Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Ormai siamo a meno di 90 giorni dall’ultimatum che – con la sentenza Torregiani – la corte europea dei diritti dell’uomo ha dato al nostro Paese per riportare nella legalità la situazione delle carceri. Dal 28 maggio prossimo, infatti, la Corte sarà tenuta a prendere in esame le centinaia di ricorsi depositati da detenuti italiani e tornerà a condannare l’Italia, come ha già fatto numerose volte, per violazione dell’articolo 4 (Proibizione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti. Nessuno può essere sottoposto a tortura, né a pene o trattamenti inumani o degradanti)
della Carta europea dei diritti dell’uomo, ovvero quello che va sotto il titolo “tortura”.
“Abbiamo contato gli anni, ora contiamo i giorni”, con tale comunicato la segretaria di radicali italiani Rita Bernardini si rivolge a tutti i cittadini, affinché in ogni casa possa entrare lo straziante grido d’aiuto di quei carcerati che vivono in condizioni disumane, indescrivibili, insopportabili soprattutto per quei carcerati rinchiusi in cella per reati minori o assolutamente innocenti, ma in attesa di giudizio.
La Bernardini ha chiesto uno sciopero della fame generale che impegni tutti i militanti del partito, le famiglie dei detenuti, le persone toccate da questo bubbone pestilenziale, a tutti i membri delle comunità penitenziarie; una lotta assolutamente nonviolenta che mobiliti le coscienze dei cittadini italiani.
All’iniziativa hanno già aderito quasi 1000 persone in tutt’Italia che si alterneranno a digiunare in staffetta, ma di questa imponente, grandiosa iniziativa tutti i media tacciono perché più interessati ai Tweet demenziali di Renzi, o alle pagina da dedicare al film vincitore dell’Oscar; di amnistia e indulto neanche una sola parola.
C’è da mettere in preventivo, e da stamparcelo bene in mente, che con questa magistratura tutti sono a rischio, tutti, nessuno esluso.
Da più di due anni i radicali, portano avanti una battaglia per scrivere la parola fine a quella che definiscono una “flagranza di reato” da parte di uno Stato che né è il primo carnefice, killer sotterraneo di quasi 800 detenuti suicidi, di oltre 100 agenti di polizia penitenziaria suicidi, di centinaia di morti da accertare.
E questa mattanza continua indisturbata senza che nessuno, a parte i soliti, intervenga.
Solo i Radicali, da anni e anni, si stanno impegnando con tutte le loro forze nel cercare interlocutori istituzionali che destino l’attenzione del Parlamento per questa emergenza infinita, mai risolta delle patrie galere.
Uno di loro è lo stesso Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha inviato l’unico messaggio alle camere formulato dall’inizio del suo primo mandato proprio su questo argomento, “non c’è da perdere nemmeno un giorno” ha detto, e invece il suo accorato appello è caduto nel vuoto, lasciando solo vergognosa indifferenza da parte delle istituzioni per questa continua strage di Stato.
“Noi saremo tra gli 800 che finora hanno dato la loro adesione a questo sciopero – spiega il segretario dei radicali foggiani Norberto Guerriero – ma il nostro digiuno non sarà nemmeno questa volta una lotta passiva, uno strumento di remissione: non siamo soli e non sono soli quei cittadini che dietro le sbarre vengono torturati e uccisi da quello Stato che dovrebbe tenerli in custodia. Nei prossimi giorni continueremo con varie iniziative a tenere alta l’attenzione dei nostri concittadini su questa emergenza. Tra le altre cose pubblicheremo sui giornali locali le lettere dei detenuti che ci arrivano dai penitenziari di Foggia, Lucera e San Severo. Se la gente avesse la possibilità di sapere saremmo ben presto in migliaia a sostenere questa lotta.
Noi nel nostro piccolo ci proviamo e chiediamo ai nostri concittadini di unirsi a noi in questo sciopero della fame, anche per un solo giorno, e di comunicarci la propria disponibilità via mail all’indirizzo: associazionedilascia@gmail.com o telefonicamente al numero 345 2887496”.
Noi di Totalità appoggiamo totalmente questa battaglia dei Radicali ricordando il principio di civiltà al quale siamo stati educati: “ E’ meglio un colpevole libero che un innocente in carcere”.
Inserito da bea il 04/03/2014 21:33:59
Condivido in pieno. E' molto deludente che questo teatrino di burratini non finisce o non sembra a finire. Purtroppo troppo serio per chiamarlo teatrino, al riguardo alla situazione della (mala)giustizia. E' proprio un disastro. E l'ultima frase significa una realtà assurda, purtroppo vera.
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