Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
... la cronaca sulla schiavitù in cui novelli
"padroni" dell'Agro Pontino, tengono la comunità sikh, ha
spinto il desiderio a raccontare questa gente, un po', solo un po'. Ma,
ricordiamo i fatti di cronaca anche se ormai di pubblico dominio:
uomini e donne sikh lavorano come braccianti in campi agricoli, per dodici,
quindici ore giornaliere, salario: quattro euro l'ora. Le posture scomode
assunte per ore, rendono il lavoro massacrante e lo fanno anche i veleni usati
per l'irrorazione e da loro respirati, e si lavora con qualsiasi tempo, che sia
pioggia o sole, e l'umana resistenza non potrebbe sostenere, allora, li
si "aiuta": anfetamine e oppio, vengono procurati, venduti, bastano
dieci euro e tutto passa. Ottima miscela, e la stanchezza si placa per le
anfetamine e i dolori si alleviano per l'oppio, e la catena riprende, il
giorno dopo, o il giorno stesso, incessante. E non si cambia marcia: uno...
due... uno... due... così, come nelle stive delle navi dei trafficanti di
schiavi: uno... due... uno... due... e il martello picchia il tamburo,
scandisce il ritmo, e le catene sono ai piedi e i remi vanno al ritmo scandito:
uno... due... uno... due...
Ogni commento si fa superfluo dinanzi a queste aberrazioni e le patrie galere
dovrebbero aprirsi e richiudersi. Ma non vogliamo prestare a questo le nostre
parole, solo vogliamo tracciare in sintesi la storia o meglio l'idea
della storia dei Sikh, perché la vergogna, lì dove la si provi, sia
consapevole.
In india convivono varie religioni, escludendo le importate, Islam,
Cristianesimo, Parsismo, le indigene principali sono Induismo,
Jainismo, Buddhismo e il Movimento Religioso chiamato Sikhismo.
Il Sikhismo, quale movimento intrinseco all'Induismo, Sikh viene dal sanscrito sisya, discepolo, nasce intorno al XV, XVI secolo con una forte tendenza innovatrice rispetto all'Induismo tradizionale che, attraverso l'opera di eccezionali personalità quali Ramananda, Nanak e Kabir quest'ultimo conosciuto come Jnani (pronuncia Jgnanii), viene ricondotto ai temi essenziali dell'esperienza religiosa, ovvero alla devozione, alla reincarnazione, all'illusione e al karma ( bhakti, samsara, maya, karma), rivolgendo però il tutto ad un dio unico, che non è più l'ineffabile Brahman, privo di attributi, lontano nella sua immobile luminosità, bensì un dio anche persona, connesso all'attributo d'essere in immediato rapporto con l'umanità. Il Sikhismo quindi appare, sin dall'inizio, come una setta, in realtà, rigorosamente indù, ispirata alla bakhti e al culto dell'azione guerriera basato sulla Bhagavad-Gita, il testo indiano sacro per eccellenza.
Questo il primo evento, l'origine. Il secondo è nella nascita della comunità Sikh fondata da un commerciante della classe guerriera, uno ksatriya (pronuncia ksciatriya) Nanak Dev (1469-1538). L'elemento religioso-guerriero molto vissuto all'interno della setta, col tempo portò i Sikh a formare una nazione nella nazione e, cosa straordinaria, foggiò un vero e proprio popolo che riunisce i caratteri migliori delle genti indiane nord-occidentali, anche nell'eleganza dell'abbigliamento, come del portamento di grande dignità, sia al maschile che al femminile. Il credo dei Sikh attribuisce al guru, maestro, una grande importanza, egli è il trasmettitore carismatico dell'iniziazione, vale a dire colui mediante il quale, l'elemento tradizionale viene reso vivente quindi salvifico. Il Sikhismo è, in un certo senso, in quanto a serietà di costume e di vita in genere, una vera e propria confraternita militare a cui si accede attraverso una sorta di battesimo mediante aspersione fatta con acqua zuccherata ed una spada detta amrta,letteralmente: senza morte, ma anche nettare, in riferimento al nettare che gli dei trassero dall'oceano latteo all'inizio del mondo e che rende immortale chi lo beve, la spada è infatti simbolo dell'immortalità spirituale.
La
confraternita è dominata da un'aristocrazia i cui appartenenti ricevono,
assieme alle insegne e ad un particolare costume, il titolo onorifico di Singh,
da simha, leone. L'elemento maschile e quello femminile nei Sikh si
armonizzano a vicenda inoltre per tradizione e scelta non solo non
assumono alcool, ma non assumono alcuna sostanza stupefacente, poiché le
due cose allontanano dalla rettitudine verso se stessi, gli altri e la vita in
genere.
Ecco, questo non è stato che un volo sulla cultura dei Sikh, molto ma proprio
molto ci sarebbe ancora da dire, da raccontare, il tempio d'oro nella
città sacra di Amritsar, nel Punjab, nido della loro storia, il combattimento
con le spade, le varie scuole, i loro testi, la poesia, la pratica religiosa,
il fatto che spesso nella storia si siano distinti per il loro coraggio e molto
molto ancora, un mondo, ma ci fermiamo qui, volevamo solo dare un'idea,
sottolineare un frammento della cultura di coloro che il destino ci ha posto
dinanzi per un motivo che potrebbe sfuggirci.
Il fatto è che se arroganza, ignoranza, lucro, malvagità e ancora, non ottundessero le menti di alcuni di noi, troppi, si potrebbe cogliere l'occasione di queste genti straniere e sconosciute, queste genti costrette o illuse dalle nostre menzogne a lasciare le proprie terre, si potrebbe incontrarli, arricchire così questo nostro occidente in declino.
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