Manette e suffragio

Giustizia a orologeria? No, elettorale!

I veri, peculiari, super elettori sono i giudici, assolutamente eccitati quando si arriva a un evento importante per l’Italia

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Giustizia a orologeria? No, elettorale!

Noi, comuni mortali, voteremo domenica.

Gli elettori particolari invece stanno già votando da alcuni giorni, inserendo nelle urne schede di una pesantezza enorme, che stanno orientando il popolo più scettico verso la scelta definitiva.

Questi speciali votanti altri non sono che i mercati, con la minaccia ricattatoria di far esplodere nuovamente lo spread, noto spauracchio sbandierato più volte contro Berlusconi e il suo Governo.

Ma, i veri, peculiari, super elettori sono i giudici, assolutamente eccitati quando si arriva a un evento importante per l’Italia e, in queste ultime settimane in particolare, sbattendo questo e quello nelle patrie galere, proprio quando la campagna elettorale si è mostrata cruenta e nel vivo del dibattito.

E stranamente, ma non tanto, tutte inchieste, con casi penali già noti da mesi, in alcuni situazioni da anni.

Le votazioni speciali sono iniziate con la vicenda Dell’Utri, fatto scappare in quel di Beirut nonostante certune intercettazioni avessero svelato ogni mossa dell’ex ministro.

Indi, c’è stato il fermo e l’arresto, con una selva di telecamere e giornalisti a coronare il momento.

Subito appresso il grande scoop, la grande scoperta dei paladini della giustizia italiota, paragonabile più o meno alla scoperta dell’acqua calda: le tangenti all’Expo di Milano.

Gli elettori particolari non hanno perso un attimo, e come non è nel loro Dna, cominciando a darsi da fare ossessivamente, martellando con avvisi di garanzia come nella sfortunata stagione di Mani Pulite.

Sotto i loro colpi, ancora tutti da giustificare, sono caduti i guru della finanza milanese, alcuni messi agli arresti domiciliari altri in galera come Genovese del PD.

Il tintinnio malefico delle manette è arrivato agli orecchi di tutti gli elettori?

No, perché è di queste ore l’altra ondata di avvisi tipo quella al banchiere Bazoli, l’indagine sul Cardinale Bertone, l’arresto di Barneschi capo indiscusso di Carige, e l’inchiesta sulla fusione Unipol SAI, accertamenti che i magistrati stanno portando avanti da molti mesi.

I manettari più accaniti diranno che sono inchieste dovute e quindi sacrosante; e chi dice niente?

Stranamente, però, queste immacolate e necessarie indagini terminano sempre con avvisi di garanzie in precisi momenti storici del Paese.

Non sembrano, come spesso abbiamo detto, un tantino a orologeria?

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