suoi piedi.
Con lui vedono il nuovo che avanza, personalmente vedo in lui, al contrario, la summa del peggio tra la prima e la seconda Repubblica, quel comportamento tipicamente democristiano che a ogni sua giravolta sprizza scudo crociato da ogni lato.
Eppure, non meno di dieci giorni addietro aveva platealmente dichiarato un suo preciso elenco di regole da rispettare, così da non ritrovarci invischiati nelle sabbie mobili del vecchio e logoro sistema politico.
Precetti molto semplici, ma tutti approvabili ai quali giurava eterno rispetto e massima dedizione. Aveva, più volte, assicurato la massima lealtà, assieme a tutto il PD, al Governo Letta; si era esposto dicendo: “Altra staffetta? E chi me lo fa fare di andare al Governo in questo modo”; aveva giurato e spergiurato che non sarebbe mai diventato Premier senza l’avallo del voto popolare.
Ora fate mente locale e pensate se ha rispettato solo una delle regole che si era prefissato.
No, non dimentico che aveva anche gridato: “mai più un governo di intese con la Destra” e oggi, invece, se vorrà governare dovrà farlo con un certo Alfano.
Con il suo comportamento, certo da non insegnare ai propri nipoti, Renzi ha messo in mostra che ciò che spaccia per nuovo è mera ambizione personale e approssimazione politica tutto, insomma, lontano mille miglia dai veri interessi del Paese.
Ieri, con tono da politico della Prima Repubblica, ha tenuto a precisare che sono tre le riforme chiave di cui occuparsi immediatamente: lavoro, burocrazia, fisco.
Praticamente, le stesse identiche problematiche dei suoi predecessori.
Non minimamente sfiorato il caso dei due Marò, la povertà sempre più crescente, la riforma della giustizia e delle carceri. Poteva, tranquillamente, dare precedenza a ciò che voleva, ma non dimenticarsi dei due militari, della miseria in molte case, del potere enorme della magistratura e delle condizioni pietose all’interno delle nostre patrie galere.
Ha detto che a lui sta a cuore solo la sorte dell’Italia? Bene che prenda di petto, allora, la questione marò e la risolva una volta per tutte, dal momento che i due fucilieri sono ostaggi dell’India da due anni.
Che agisca con fermezza e autorità, quella che mette in ogni suo discorso, che poi puntualmente stravolge. Oggi la corte suprema di New Delhi si pronuncia contro i nostri militari, ma qualunque sia la decisione rimane il fatto che Girone e Latorre non possono essere giudicati da un tribunale indiano, come già spiegato in precedenza dalle nostre pagine.
Che gridi adesso per i nostri soldati e per una volta almeno ci faccia sperare che Pinocchio è solo una bellissima favola…
Renzi, concludendo, ha sempre detto basta alle larghe intese, per poi -anche lui- esserne schiavo a causa della vischiosa unione con Alfano.
Sì, con Renzi non siamo più di fronte alle larghe intese, ma alle forti intese, così da spiegare tutta la risolutezza e la tenacia che occorra per restare incollati a una poltrona regalata da Berlusconi, fatta rafforzare da Letta e che ora rischia di scollarsi sotto il sedere, se il bell’Angelino non sosterrà Renzi senza batter ciglio, così da creare un governo che potremo serenamente definire delleumilianti intese.
Inserito da ghorio il 18/02/2014 16:16:45
Effettivamente quello che mi fa arrabbiare ogni giorno sono gli articoli e i commenti dei giornaloni su Matteo Renzi. Per formazione, sono lettore di vari quotidiani e quindi l'arrabbiatura si triplica, visto tra l'altro che nelle loro rubriche delle lettere spesso si privilegiano le adulazioni. Non parliamo poi dell'amore sfrenato nei suoi confronti di esponenti vicini a Berlusconi Mi riferisco a Carlo Rossella con la sua intervista che fa di Renzi un misto di Pico della Mirandola e Machiavelli. Davvero per uno che si è sempre vantato di essere esperto di politica estera, direttore di giornali, etc si rimane sconcertati. Salto le considerazioni poi sulle varie contraddizioni di Matteino e aspetto di vedere cosa succederà. Sui Marò, vicenda che sta a cuore a Massimo Melani, vedo che anche a livello Ue, Nato, etc si dimostra ancora una volta l'incoerenza su quelli che sono i principii internazionali. Del resto a livello Ue finché è la signora Ashton la responsabile c'è poco da sperare. Lo stesso dell'Onu organismo inutile dome , oltre cinquant'anni fa profetizzava il grande Giuseppe Prezzolini.
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