Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
ebastiano Vassalli, scrittore vero, autentico talento della letteratura in un panorama di mediocrità, ha denunciato sul Corsera i "somari" (nel senso di non lettori) dello Strega. Lui da anni ha rinunciato a partecipare a qualunque premio letterario e, per non essere seccato da chi non lo sapesse o semplicemente cercasse di allettarlo con qualche lusinga di vittoria garantita, scrive della sua rinuncia nella quarta di copertina dei suoi romanzi.
La scelta di Vassalli non è solo apprezzabile e ammirevole, ma anche la sola che garantisca ad uno scrittore la tutela della propria dignità di artista.
Il premio inteso come gara è umiliante per chi vi partecipa (e dovrebbe esserlo anche per chi giudica, diverso il caso del voto che esprime un apprezzamento di massima) che senso ha arrivare primi con un romanzo? dunque scrivere un romanzo è come andare in bicicletta? o correre in macchina? O buttarsi giù da una discesa innevata? Il fine è quello di arrivare primi? Primi dove? Seguendo quale criterio si ottiene tale primato?
Nello sport è facile, ovvio e naturale, ma nell'arte?
Dunque Sebastiano Vassalli non partecipa ad alcun premio come candidato, e fa bene, ma quando trova un romanzo di valore si impegna a segnalarlo in un premio del quale fa parte come giurato (meglio come lettore che tali sono o dovrebbero gli Amici della domenica) da tempo immemore e che è il più importante premio letterario italiano: lo Strega.
Così accade che il bel romanzo di Giuseppe Lupo, Viaggiatori di nuvole,(Marsilio editore) viene "presentato" allo Strega proprio da Sebastiano Vassalli, ma accade anche che, una regola introdotta dal presidente del comitato scientifico Tullio De Mauro (venuto dopo la Bellonci e dopo la Rimoaldi), voglia che a gareggiare per la cinquina siano solo 12 titoli.
Il motivo di questa scelta non è chiaro, ma molto probabilmente è dovuto all'altra scelta parimenti devastante introdotta da De Mauro, di far acquistare dalla Fondazione Bellonci le 400 copie di ciascun libro in corsa per la cinquina da inviare agli Amici della Domenica.
Accade anche che quest'anno i titoli, regolarmente presentati ciascuno da due amici della domenica, come vuole il regolamento originario, fossero 27 (ma anche lo scorso anno erano oltre 20), scremati a12 dall'inflessibile regola di De Mauro.
Chi scrive ha fatto parte per tre anni del consiglio di amministrazione della Fondazione Bellonci in rappresentanza del sindaco di Roma che per il triennio in questione ha elargito allo Strega ben 300.000 €. Chi scrive dunque ha ben chiaro il funzionamento, anzi il malfunzionamento del premio più importante d'Italia, e l'unica cosa che è riuscita ad ottenere in tre anni, e a prezzo di farsi odiare da tutti gli altri membri del Cda, è stato
1^ che la Fondazione smettesse di acquistare i libri da distribuire agli amici della domenica (in nome anche del fatto che si stavano gestendo soldi pubblici) e che tornassero a farsi carico di questa incombenza e onere le case editrici interessate
2^ che fosse interdetto il voto, per la sola edizione del caso, all 'amico della domenica se partecipante come scrittore. Il fine era ovviamente quello di evitare che la vittoria per un voto, come accaduto più volte, potesse essere decisa dal voto dato a se stessi dal concorrente anche votante. (dunque ancora una questione di necessaria trasparenza)
La denuncia fatta domenica 27 aprile da Sebastiano Vassalli sul Corriere della sera a proposito dell'esclusione del romanzo da lui presentato allo Strega, non appartiene alla serie dei capricci d'autore, ma tocca il tasto forse più dolente e discutibile del premio romano.
Infatti la scrematura da 27 a 12 titoli concorrenti la cinquina anche quest'anno è stata fatta in un tempo incompatibile con una lettura credibile e accettabile di tutti i titoli presentati.
Il termine di presentazione dei romanzi in concorso era il 4 di aprile e l'11 dello stesso mese, cioè 6 giorni dopo, è stata dichiarata la dozzina dei prescelti.
Ci vogliono far credere che in meno di una settimana ciascun membro del comitato direttivo ha letto 27 romanzi alcuni dei quali piuttosto ponderosi (più di 4 romanzi al giorno)? Che in meno di una settimana detto comitato si è fatto un'idea chiara e indiscutibile (come lo è il loro giudizio) di 27 romanzi?
Ovvio che no. Ma il comitato è guidato da docenti universitari abituati a giudicare senza leggere, sulla base di pregiudizi, e soprattutto forte dell'insindacabilità del giudizio che nel caso dello Strega non deve neppure essere formalizzato in un verbale che riporti i giudizi su ciascun libro di ciascun membro del comitato.
In quel caso, quando ho sollevato la questione mi è stato garbatamente fatto notare che come membro del Cda non avevo diritto di parola sulle scelte e i criteri del Comitato direttivo dal quale mi hanno tenuta lontana anche quando l'assessore Gasperini, che ne faceva parte di diritto secondo gli accordi, mi aveva pregato di rappresentarlo e fare le sue veci in un organismo nel quale non poteva intervenire per la sovrapposizione degli altri impegni istituzionali.
Alla faccia della trasparenza! Così quest'anno resta fuori il bel libro di Lupo, e non solo, resta fuori anche un libro interessante come quello di Beatrice Monroy, Oltre il vasto oceano (Avagliano editore), e molti altri, ma entra la grafic novel (forse perché si faceva prima a leggerla?) segno dell'adeguamento dello Strega alla modernità! Che vergogna.
Inserito da piccolo da Chioggia il 27/04/2014 21:47:25
il fatto svelato di leggere i 27 romanzi in una settimana al ritmo di 4 al dì palesa il carattere profondo di gaia corbelleria del prestigioso premio letterario. si potrebbe scrivere un racconto su qualche povero si fa molto per dire giurato docente universitario alle prese con la maratona lettoria e non littoria. aiuto! il povero docente legge pure nella stanza da bagno tra i vapori della doccia bollente poi pure durante il pranzo mentre sbocconcella un soufflé poi in camera da letto con la televisione accesa infine dormendo con il libro sotto il cuscino in modo che per osmosi poetica il senno del libro gli si travasi al vibrar della notte nei sogni... tutto è possibile ormai. addirittura qualche anziano professore ne trarrà l'idea d'una governante che gli legga i libri con dizione aulica mentre si fa la barba il mattino in canottiera. tutto è possibile ormai. e io? io, senza l'ispirazione nemmeno d'una strega mi verso ancora da bere. l'ebbrezza in solitudine vi avvicina alle vette dello spirito. ma non ve la consiglio.
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