Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Daniele Bosio
Appena subodorano la vicinanza di un italiano, in oriente fanno pochi discorsi, lo imprigionano.
Insomma, esattamente come succede qui da noi: se sei natio del Bel Paese in gattabuia, se sei estero e assassino.
E’ scoppiato, infatti, il finimondo per Daniele Bosio, 46anni di Taranto, ambasciatore per l’Italia in Turkmenistan, perché arrestato a Manila, Filippine, per violazione della legge sui minori.
L’uomo, come da regolamento della legge, a 36ore dal suo
fermo è stato ascoltato dal giudice che ha ratificato l’arresto.
Intanto, la Farnesina, come fa sempre, però con risultati scadenti, si è
immediatamente attivata tramite l’ambasciata per avere spiegazioni più
dettagliate sull’accaduto garantendo la “massima trasparenza e rigore”.
Il diplomatico italiano, trattenuto in una sede della polizia a sud di Manila, ricaccia apertamente ogni accusa e in primis quella di aver contravvenuto la legge sulla tutela dei minori.
Le forze dell’ordine filippine, invece, la pensano
diversamente e affermano che nella vicenda sono coinvolti tre bambini e il
reato contestato appartiene a una legge del 1972, appunto, per la tutela dei
minori. Daniele Bosio, però, può utilizzare il telefono e la posta elettronica.
Il tutto, dopo quanto riferito da fonti dell’ambasciata italiana a
Manila, è successo a causa di una denuncia.
L’italiano, si racconta, era nelle Filippine per vacanza. In merito all’arresto
ci sono varie e discordanti versioni. Per la polizia di Manila, Bosio sarebbe
stato trovato con tre minorenni in un appartamento. Per l’Organizzazione non governativa
filippina Bahay Tuluyan, che collabora
con l’ Onlus internazionale Ecpat (End
Child Prostitution, Pornography and Trafficking) e presso la quale sono
stati scortati i bambini coinvolti nella vicenda, l’ambasciatore sarebbe stato
trovato con i tre giovani nella stanza del villaggio turistico in cui risiedeva.
Secondo altre voci, al contrario, il diplomatico sarebbe stato bloccato mentre era con alcuni minorenni in un parco giochi.
Dal 2 dicembre dell'anno scorso Bosio è ambasciatore dell'Italia in Turkmenistan. Nel 1999 si è trasferito all'Ambasciata d'Italia ad Algeri dove ha svolto la funzione di Primo segretario fino al 2002, anno in cui ha cominciato a prestare servizio come Console presso il Consolato generale a New York. Nel 2006 è tornato alla Farnesina presso la Direzione generale Paesi Mediterraneo e Medio Oriente, dove è rimasto per quasi quattro anni. Dal 2010 al 2013 ha svolto l'incarico di Primo consigliere commerciale all'Ambasciata d'Italia a Tokyo.
Non vorremmo trovarci davanti a un altro caso simile a quello dei marò, pertanto non ci resta che guardare la Farnesina, ai tempi di Renzi, come si comporta.
Inserito da Debs il 07/04/2014 22:09:21
L'unica cosa strana e' che diversi casi di questo genere non siano saltati fuori prima
Inserito da bea il 07/04/2014 16:22:39
La penso proprio come il Piccolo da Chioggia. Andare in vacanza - ovunque e di più in questi paesi - significa essere molto attento del proprio comportamento. Comunque, non sapiamo ancora una "verità", ma per me è un caso molto diverso dal quello dei Marò.
Inserito da piccolo da Chioggia il 07/04/2014 13:15:06
è proprio necessario andar in vacanza in Malesia? il tipo è di Taranto e diplomatico: conosce mica le sue coste? Ostuni per esempio. o Vieste..fosse anche un abuso quello che i Malesi fanno, sa mica il diplomatico che non ci si deve mettere nemmeno nei sospetti quando si ricoprono cariche così rappresentative?
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