Il caso delle baby squillo dei Parioli

Dei Giudizi e delle pene...non torna mai niente!

Silvio Berlusconi nel Giugno del 2013 è stato condannato a 7anni di reclusione per concussione per costrizione e per prostituzione minorile

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Dei Giudizi e delle pene...non torna mai niente!

Silvio Berlusconi nel Giugno del 2013 è stato condannato a 7anni di reclusione per concussione per costrizione e per prostituzione minorile.

Più che altro i PM e i giudici hanno impiantato quasi tutto il dibattimento sull’ “esperienza” sessuale del Cavaliere con una presunta minorenne.

Non ci sono stati se, e ne ma, per l’allegra compagnia dei forcaioli del Tribunale di Milano l’uomo, nonostante le innumerevoli testimonianze che rivelavano che le cene ad Arcore erano appunto cene e basta, e la confessione di Ruby stessa di non essere andata a letto con l’allora Premier, non sono mai state prese in considerazione ma, anzi, chi ha deposto in favore di Berlusconi è stato a sua volta indagato per falsa testimonianza, avvocati delle difesa compresi.

I clienti, più o meno celebri, delle studentesse dei Parioli, invece, potranno essere liberi, alcuni addirittura senza che mai venga proferito il loro nome, versando 40mila euro.

In questo secondo caso, però, sono venuti fuori una cinquantina di indagati intercettati e colti sul fatto per aver tenuto veramente rapporti a pagamento con le minorenni.

Ma nell’ambito della giustizia italiana c’è chi può e chi non può.

C’è chi, come questi pervertiti, possa arrivare a un patteggiamento ove addirittura scegliere la pena: versare dei soldi, farsi 5mesi o la possibilità di accedere alla libertà controllata.

Insomma, sei stato con una che potrebbe essere tua figlia o tua nipote, te la sei spassata allegramente, ti hanno beccato con le mani nella marmellata, ma te ne uscirai pulito, pulito senza pagare dazio; o al limite 40mila euro, che per questi puttanieri dovrebbe essere una bazzecola metterli insieme essendo tutte persone abbienti.

C’è, al contrario, chi ha testimoni, anche di spessore chi, nelle presunta vittima ha il proprio teste a favore che nega tutto quanto esposto dall’accusa, ma ai quali non può assolutamente affidarsi perché PM e Giudici affermano siano tutti dei bugiardoni nati.

Mi spiegate come sia possibile reggere una simile situazione che da più di 20anni si perpetra in Italia; della quale se ne parla tutti i santi giorni, ma a cui non si pone mai rimedio?!

Molti cominciano ad avere profonda paura della giustizia italiota, della giustizia che non ti permette di difenderti se sei l’accusato, di esporre le tue ragioni, di evidenziare con prove la tua assoluta innocenza. Una giustizia cieca, che non considera minimamente l'art. 24 della Carta costituzionale, nel suo secondo comma, quando afferma, in maniera perentoria, che il diritto di difesa è un diritto inviolabile, in qualsiasi stato e grado del procedimento.  

E quando si parla del diritto di difesa, è sottinteso, ci si riferisce alla necessità che le parti, in controversia, le quali si sono rivolte al giudice per ottenere la decisione sulla medesima, possano esercitare a 360° le proprie ragioni in modo da influire direttamente su quella che sarà poi la decisione assunta dal giudice.

Bene, adesso andate a spiegarlo voi ai giudici…

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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da piccolo da Chioggia il 01/04/2014 14:30:32

    quella di sotto è una solita inutile smargiasseria. prenderla per ciò che vale, ovvero nulla. non è seria. traduce solo la banalità d'una mente affumicata dalle notizie cui i giudici danno rilievo mentre non ne dovrebbero avere. è così che si portano delle collettività a ragionare di insulsaggini che invece dovrebbero suscitare un sorriso di indulgente pena. e poi delle punizioni se tali comportamenti proseguono. ma ora si punisce subito per stimolare la continuazione... sacrestìe giudiziarie in fondo.

  • Inserito da piccolo da Chioggia il 01/04/2014 14:22:55

    si potrebbe anche dire in un estremo sussulto di gelo siberiano che schiarisce le idee: beati loro che passano un diversivo in tribunale per vicende d'alcova.

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