Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Ormai è diventata una moda accanirsi contro l’Inter e con tutto ciò che rappresenta la Beneamata.
Ieri si è perpetrata l’ennesima ingiustizia verso la squadra di Mazzarri, questa volta nei confronti di un suo giocatore.
Icardi, in rotta di collisione da mesi per motivi extracalcistici con Maxi Lopez, si è ritrovato di fronte all’altro per un regolamento di conti tra pallone e cuore: il nerazzurro com’è noto è il compagno di Wanda Nara, ex moglie del blucerchiato.
Al termine di una settimana condita da interviste, messaggi incrociati e Tweet polemici finalmente si comincia a rincorrere il pallone.
Ma già prima del fischio d’inizio si capisce che sarà una giornatina indimenticabile, dopo la mancata stretta di mano tra i due rivali: Icardi abbozza il gesto distensivo, Lopez lo ignora e se ne va, da tipico uomo d’onore che non dimentica.
È, insomma, la premessa ad un pomeriggio tiratissimo, che si accende al minuto 11.
Icardi, iper-offeso e contestato ex di turno, la butta subito dentro: Palacio controlla e crossa, il centravanti arriva sul pallone come un fulmine e batte Da Costa con il piatto destro: 1-0.
Alla rete il goleador, come abbiamo visto e rivisto e rivisto centinaia di volte, si abbandona a un’esultanza normale, come a dire voi mi fischiate e io vi faccio goal.
Mano all’orecchio davanti alla curva blucerchiata, con gentile invito ad alzare il volume dei fischi.
Quante volte l’ha fatto quel gentleman di Balotelli?
Quante volte l’hanno fatto Ibrahimović, Toni, Matri, Paloschi, Hamšík, Diamanti, Cerci, Insigne, Totti, De Rossi, Lavezzi, Vucinic, Vidal, Tevez e via dicendo.
Ma si ammonisce Icardi, si ammonisce perché ora convive con l’ex di Maxi Lopez, perché è sempre su Twitter, perch fa reti importanti, ma soprattutto perché è dell’Inter.
Non c’è verso i nerazzurri non son ben visti né dal palazzo, né dalla stampa, né dalle televisioni, queste, in primis, cosparse di mezzi busti juventini e milanisti, mescolano orribilmente vita privata e sport, e trovano sempre da ridire sui soliti noti.
Il cerchio ormai si sta chiudendo, ogni domenica si assiste alla antiinter-crazia, il diktat che vuole vietare all’unica squadra mai stata in serie B di esprimersi come tutte le altre compagini del campionato. Tutto fa supporre che forze esterne stiano preparando con grande lena l’avvento della Repubblica anti-inter.
Una Repubblica che a noi non piace per niente.
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