Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
anto nella comunicazione politica Matteo Renzi, magari ad alcuni (mi sa ancora molti, senz’altro troppi) può ancora sembrare brillante (certamente ruffiano come neanche il più suadente Silvio Berlusconi dei tempi andati, sia mai stato), quanto nella gestione delle cose che contano - negoziati di politica estera, rapporti con gli apparati dello Stato - sta mostrando una macroscopica inadeguatezza. Certo, l’uomo per essere furbo, è furbo: sta imbonendo mezza Italia con la storia della rottamazione, mentre la sua azione, di fatto, è uno spoil system identico a quello dei suoi più spregiudicati predecessori. Con tanto di “saggia” accettazione del compromesso. A nomine fatte (attenzione, sono solo le prime anche se quelle che più contano) non s’è ben capito dove sia la discontinuità dal passato. A meno che la “questione di genere” sia di per sé sufficiente.
Di ingenuità parlavo. Qualche settimana fa, tanto per dirne una, mi pare a “Otto e mezzo” (tanto sta in video, il nostro giovane premier, che sembra assistere ad un unico palinsesto traversale per reti e senza soluzione di continuità per orari) Renzi ha detto che “l'Eni è un pezzo fondamentale della nostra politica energetica, della nostra politica estera, della nostra politica di intelligence. Cosa vuol dire intelligence? I servizi segreti". Bum! Ma ci fa o ci è? Allora, Finmeccanica no? Mi chiedo se una cosa del genere si possa dire con tanta leggerezza, tanto più se, come mestiere, uno fa il presidente del Consiglio. Non che non sia vero, eh?! E’ il segreto di Pulcinella, certo. Ma ti vien da pensare: è ingenuo? O l’ha detto apposta per qualche incomprensibile fine?
Adesso a fare chiarezza su cosa volesse dire il presidente del Consiglio, pare, sarà il Copasir, il Comitato parlamentare che vigila sui nostri servizi segreti presieduto dal leghista Giacomo Stucchi. Renzi sarà convocato davanti ai membri del comitato - che hanno avviato anche un'indagine interna - per spiegare cosa intendeva dire con quella frase che ha sollevato non poche polemiche. Allora, mi sa che il premier straparla. O anche al Copasir piace la commedia.
Intanto sono stati nominati i nuovi vertici, anche all'Eni: per la presidenza è stata scelta l'ex presidente di Confidustria Emma Marcegaglia, per la poltrona di amministratore delegato Claudio Descalzi. Per entrambi è previsto un impermeabile e un paio di occhiali scuri. La mattina la “mazzetta” di quotidiani verrà fornita già con i buchi all’altezza degli occhi…
Un’altra ingenuità, in tal caso intrecciata con una certa furbizia tanto sbarazzina, quanto - mi si passi l’aggettivo - sul piano diplomatico, greve, riguarda la mancata nomina di un italiano (importa relativamente il nome) alla segreteria generale della Nato. In sintesi: l’Italia dopo quasi cinquant’anni reclama quella poltrona e le istituzioni trovano il candidato che ritiene giusto per curriculum e per stima bipartisan delle forze politiche. La missione non è di quelle semplici, certo, ma la diplomazia italiana ci “mette la faccia”, così due presidenti del Consiglio e senza mai nasconderlo, anche il capo dello Stato.
Ad un certo punto, proprio nelle ultime settimane utili, la cancelliera Merkel nicchia: vuole depotenziare le possibilità che un social democratico tedesco si imponga alla presidenza dell’Ue e decidere di sostenere per quel ruolo la candidatura di un altro social democratico, questa volta un norvegese. Lo dice a Renzi il quale, mica - da italiano come dovrebbe - s’inalbera o cerca di difendere la candidatura che, ripeto era ufficiale, ma rilancia, come se fosse una partita alle figurine Panini, con un altro nome. Uno che gli avrebbe fatto comodo avere fuori dal partito… naturalmente! Ma come, avranno pensato fuori dai nostri confini, non siete più uniti sul vostro candidato? Ah, gli italiani!
Ne è sortita una doppia brutta figura. Peccato. Per l’Italia, ovviamente. Renzi, credo abbiano cominciato a conoscerlo anche fuori. Un bluff. E forse anche sui tavoli internazionali - tra una moina e l’altra, tanto non costa mica - si stanranno chiedendo: ma ci fa o ci è? Finché abbaia, son problemi degli italiani. Certo, fuori dai confini, non si lasciano mica mordere e neanche imbonire...
Inserito da stefano o il 16/04/2014 14:57:12
Anche secondo me Renzi è un bluff: a livello di provvedimenti concreti, per ora, abbiamo visto solo cose di sinistra in senso stretto come la tassazione dei risparmi, sebbene sia importante anche la semplice affermazione del concetto (quando Renzi ha detto che oggi l'imprenditore è un eroe si è trattato comunque di un fatto epocale e positivo, visto che siamo in un paese catto-comunista e visto che ciò è stato detto dal segretario del maggiore partito di sinistra). Il bluff tuttavia per ora sembra funzionare, e funziona perché attira anche una parte del popolo di centro-destra, popolo che purtroppo non ha mai avuto una vera rappresentanza, e che adesso per disperazione si butta tra le braccia del giovine fiorentino. A mancare all'appello quindi non è la sinistra ma una destra degna di tale nome, luogo politico - quello della destra - che in questi due decenni è stato occupato abusivamente da una persona non ha mai pensato seriamente di fare una rivoluzione liberale, ma ha soltanto pensato ai propri interessi. Con una destra seria, tipo quella dei tories, Renzi non potrebbe "sbracare" troppo a destra, determinate tematiche di snellimento dello Stato sarebbero infatti prerogativa della destra stessa, come avviene storicamente in tutti i paesi.
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