Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
residente del Consiglio, presti attenzione per favore!» La Presidente della Camera bacchetta Renzi che durante le dichiarazioni dei Parlamentari alla Camera si distrae.
Non si era mai visto niente di simile, la maestrina Boldrini col ditino alzato rimprovera il presidente del Consiglio come uno scolaro che non segua la lezione come dovrebbe.
Va bene che è stato lo stesso Renzi a imboccare la strada dell’irritualità: le mani in tasca, il tono colloquiale e poco formale, il discorso, indirizzato più al pubblico di telespettatori della diretta che all’alto consesso di senatori, fatto a braccio e non scritto, che ha costretto i verbalizzatori della Camera alta ad una faticaccia per mettere nero su bianco l’ora e mezzo di intervento del neo Premier, poiché il regolamento prevede che esso venga depositato tale e quale nei due rami del parlamento. Facile se viene presentato un discorso scritto, complicato se si deve stenografarlo considerando che, per quanto Renzi sia un abile parlatore, la sintassi orale è diversa da quella che scritta con le sue formalità retoriche d’ordinanza.
Il neo presidente del Consiglio ieri aveva esordito dicendo di non avere l’età per sedere sui banchi del Senato, e che sperava che il suo sarebbe stato l’ultimo discorso che un premier pronunciava in quel ramo del Parlamento per ottenere la fiducia (della serie: spero di rottamarvi al più presto, cari senatori).
Sì, certo, Renzi per primo ha fatto il “Pierino”, ma da qui a subire il rimprovero acido e risentito della maestrina Boldrini...!
Madame la presidentessa non brilla per simpatia, ha l’aria arrogante e supponente di chi si sente moralmente superiore a chiunque le si pari davanti e non la ossequi come si deve alla gran dama che evidentemente ritiene di essere.
Ella però ritiene di poter dire qualunque cosa, inviare qualsivoglia offesa, bollare chiunque con l’ insulto grave come quello indirizzato ai deputati di M5S, accusati pubblicamente di essere potenziali stupratori, alla faccia della calunnia e della diffamazione che naturalmente, vista la carica che ricopre, non la porteranno mai a risponderne in tribunale.
Madame la Presidentessa dall’alto della suo ruolo di terza carica dello Stato, come ogni brava comunista che si rispetti ama far pesare il proprio ruolo, vuole sottolineare il proprio potere, desidera marcare la distanza fra sé e il resto del mondo politico come un monarca che pretende l’ossequio dei sudditi e fa loro tagliare la testa se osano sollevare lo sguardo sulla sua sacra persona.
Povero Renzi, non si può proprio invidiare, solo fargli gli auguri.
E diciamolo, Matteo ci sta sempre più simpatico.
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