Riforme attese

Su carceri e giustizia regna l’assoluto silenzio

Se ad attendere Huli Hoeness non fosse una galera tedesca, ma un invivibile penitenziario italiano…continuerebbe a rifiutare l’appello?

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Su carceri e giustizia regna l’assoluto silenzio

Proprio una settimana fa abbiamo applaudito il gesto di Huli Hoeness, che non è ricorso in appello per una grave accusa di frode e a breve dovrà scontare una pena di 3anni e mezzo di galera.

Una legnata talmente forte, quella che ha subito, che però lo ha rimesso dritto in piedi: si è detto “ho sbagliato di brutto e devo pagare, macché appello, macché cassazione, mi merito solo il carcere”.

Un atto quasi eroico, forte, deciso, paragonabile a un episodio della religione cattolica, quando San Paolo che, allora, perseguitava i seguaci di Cristo, fu folgorato sulla via di Damasco.

Un cambiamento importante, una decisione quella di riappropriarsi della propria dignità che in Italia, guarda caso, ha suscitato stupore e incredulità, in altri Paesi vera e propria ammirazione.

Ora, però, a distanza di sette giorni e a mente molto più fredda, viene naturale porsi una domanda:

- Se ad aspettarlo non fosse una galera tedesca, ma un penitenziario italiano, non la scontata privazione della libertà, ma il tormento di essere rinchiuso in un inferno subendo le più indicibili torture, ma in primis la perdita di ogni frammento di dignità, crederebbe ancora eticamente e moralmente imperativa la sua scelta o penserebbe seriamente di dare mandato al suo legale di percorrere la strada dell’appello?

Se dovesse finire in una delle peggiori carceri d’Europa a causa del sovraffollamento, con statistiche alla mano che parlano di 150 detenuti ogni 100 posti disponibili e quindi di luoghi invivibili, con personale insufficiente e una media altissima di suicidi tra i detenuti, ma anche tra gli impiegati del carcere e via dicendo; ecco… a questo punto vorremmo onestamente sapere se la decisione rimarrebbe la stessa.

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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da piccolo da Chioggia il 22/03/2014 13:11:06

    paese che vai prigioni che trovi. rileggendo la fuga dai piombi del geniale Casanova si vede com'era la prigione veneziana al tempo dei savi di stato... non tanto peggio di ora mi sa. Casanova la prese sportivamente e riuscì anche a fuggire. ora i prigionieri si suicidano. pagano il dazio all'insopportabile ipocrisia di chi chiama la galera "casa circondariale". con giardini e campo da tennis. Hoeness è un cialtrone con qualche alito però di simpatia. lui paga il dazio alla sua smargiasseria carnivora di voler far tutto e sopra di tutto. anche i wurstel. se l'è cavata benissimo e non si lamenti. uscito che sarà andrà come un cinghilale ben pasciuto a rovistare dove ha nascosto i tartufi più buoni per sbaffarseli...

  • Inserito da BEA il 22/03/2014 12:54:38

    ondivido in pieno sulla situatzione orribile e non accettabile dei carceri italiani. Su Hoeneß: fu una decisione strategica e saggia, e sicuramente sarà fuori dal carcere già prima! se lui avvesse deciso percorrere la strada dell'appello, sarebbero venuti fuori altri detagli: p.e. da dove venivano questi soldi da 350mille (a meno)? C'è tanto rimasto nel buio, e non sarà mai chiarito. Ha un'avvocato che sa bene come sarebbe andata altrimenti.

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