Editoriale
Bergoglio incontra i politici a messa e li prende a schiaffi. E due!
Si aspettavano la solita liturgia romana riservata al potere e si sono ritrovati al centro di una durissima e meritata omelia. Ma non hanno capito, come al solito
di Simonetta Bartolini
uesti politici italiani proprio non li capisco. Prendono schiaffi da tutti, vengono umiliati, offesi, e vanno via contenti.
La mattina di venerdì si sono ritrovati in 500 alla messa celebrata da Papa Francesco, convocati alle 7 del mattino si sono precipitati (e hanno fatto carte false per stare in prima fila -si raccontano scene al limite della comicità per conquistare i primi posti), ministri parlamentari amministratori vari, convinti di partecipare al classico grande evento da privilegiati della Roma del potere.
Certo non si aspettavano l'omelia di Bergoglio che li ha schiaffeggiati a mano aperta, senza sconti, con serena verità.
Il peccatore può redimersi, ottenere il perdono, il corrotto no, nella maggioranza dei casi non sa redimersi, persevera perché neppure avverte che il proprio fallo è grave e al limite della irredimibilità.
I sepolcri imbiancati di evangelica memoria, sono stati evocati dal Papa per fustigare quegli uomini che si lasciano corrompere essendo al servizio della comunità.
Durissime le parole del pontefice, durissime e indirizzate al pubblico scelto per il quale quella celebrazione era stata organizzata.
Così dopo la partaccia di cui sono stati gratificati i parlamentari a Camere riunite da Napolitano, il giorno del suo discorso di insediamento per il secondo mandato, con il Papa hanno fatto il bis.
Bisogna onestamente dire che mentre quando sono stati trattati da incapaci da Napolitano hanno stolidamente applaudito come dei deficienti che non capiscono che si sta parlando di loro, questa volta lo schiaffo ha bruciato sulle guance dei più anche se tutti hanno tentato di fare finta di niente, almeno ufficialmente.
Si sa però che in privato molti di loro si sono lamentati di un'accoglienza tanto inattesa e poco lusinghiera.
Altri, con la solita faccia tosta, hanno dichiarato di non sentirsi minimamente toccati dal rimprovero perché sicuramente non riguardava loro.
È sempre così, quando il rimprovero, il rimbrotto o addirittura l'accusa viene rivolta a più di una persona, in Italia, i destinatari pensano sempre che la tirata di orecchie riguardi quello accanto!
La tragedia è che lo credono veramente, non si tratta solo di strategia difensiva, di atteggiamenti. No, cari lettori, se è vero che esistono tanti politici onesti, è anche vero che, come ha detto il Papa, quelli che non lo sono non lo sanno, non vogliono saperlo, si ritengono autorizzati ai loro comportamenti che non considerano censurabili. Vivono in quella bolla di artificio corruttivo divenuto moneta corrente del fare politica. Quello onesto, in questo contesto, è considerato quello più fesso, poco adatto a stare nell'agone della politica, ingenuo, vagamente incapace, strategicamente inetto.
Nel paese di Machiavelli che tutti citano e nessuno ha letto e tantomeno capito, gli uomini del potere gestiscono la politica con la disinvoltura che confondono con le qualità della volpe e del leone di machiavelliana memoria.
Perché, vedete cari lettori, il problema di questo Paese è sempre il solito: l'ignoranza, crassa e arrogante. Abbiamo la migliore letteratura politica, abbiamo straordinari capolavori letterari attraverso i quali capire gli uomini, le società; abbiamo esempi fulgidi di intelligenza politica che, sperimentata nel passato, potrebbe essere magistra vitae, come il solito Machiavelli ammoniva a proposito della Storia.
Ma credete che chi si dedica alla politica abbia letto almeno qualcuno dei testi sacri di cui sopra? Credete che sospettino almeno l'esistenza di una letteratura che potrebbe aiutarli?
Macché, hanno sentito parlare di Machiavelli e hanno equivocato la sintesi del fine che giustifica i mezzi pensando che il pensiero del Principe fosse tutto lì; Guicciardini non sospettano neppure abbia scritto qualcosa di importante, Guerrazzi è solo il nome di una via, di Beccaria ricordano un titolo celebre, Dei delitti e delle pene, ma non si sono mai addentrati nelle sue pagine, così lo citano a sproposito ritenendo che dica quel che fa comodo alla loro demagogia.
Penserete che abbiano almeno letto Augusto del Noce, no, niente da fare, molti di loro non sospettano neppure che il pensatore cattolico abbia scritto dei libri e non sia solo il padre dell'ex direttore di Rai1!
Quindi effettivamente gli schiaffi che stanno prendendo con impressionante frequenza non stupiscono, e sono strameritati; rimane, in noi persone comuni dotate di senso della vergogna e magari anche di un po' di orgoglio, la curiosità di sapere ricorrendo a quale coraggio siano usciti dalla chiesa dopo la messa di Papa Bergoglio senza cercare di nascondersi e di coprire le orecchie rosse.