Il caso di Rignano Flaminio

Non erano orchi né pedofili, tutti assolti, ma vite finite

Intanto, però, quegli innocenti sbattuti in galera e alla pubblica gogna come mostri, chi li risarcirà...

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Non erano orchi né pedofili, tutti assolti, ma vite finite

A Rovere di Rignano Flaminio non ci sono pedofili, orchi e né mostri.

Il Tribunale, sia in Primo Grado sia in Corte d’Appello aveva, senza il minimo dubbio, sentenziato che il fatto non sussisteva, ma ciò emergeva anche dalle varie cronache dei media.

I capi d'accusa, man mano, sono andati polverizzandosi e, persino, certuni magistrati che credevano di avere in mano un altro caso Cip e Ciop, l’asilo maledetto di Pistoia, che avevano accettato le varie denunce a carico di persone ritenute spregevoli pedofili, hanno dovuto tirare i remi in barca e prendere nuova cognizione del caso.

Nonostante questo e, dopo il verdetto a favore degli indagati nel 2012, si sono riproposti in appello, trascinando diverse famiglie, minori e onesti lavoratori, in un vero e proprio incubo, un angoscioso incubo che ha roso anime e portafogli per le alte spese legali sostenute per difendersi, una delle cose che in un’aula di Tribunale mai si pensa, portando addirittura due degli imputati a rinunciare alle copie degli atti, cioè la materia prima con la quale difendersi.

Le accuse riversate sugli accusati erano di quelle pesanti, molto pesanti, devastanti:

si comincia dalla violenza sessuale di gruppo, alla corruzione di minorenne, ai maltrattamenti, al sequestro di persona incapace, sottrazione di persona incapace, turpiloquio, sì anche turpiloquio, quel turpiloquio che Grillo usa coerentemente per la sua campagna elettorale; come mai lui non è già all’ergastolo?

Insomma la bidella, le tre maestre d'asilo della scuola Rovere di Rignano Flaminio, e un autore televisivo, tutti accusati di gesti ignobili ai danni di bambini e poi risultati innocenti, cosa dovrebbero fare adesso?

Se ci fossimo noi al loro posto?

E tutti indagati in associazione per delinquere, e in galera.

Dal momento che, la ricerca del vero, della giustizia, è mansione del magistrato, che obbligatoriamente se ne fa garante, nascono come spesso accade enormi incertezze sul metodo e quindi sulle sue conseguenze; cinque adulti, brave persone per i giudici che hanno emesso le sentenze, trasformati in orchi, in mostri spregevoli…

Un comportamento da sostenere difficile per qualunque essere umano, ma non per la categoria dei PM che pur di fronte a una sentenza di assoluzione ricorre in appello, disconoscendo e biasimando d’incompetenza, la Corte di Tivoli.

Ma quel che è ancora più grave è il proseguo di un dibattimento che si trascinerà avanti per altri due anni, continuando a creare dubbi e perplessità sulla presunta colpevolezza degli orchi.

E, poi, alla fine, come diversamente non poteva essere, la chiusura con il medesimo verdetto: «Il fatto non sussiste».

Intanto, però, quegli innocenti sbattuti in galera e alla pubblica gogna come mostri, chi li risarcirà, chi li riporterà a una vita normale, mentre i magistrati inquisitori continueranno imperterriti e impettiti la loro carriera di paladini dell’ingiustizia?

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da ghorio il 17/05/2014 20:00:02

    Sulla vicenda ci sono le responsabilità collegate al funzionamento della giustizia. Niente di nuovo sotto il sole, per il vero, anche se su queste vicende i madia vanno a nozze, per un modo di affrontare i fatti di cronaca che accadono. Così tante persone indagate diventano già colpevoli con i risultati che poi si registrano nella realtà, che, tante volte , non coincidono. Naturalmente l'assoluzione nel caso di Rignano Flaminio non ha trovato ampi spazi, come era stato invece all'inizio delle indagini. A suo tempo le vicende giudiziarie, di particolare clamore, si seguivano sulle pagine dei giornali, in occasione del processo, nelle varie uduenze adesso invece avviene il contrario, con la tv che, in particolare, enfatizza tutto. Quando si parla e si scrive di riforma della giustizia, bisognerebbe prendere in considerazione i fatti come questo evitando di enfatizzare le cosiddette comunicazioni giudiziarie o l'iscrizione nel libro degli indagati.

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