Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Uli Hoeness
Huli Hoeness, ex stella del calcio mondiale e presidente dimissionario del Bayern Monaco, condannato dal tribunale tedesco per non aver pagato le tasse, ha detto di rinunciare all’appello e di accettare il verdetto della corte di Monaco di Baviera.
Che dire di fronte a tale notizia… che in Italia personaggi simili sono pura fantasia?
Che da noi frodare è un normale verbo da coniugare come mangiare, dormire, amare…
Che scelte di questo genere ti fanno capire che l’umanità non è solo inganno, malaffare e ingiustizia?
Hoeness ha capito di avere sbagliato e vuole pagare, e questa decisione è venuta dopo una discussione realizzata con l’intiera famiglia, una questione toccante per la sua dignità e moralità.
Ha, infatti, tenuto a ribadire che “l’evasione fiscale è stato il più grande errore della mia vita ed è anche per questo che lascio il Bayern”.
Ma, subito dopo la sentenza, con cui era stato condannato a 3anni e sei mesi, l’ex attaccante della nazionale tedesca, aveva espresso il suo desiderio di non ricorrere in appello, autodenunciandosi dopo aver avuto un colloquio con la Merkel.
Durante il dibattimento sono emerse delle aggravanti, come grosse somme nascoste in conti svizzeri, che hanno obbligato la giuria a dichiarare la colpevolezza dell’imputato.
Huli Hoenes ne poteva uscire malissimo da questa brutta vicenda, ma il suo gesto è uno di quei casi ove lo stato di diritto trionfa, facendo il suo percorso.
E, pertanto, il comportamento seguito al verdetto, riabilita in parte un uomo che ha rinunciato alla sua difesa ammettendo la propria colpa.
Il grande problema comunque, causato anche da chi porta il proprio denaro nei cosiddetti paradisi fiscali, è da ascrivere a debito proprio a certuni responsabili di banche che occultano illegalmente i fondi rubati alle tasse.
La pena sarà scontata nella stessa galera in cui venne rinchiuso Adolf Hitler dopo il fallito tentativo di colpo di stato del 9 novembre 1923, ma sicuramente più dignitosa delle nostre.
Inserito da BEA il 15/03/2014 11:35:15
ma ti dico, senza commentare Höneß, lui sapeva benissimo cosa faceva, da quasi 20 anni. e con tanti soldi è facile donare, e anche questi soldi donati si può fare valere fiscalmente, e dalla sua fabbrica di salsiccia ci sono tante critiche perché sono pagati pessimamente. poveraccio. a un uomo normale, con questa somma di tassi non pagata, varebbe una pena di a meno 8 anni. mi arrabbio!
Inserito da simona il 15/03/2014 11:31:01
Caro Piccolo, sono pienamente d'accordo con te ed hai rammentato un autore che ho sempre ammirato e amato... Prezzolini appunto. Sei un ottimo commentatore e uno squisito scrittore
Inserito da piccolo da Chioggia il 15/03/2014 11:17:48
cara Marta è colpa del tutto nostra. abbiamo fino adesso guardato con occhi melensi ogni Ferrari o Maserati o Mercedes che passava per la strada, abbiamo schiacciato il naso sulle vetrate dei ristoranti di alta classe per veder chi erano i commensali a ingollare sozze preparazioni (io mi fido molto poco dell'igiene dei ristoranti e pizzerie...) senza mai chiederci cosa giustificasse tenori di vita così elevati in un paese senza petrolio carbone acciaio etc. cosa avevano inventato per esser così ricchi? la radio come Marconi? la dinamo come Siemens? la locomotiva come Stephenson? se la ricchezza viene da atti di vera epocale creativa invenzione è comprensibile, se no io sospetto evasioni ai danni dei fessi di cui racconta Prezzolini nel suo inarrivabile "codice della vita italiana", pagina del 1921.
Inserito da Marta il 15/03/2014 11:08:46
Caro Piccolo quanta ragione hai, ma almeno lui ha fatto una mossa che i nostri evasori non faranno mai
Inserito da piccolo da Chioggia il 15/03/2014 10:49:52
Hoeness si è comportato in camera charitatis con la dignità necessaria a non far scender su di sè lo spettro del disprezzo assoluto. mortale per un essere che abbia il minimo senso sano dell'onore. discorso il mio comunque obsoleto dato che qui ciò che conta è il denaro al quale è confidato in forma irrevocabile qualsiasi prestigio sociale. nella sua prigione io lo terrei a dieta di quei salumi e wurstel di cui van matti i bavaresi. anche gli allungherei con acqua (di fonte) le pinte di birra in modo da farlo meditare con più lucidità su questa fiera penosa che è diventata il calcio e lo sport in genere coll'ingresso dei denari in copia. poi lo costringerei con interrogazioni giornaliere a leggere e mandar a memoria il testo ascetico "imitazione di Cristo", il capolavoro d'un monaco delle sue parti intriso di fredda contemplazione tratta dai classici come Marc'Aurelio o Epitteto. in somma scrivo tutte queste fanciullaggini per incoraggiare i Giangastoni lettori come me a dir la loro. cucù a Hoeness.
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