Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
La sciagura della Concordia assomiglia alla parabola dell'Italia
E dunque stasera sapremo. Sapremo se questo è un governo di professoroni o di soloni. Sapremo se siamo governati dalla lobby delle lobby, e se si sono fatti lobbisti per sopravvivere alla violenza dei tassisti, diventati il paradigma dell’intera vicenda delle liberalizzazioni. Una vicenda, quella che stiamo vivendo in queste ore, che lascia già un bocca un gusto amaro, acido a tratti, che difficilmente riusciremo a smaltire in tempi brevi. Perché, consentiteci la citazione di Pasolini, uno o dei migliori e sublimi Pasolini, io so che questo governo è una lobby delle lobby. Ma non ho le prove.
Io so che l’aver ceduto ai tassisti - sì, proprio così ceduto – non è il frutto amaro di una dura mediazione, ma il figlio illegittimo partorito dal ricatto morale al quale il governo dei moralisti ha miseramente concesso l’altra guancia. La violenza contro la paura. I briganti contro le guardie. Ma non ho le prove, solo le immagini della televisione che hanno documentato l’ira selvaggia, violenza, illegittima dei tassisti. Ma non sono prove, solo fatti.
Io so che tutte le altre liberalizzazioni, alla fine, saranno concordate con le lobby, dagli avvocati ai notai passando per farmacisti e i commercianti. Ma non ho le prove.
Io so che sulle frequenze tv il governo dei buoni professori cederà miseramente agli interessi dei cattivi imprenditori, che hanno governato il Paese sino a ieri. Ed ho le prove. Gianni Letta che va a Palazzo Chigi è un fatto, non un’opinione. Infine io so che i Forconi siciliani sono simili a cannoni puntati contro Roma. Ma non ho le prove. So solo che dietro a questa rivolta c’è, evidente, una spinta autonomista, una voglia di secessione che la Lega se la sogna. E dunque stasera sapremo. Sapremo i dettagli, ma la sostanza è già lì. Davanti agli occhi di tutti.
In Italia non c’è una democrazia sospesa, non c’è una politica all’angolo, non c’è un governo tecnico chiamato a salvare il Paese. No, non c’è più nulla. Niente. Solo il deserto dei Tartari e mille fortezze Bastiani dall’interno delle quali ognuno difende il proprio interesse. Perché questo governo, ma questo lo so io, lo avverto io, un obiettivo lo ha centrato: il Paese è stato smembrato, lacerato, diviso. E non tanto fra ricchi e poveri, avendo ucciso la borghesia, la middle class, la vera spina dorsale di questo Paese e il colpevole va condannato all’ergastolo, ma fra solidali e egoisti, fra disposti a cedere e indisposti a mollare.
Ecco, in questo sì che la metafora della sciagura della nave Concordia assomiglia alla parabola dell’Italia: l’italica concordia sta affondando sotto i colpi di maglio di professoroni che usano la bacchetta e non le spiegazioni per educare i cittadini. Perché dopo il varo del provvedimento del governo, previsto per stasera con parata in tv del premier Monti (a proposito va dalla Gruber a La7 e non in Rai, mah vorrà dire qualcosa?), non tornerà la pace, ma inizierà la guerra. Per sopravvivere, per aggirare le leggi, per fregare il prossimo. Come sempre direte voi. Già, ancora una volta nulla di nuovo sul fronte occidentale.
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