Vicenda Marò

Sospeso il processo a carico dei due fucilieri presso il tribunale speciale indiano

Ammesso il ricorso contro l'utilizzo della polizia antiterrorismo, fra quattro settimane nuova udienza

di  Totalità

Sospeso il processo a carico dei due fucilieri presso il tribunale speciale indiano

La Torre e Girone

Sulla vicenda dei due Marò illegalmente trattenuti in India per una vicenda ormai tanto nota quando surreale, arriva finalmente una notizia non negativa (occhio non è positiva) nel senso che, a differenza di quanto è accaduto fino ad ora, non si tratta del solito muro sul quale sono rimbalzate tutte le richieste fatte dall’Italia per un equo processo ai due fucilieri.

Infatti la Corte suprema indiana ha ammesso il ricorso dei due marò contro l'utilizzo della polizia Nia antiterrorismo e ha sospeso il processo a loro carico presso il tribunale speciale.

Intendiamoci non si tratta di un ravvedimento o di una inversione di tendenza del sistema giuridico indiano, che sta contravvenendo ad ogni trattato di diritto internazionale, ma potrebbe essere il segnale della possibilità (a questo tendono i legali dei fucilieri) dell’accoglimento in toto del ricorso presentato dai due Marò che contesta –come riferisce l’Ansa che in mattinata ha diffuso la notizia– tout court il diritto dell’India a condurre l’inchiesta e a giudicare i due militari italiani.

Adesso bisogna attendere la prossima udienza che si terrà tra quattro settimane.

Nel corso del suo incontro romano con Obama, Renzi aveva provato a chiedere la solidarietà fattiva degli Usa, ovvero un loro intervento, per quanto magari indiretto, ricevendone un garbato “picche”.

Siamo alle solite, ci prostriamo di fronte ai nostri sedicenti partners internazionali e quelli, nella migliore delle ipotesi, chiedono a noi di fare o non fare (Obama ha chiesto di non ridurre le spese militari) altrimenti ci bacchettano come fa regolarmente l’Europa seppure nel linguaggio formalmente suadente della diplomazia.

Intanto i due fucilieri rimangono un altro mese in attesa in India, vittime di un paese che ha una cultura giuridica da terzo mondo e dell’insipienza e della irrilevanza internazionale del loro paese.

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